Per usare un'espressione trita, il cerchio si stringe attorno a Claudio Grigoletto, datore di lavoro di Marilia, la bella ragazza brasiliana trovata morta a Gambara, in provincia di Brescia.
Gli indizi ci sono tutti, manca solo la confessione - lui continua recisamente a negare - e le cd. prove "nconfutabili", quali impronte digitali sul collo della giovane donna (pare sia morta perché soffocata ).
Per il resto :
1) Molti testimoni avrebbero confermato agli inquirenti (e ai giornalisti) la relazione tra i due. Comportamenti affettuosi, conti pagati, qualcosa che difficilmente può essere ricondotta , immagino per la frequenza della stessa, ad una semplice amicizia
2) Nonostante le due figlie piccolissime (una di un anno, l'altra appena nata ) i rapporti tra Grigoletto e la moglie erano tesi (però intanto facevano bambini...mah ). Lui non voleva separarsi e temeva che la scoperta del tradimento (con l'"altra" pure incinta) sarebbe stata esiziale per il matrimonio già traballante.
3) Non c'è ancora la prova, o almeno la conferma, che sia Grigoletto il padre della creatura nel grembo di Marilia. Però sembra che ci sia un amico di lui che sarebbe stato in un primo momento persuaso da Grigoletto ad assumersi la paternità (mal gliene incolse, che in un primo momento il torchiato dagli inquirenti è stato lui !)
4) Marilia avrebbe minacciato di far scoppiare lo scandalo e tornare in Brasile, il che avrebbe comportato non solo la fine della famiglia di Grigoletto ma anche la crisi della sua azienda, che pare prosperasse proprio grazie ai contatti della ragazza con il suo paese d'origine ( la Alpi Aviation do Brasil realizzava e vendeva aerei superleggeri in Sud America).
5) Il corpo della ragazza è stato trovato all'interno dell'ufficio chiuso a chiave. Quindi la giovane ha aperto ad una persona conosciuta o chi l'ha uccisa aveva le chiavi. Grigoletto ha entrambi i requisiti.
Se esaminati uno per uno , tutti gli elementi sopra riportati potrebbero trovare una qualche spiegazione diversa (figuriamoci se tutti gli uomini scoperti per una relazione uccidessero l'amante...sai che strage anche qui !) , ma è il numero e l'insieme degli stessi che rende in effetti difficile la posizione di Grigoletto.
Lui avrebbe fornito un alibi per il tempo in cui Marilia è stata uccisa, ma evidentemente o è labile o non è stato confermato.
L'uomo, come detto, nega con fermezza. Intanto è agli arresti, che vedrete verranno confermati. Ca va sans dire.
Ecco gli aggiornamenti di cronaca nell'articolo di Fabio Poletti sulla Stampa
“L’ha uccisa per sbarazzarsi
di un figlio indesiderato”
Manette all’amante di Marilia
Lo sapevano tutti e alla fine l’hanno saputo anche i
carabinieri. A Gambara, il paesone della Bassa Bresciana dove aveva
aperto l’ufficio, erano convinti tutti che Claudio Grigoletto, 32 anni e
nervi d’acciaio del pilota aereo di professione, fosse «il fidanzato
della brasiliana con il trolley».
Li vedevano in giro mano nella mano. Al ristorante lui la imboccava con le fragole del dessert. Dicono che lui fosse andato pure in farmacia a comperare il test di gravidanza, quando Marilia aveva temuto di essere incinta. Il week end prima dell’omicidio lo avevano passato insieme sul lago di Garda. Quando lei non dormiva in ufficio sul divano, vicino a dove l’hanno trovata uccisa, stava in un albergo della zona dove lui pagava i conti.
E la foto su Facebook, due cuffie e una cabina d’aereo, a guardarla adesso fa un altro effetto. La prova certa della paternità con il test del Dna manca ancora, ma questo ragazzone con la passione per gli aerei e per la bella brasiliana non ce l’ha fatta a convincere i carabinieri: «Non sono io che l’ho uccisa... Non è vero che avessimo una relazione... È falso che sia io il padre del bambino che aspettava Marilia...».
Nervi d’acciaio come aggrappato alla cloche della sua vita ora in picchiata, anche l’altra sera alle 11 Claudio Grigoletto al telefonino negava tutto: «Sono a casa mia, sono tranquillo, non posso parlare, si rivolga al mio avvocato...». E invece era già in caserma in attesa delle contestazioni del magistrato bresciano Ambrogio Cassiani che questa mattina porterà Grigoletto davanti al giudice per la convalida dell’arresto «perché ci sono numerosi indizi concordanti». Certo, non basta una relazione a sostenere l’accusa dell’omicidio di Marilia Rodrigues Silva Martins, brasiliana di 29 anni, ex hostess e sua dipendente.
