domenica 8 settembre 2013

DALLA CULLA ALLA TOMBA, 11.600 EURO IL PRELIEVO MEDIO SU OGNI ITALIANO VIVENTE. LA SCANDINAVIA IN SALSA ITALIANA

 
Quando sento la gente difendere l'IMU, perché nel mondo una patrimoniale sulla casa ce l'hanno tutti, ho conati di nausea. Perché il paragone col mondo potrebbe avvenire se, in buona fede, si potesse dire che è solo questa la differenza tra NOI e il MONDO !.
Invece noi raggiungiamo il MONDO a livello di salasso fiscale (anzi, superiamo molti paesi, collocandoci ai vertici di questa pessima classifica) ma stiamo assolutamente indietro a livelli di efficienza e uguaglianza. Tutto questa spesa pubblica non ci fa vivere bene (come gli scandinavi, che oltretutto, beati loro, sono qualche milione, e non 60 ! ) né realizza una pari opportunità, semmai una uguaglianza verso la povertà. 
Allo stesso modo resto basito, e certo non solo io, nel leggere che non si trovano i 4 miliardi per eliminare la tassa sulla prima casa (perché sulle altre nessuno dice nulla), per cui l'aumento dell'IVA è "inevitabile" (Fassina dixit). In 30 anni, nonostante la solita lamentata abnorme evasione fiscale, in Italia siamo passati da un prelievo di 63 miliardi a quasi 700... Possibile che non basti mai ????
Mica siamo diventati di più nel frattempo ! Né all'epoca l'Italia era un paese povero, anzi, probabilmente aveva un equilibrio meno peggiore dell'attuale. Come numero poi, siamo diminuiti, anche se non si nota per via degli immigrati,  ormai diventati il 10% della popolazione e cresceranno ancora (il che, se lavorano onestamente e non si sfori nella sovrappolazione, che l'Italia, per la sua superficie, è già densamente popolata in ogni suo dove).
Nel 2013 sono stati versati 700 miliardi di tasse varie, che non servono mai a ridurre il debito pubblico e nemmeno a coprire le uscite(figuriamoci il prelievo fiscale). Si dice e si scrive spesso, in astratto, che in effetti bisogna decidersi a mettere mano alla spesa, non solo per eliminare gli sprechi (che comunque valgono 70-80 miliardi), ma anche per riorganizzarla e ridurla, non privando le persone veramente disagiate, ma costringendo tutte le altre a mettersi di più le mani in tasca per pagare servizi oggi a pioggia, che beneficiano il povero e il benestante (ma anche il ricco) nella stessa identica misura. 
Ma gli italiani, ad essere assistiti, non rinunciano. 
E prendiamocela con Lutero, che si è fermato alle Alpi ! Che pure Berlusconi, capro espiatorio per eccellenza, prima o poi dovrà mollare la cadrega.
Ecco la denuncia della CGIA di Mestre, che ha calcolato come ogni italiano, nenonati e vecchi compresi, paghi ogni anno al vorace Stato padre-padrone la somma monstre di 11.629 euro ! 


studio cgia

Tasse e contributi record, +120% rispetto al ‘80

«Nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il 44,2% del Pil»

 
«Nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il 44,2% del Pil: un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980». Lo denuncia la Cgia di Mestre, spiegando che in termini assoluti ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto abbiamo pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite). A tali conclusioni si giunge considerando che il gettito fiscale e contributivo del 1980 era pari a 63,8 miliardi di euro, mentre alla fine del 2013, secondo le nostre stime, finiranno nelle casse dello Stato ben 694 miliardi di euro. Il dato relativo alla pressione fiscale riferito al 2013, fa notare la Cgia, è leggermente inferiore al dato previsto nell’aprile scorso dal Documento di economia e finanza (44,4%). Le stime della Cgia hanno tenuto conto delle disposizioni fiscali introdotte successivamente (Dl 63/2013 «proroga agevolazioni fiscali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico», DL 69/2013 «del fare», Dl 76/2013 «differimento aumento IVA» e DL 102/2013 «abrogazione prima rata IMU»). «Inoltre - sottolinea la Cgia -, si è tenuto conto dell’impegno del Governo Letta di eliminare, per l’anno in corso, la seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale, nonchè del peggioramento della situazione economica destinato a produrre effetti depressivi sul Pil».
Per il segretario Giuseppe Bortolussi c’è una ulteriore puntualizzazione da fare: «Non bisogna poi dimenticare che per i contribuenti onesti la pressione fiscale reale, ovvero al netto dell’economia sommersa, si attesta ormai al 53,6%. Inoltre, possiamo tranquillamente affermare che nel 2013 gli italiani hanno lavorato per il fisco sino alla metà di giugno: una cosa insopportabile». «Contraendo in maniera strutturale la spesa pubblica improduttiva - conclude Bortolussi - possiamo ridurre anche le tasse. Per far questo è necessario riprendere in mano il federalismo fiscale che, a mio avviso, è l’unica strada percorribile per raggiungere questo obbiettivo. Infatti, le esperienze europee ci dicono che gli stati federali hanno un livello di tassazione ed una spesa pubblica minore, una macchina statale più snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità».

Nessun commento:

Posta un commento