Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
lunedì 23 settembre 2013
E ANCHE OSTELLINO SI ARRENDE ALL'EVIDENZA. L'ANTIBERLUSCONISMO E' ORMAI VICENDA PSICHIATRICA
Ci sono dei giornalisti a cui piace vivere pericolosamente, solo per il gusto di dire quello che pensano, di cui sono convinti. Altri infatti, nel prendere il rischio di posizioni nette e avversate da molta gente, tra cui si potrebbe sempre annidare qualche sconsiderato, sono benissimo remunerati. Mi viene in mente Travaglio, che sicuramente ha motivo di girare scortato, visto che chi aizza l'odio poi il rischio che gli ritorni lo corre, ma che può ben valutare, nel consueto bilancio di costi benefici, gli introiti che gli derivano dal ruolo occupato.
Lo stesso discorso non vale per un Piero Ostellino, che ha altra età, non è uno che va per teatri e piazze, e certamente se scrive un saggio lo fa in modo meditato e per un pubblico non nazionalpopolare.
La dura polemica che da tempo il già direttore del Corriere della Sera ha intrapreso contro i sacerdoti dello statalismo etico, alias i magistrati, segnatamente quelli iscritti a magistratura democratica, nonchè i loro adepti, che da una trentina d'anni sono i compagni di sinistra (un tempo fieri garantisti...sic transit..come sono mutevoli le cose di questo mondo ), gli è valsa inevitabilmente non solo i moniti, anche vagamente minacciosi, dei suoi potenti e pericolosi avversari ( sul Corriere vari ormai i botta e risposta tra il grande giornalista e qualche tarantolato in toga) ma centinaia e centinaia di insulti volgari e promesse rappresaglie per il solo fatto di invocare lo Stato di Diritto contro il giustizialismo etico, estendendo tale garanzia anche a personaggi infetti come Silvio Berlusconi.
L'uomo rivela di essere giunto ad una conviznione che è mia da molto tempo : Berlusconi è diventato per certa gente una vera e propria ossessione. Sono casi clinici, assolutamente.
Io ammiro Ostellino per questo, e gli sono grato per la sua battaglia.
Però mi chiedo : chi glielo fa fare ?
Veramente rischia che qualcuno di questi balordi, un bel giorno decida di dare una lezione ai "servi del nano".
Senza contare che irritare la suscettibilità di certe toghe non porta mai bene...
Troppo silenzio sugli intolleranti
La fotografia d'un fantoccio con le sembianze di Berlusconi, impiccato a un albero di piazza 24 Maggio a Milano, è forse contro le stesse intenzioni degli autori il simbolo di certo antiberlusconismo. Non la legittima opposizione politica al capo d'un partito che non è il proprio — com'è normale in qualsiasi democrazia — ma la manifestazione d'una malattia mentale, la paranoia, e di un'intenzione politica, la violenta eliminazione dell'avversario. Ho cercato di spiegare che io mi occupo di diritto, d'una questione che, a prescindere dai casi giudiziari del Cavaliere, riguarda tutti. Non capisco inoltre perché difendere Berlusconi, come fanno molti colleghi, sarebbe una forma di servilismo. Mi sono, perciò, definitivamente rotto le scatole di ricevere mail in cui mi si dà del servo — confondendo l'adesione allo Stato di diritto con la difesa del Cavaliere — solo perché non scrivo, quale sia l'argomento di cui mi occupo, che Berlusconi è un farabutto come scrivono altri giornali. Mi spiace dirlo — perché, per educazione personale e per formazione politica, rispetto sempre chi esprima una opinione, anche e soprattutto se contraria alla mia — ma poiché ho accumulato un numero tanto grande d'insulti da fare statistica, non lo nascondo. Sono arrivato alla conclusione che molti antiberlusconiani non sono più un legittimo caso politico, analogo e contrario a quello dei filoberlusconiani, ma sono diventati un «caso clinico». Sono paranoidi. Poiché dai pazzi ci si deve sempre guardare, pur non temendone eventuali reazioni violente, dico che fanno paura perché ricordano troppo da vicino il clima del ‘22. Ciò che infatti non solo m'offende, ma razionalmente m'inquieta, è che non ce l'abbiano con me, come ce l'hanno con Sallusti, Ferrara, Belpietro, degni colleghi che lo difendono, perché sarei per Berlusconi, ma solo perché non la penso come loro e non m'associo ai loro linciaggi. Ho cercato di spiegare che m'occupo di tematiche di carattere filosofico e/o di diritto, non di schieramenti politici, dei quali altri si occupano al Corriere e a nessuno dei quali aderisco. Ma è inutile. Mi appello perciò a certi intellettuali, che si dicono liberal, non affinché mi difendano (non ne ho bisogno), bensì perché — spiegando, almeno, che in democrazia non solo le loro, ma tutte le scelte politiche sono legittime, ancorché tutte criticabili — si battano almeno contro l'intolleranza che ammorba il Paese. Indurre al linciaggio dell'avversario politico e all'insulto di chi disapprova certi fanatismi e parla di garanzie anche per il peggiore dei criminali, minaccia di ripristinare il clima dell'immediato secondo dopoguerra. Quando chi, ancorché antifascista, ma non comunista, rischiava la pelle. Non ci siamo ancora, ma rischiamo d'arrivarci. Assecondare il trend non mi pare tra le funzioni del giornalismo di un Paese civile.
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LUIGI CALABRESE
RispondiEliminaQuante cose che non capisce Ostellino...
Berlusconi, non è un male, ma un sintomo e avercela col sintomo, come fanno gli anti berlusconiani, vuol dire non capire il male, di cui però sono parte anche le incomprensioni o la mancata chiarezza di Ostellino.
GIORGIO BORTOLOTTO
RispondiEliminacamerlengo rubo e condivido
GRAZIELLA BELOTTI
RispondiEliminaAnalisi perfetta! E mi capita di vederne alcuni di questi poveri infelici di prima mattina, quelli a cui non è bastato che sia stato condannato ma lo vorrebbero vedere con le manette ai polsi, generalmente con IL FATTO in mano, a farsi la dose di tossina quotidiana e poi farsi andare di traverso il caffè...alla fine penso che fanno tutto da soli. Come diceva Gandhi, l'odio è un veleno che si beve quotidianamente credendo che a morire sia l'altro. Moriranno loro.
ANNA MONTINARO CONTI
RispondiEliminaChi glielo fa fare? Tutte le ragione espresse nel tuo articolo, caro Camerlengo. Che sono le ragioni per cui un uomo libero sente che la sua vita è degna di essere vissuta a patto che la si viva con la dignità di un uomo onesto. Ostellino non è solo Camerlengo, ci sei tu e già fate due.
ANDREA GIOVANNINI
RispondiEliminaGrazie a Ostellino e grazie al Camerlengo, che mi solleva dal comprare il Corriere ormai quasi solo per leggere Ostellino. :) :)