E tu a quale categoria appartieni ?
Un piccolo gioco di fine estate postato sul Corriere della Sera che può far strappare un sorriso.
C'è prima LEI, vista da LUI.
Il gioco di coppia dei difetti
«Mi fai sentire speciale». Cinque parole pronunciate, anzi appena sussurrate all’orecchio. Stregati da un frase del genere le difese crollano: resistere non serve a niente. Il ko è garantito. E lui finisce al tappeto. Che, a pensarci, è un ottimo posto per dare seguito alle premesse. Ma è anche il luogo dove lui rimarrà, mentre lei si allontana senza lasciare tracce. Sedotto e abbandonato. Di più: a pezzi.
La seduttrice seriale è così. Sceglie con cura le sue vittime – creduloni romantici e trottolini amorosi – e colpisce. Per rimettere insieme i pezzi, non bastano gli amici, ci vuole la Scientifica. Ma le donne da evitare non sono tutte uguali. C’è pure, all’estremo opposto, la martire crocerossina, votata alla causa degli uomini persi. Si riconosce perché, prima o poi, si lascia sfuggire in un sospiro benevolo: «Finora hai incontrato le donne sbagliate». Ha interiorizzato il teorema ferradiniano Prendi-una-donna-lascia-che-ti-aspetti-per-ore. Il problema è che lo mette pure in pratica: «Stasera faccio tardi». «Non importa, ti aspetto». Alle tre di notte la trovi lì davanti alla porta di casa. Sotto il diluvio e con il sorriso.
Certo, per evitare guai basterebbe far caso all’enorme scritta «Danger» che accompagna alcune tipologie muliebri: la social che pretende «like» quando posta su Facebook le foto dei suoi dolci homemade; che twitta in tempo reale la corrispondenza di amorosi sensi; e che, soprattutto, controlla (e annota) gli orari degli accessi di lui a WhatsApp. Peggio può andare solo con la blogger per la quale il privato – perfino l’intimità di coppia – merita di diventare pubblico. L’interrogativa che non domanda, decide: come mi trovi? Guai a dimostrare incertezze. Come mi sta questo vestito? (attenzione a sbilanciarsi); E quest’altro? Andiamo al mare? (con la valigia già pronta). Tra noi è finita? Qui non occorre risposta. La pasionaria è votata alla causa. Qualunque sia. Al largo del Mare del Nord a salvare balene a pois. Nel deserto del Sahara per scavare pozzi di acqua gassata. Con lei che altro si può fare una notte d’estate in campagna sotto un romantico cielo stellato se non far attraversare la strada alle rane?
Quanto alle categorie professionali, mai avere una storia con una pr. Modaiola, iperattiva, chiacchierona, la sua unica vocazione è allargare la rete di conoscenze. Alle feste vola come un’ape da una persona all’altra suggendo mail e altri dati sensibili. Sconsigliato anche provarci con una hostess di cassa, chiamarle commesse significa già partire col piede sbagliato. Un’occhiata agli acquisti – slip démodé, pedalini, pigiama con orsetti, canottiera della salute – le basta per capire tutto di chi ha davanti. Compreso il fatto che non vorrà avere mai nulla in comune.
Ma la categoria da temere come il fuoco è quella delle ex. Mogli, fidanzate, spasimanti. Sono le più pericolose perché sanno dove colpire: sulle vecchie ferite. Meglio per i recidivi evitare incontri ravvicinati di ogni tipo. Uno sguardo (da Medusa) e si passa in un baleno dallo status di Orfeo innamorato a quello di Orlando impazzito. Se, poi, la ex parla… «Ciao come stai?» (interrogativa). «Mi sembri sciupato, forse hai incontrato le donne sbagliate» (crocerossina). Meglio darsela a gambe, prima del fatale: «Tu mi facevi sentire speciale».
Ed ecco LUI, visto da LEI
C’è il simpaticone, intrattenitore seriale ai fornelli, in salotto, persino all’opera. C’è il poeta maledetto, aria vissuta, sensualità trasgressiva, ma solo nei versi. C’è il barista, che con il cappuccino ti allunga uno sguardo assassino e c’è il dirimpettaio che ti spia dalla finestra e tu sei costretta a vivere barricata con le tende tirate… Come direbbe Leporello: madamine, dei don Giovanni da scansare il catalogo è questo. Osservate, leggete con me.
Nel già scarno panorama degli uomini possibili, fan parte difatti anche quelli in cui non vorresti imbattersi mai: seduttori maldestri, corteggiatori molesti, adescatori funesti. Insomma, i «Tipi da non frequentare», come li definisce Annalisa Bruni, scrittrice veneziana, autrice di un manualetto (Cleup editore, pagg. 101, 14 euro) divertente e cattivello a uso e consumo delle single di ogni età. E sono tante. «In Italia circa un milione nella fascia tra i 35 e i 70 anni» assicura l’autrice, per qualche tempo anche lei militante nella setta «donne tutte sole». Spesso di bell’aspetto, colte, indipendenti, frequentatrici accanite di teatri e cinema, di palestre, pizzerie, corsi di tango e meditazione. Sempre rigorosamente al femminile.
Gli uomini spaiati infatti, pur teoricamente esistenti, sembrano invisibili. «Dove andranno? – si chiede Bruni -. A tempestare le chat di messaggi amorosi? Sui siti porno? In Ucraina o in Thailandia a cercare le “vere” donne, quelle che non rompono mai?».
Eppure ogni tanto, veloce come una meteora, ecco che qualcuno s’affaccia all’orizzonte. Emerge dal passato, si materializza a una cena, si svela con una mail. La single accorta, ben istruita dalle massime di Sex and the City, sa bene che «se un uomo ha più di 30 anni ed è solo, c’è qualcosa che non va».
E difatti, scorrendo l’inventario stilato da Bruni sulla base di vite e storie vissute, ecco, oltre che ai già citati, altri personaggi innocui solo all’apparenza. Vedi il giornalista, animale notturno per mestiere, che ti manda sms fuori orario, ti invita in pizzerie deserte, ti intrattiene con i guai di redazione e di famiglia (per quanto malandata ne ha sempre una). E prima di congedarsi si informa spiccio: sei corteggiabile?
Né va meglio con il giovanotto con dieci anni meno di te: ti riempie di complimenti sul tuo aspetto giovanile da farti sentire di colpo una carampana. Quanto all’ex compagno di università, che si fa vivo dopo decenni, meglio battersela a gambe levate. Il tuo è solo uno dei tanti nomi di una vecchia agendina, ripescati a caso in un momento di magra. Tra i peggiori della lista il cosiddetto «amico delle donne», sempre pronto ad ascoltare e consolare. E saltarti addosso quando meno te lo aspetti. Come l’ex professore di università, che nonostante i capelli candidi ti fa avances con la scusa evergreen «mia moglie non mi capisce». Ma va?
Come contributo, io mi vedo bene , da tempo, nella cetagoria di coloro che se a più di 30 anni non si sono mai sposati...ebbé qualcosa non va !
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