Ma perché negare quello che sapevano tutti? «Li vedevamo sempre insieme. Sapevamo che lui l’aveva messa anche nei guai. Ma non avrei mai pensato che arrivasse a tanto», dicono ora al campo volo di Bedizzate dove Claudio Grigoletto insegnava a pilotare gli ultraleggeri e a tutti diceva che aveva volato pure con i top gun americani.
Ma gli «indizi concordanti» contro di lui sono davvero troppi. Chi ha ucciso Marilia alle cinque e mezza del pomeriggio di giovedì scorso, si è chiuso alle spalle con doppia mandata la porta blindata. Nello stesso momento il telefonino di Claudio Grigoletto era agganciato alla cella di Gambara e non a quella di Bedizzone dove sarebbe andato subito dopo. In paese c’è chi giura pure di averlo visto quando lui assicura che si trovava altrove. «La situazione è delicata, aspettiamo il giudice», non si sbilancia Elena Ranieri, il suo avvocato. Jessica Alari, la moglie di Claudio Grigoletto, al telefono della sua villetta ad Adro vicino a Brescia non dice niente: «Parlo solo coi magistrati. Non voglio parlare di mio marito».
Ma pure lei ha detto molto agli investigatori che l’hanno sentita tutto il pomeriggio di lunedì, prima che arrestassero il marito. Ha raccontato delle scenate in famiglia. Delle tensioni che non erano finite nemmeno un mese fa quando era nata la piccola Alice, la loro seconda figlia a un anno di distanza da Katia che ora va al nido. Perché alla fine Claudio Grigoletto, che ostenta sicurezza e nervi d’acciaio, era un uomo di passioni. Quella che sapevano tutti per gli aerei. Quella che sapevano tutti meno la moglie, per Marilia la brasiliana. Quando lei gli ha detto che avrebbe voluto tenersi il bambino e che sarebbe stata pronta a tornare in Brasile, lui ha temuto il peggio. Ha temuto lo scandalo, il perdere tutto, la famiglia e pure gli affari visto che Marilia teneva i contatti con gli acquirenti in Sudamerica della Alpi Aviation do Brasil di Gambara, dove resistono i sigilli dei carabinieri e dove sono già appassiti per il caldo i fiori gialli lasciati sul davanzale da chissà chi.
Gli investigatori sono convinti che abbia agito d’impeto ma che da settimane avesse tentato di nascondere alla moglie la sua relazione. Prima aprendo un finto account mail a nome di Marilia con cui avrebbe scritto improbabili messaggi alla moglie per fugare ogni sospetto. Poi convincendo un amico di Pordenone ad attribuirsi la paternità del bambino in arrivo. Cosa che Paolo Z., l’amico, all’inizio aveva pure fatto e che per questo gli ha fatto passare più di un brutto quarto d’ora davanti ai carabinieri. Poi, cercando di convincere Marilia a non far scoppiare lo scandalo. Discutendone a lungo giovedì pomeriggio, quando poi ha perso la testa. Prima l’ha colpita al volto un corpo contundente.
Poi l’ha strangolata. Alla fine le ha versato in bocca un sorso di acido muriatico come se lei avesse voluto suicidarsi. A completare la messinscena un fuocherello acceso con alcuni giornali accanto al corpo e il tubo del gas strappato, sperando in un’esplosione che cancellasse tutto. Ma poi - con la forza dell’abitudine di chi pilota aerei con gesti sempre uguali da fare a occhi chiusi - ha usato il suo mazzo di chiavi per chiudere la porta blindata. Prima di correre a Bedizzone per un ultimo volo, senza sapere di essere già precipitato.
Li vedevano in giro mano nella mano. Al ristorante lui la imboccava con le fragole del dessert. Dicono che lui fosse andato pure in farmacia a comperare il test di gravidanza, quando Marilia aveva temuto di essere incinta. Il week end prima dell’omicidio lo avevano passato insieme sul lago di Garda. Quando lei non dormiva in ufficio sul divano, vicino a dove l’hanno trovata uccisa, stava in un albergo della zona dove lui pagava i conti.
E la foto su Facebook, due cuffie e una cabina d’aereo, a guardarla adesso fa un altro effetto. La prova certa della paternità con il test del Dna manca ancora, ma questo ragazzone con la passione per gli aerei e per la bella brasiliana non ce l’ha fatta a convincere i carabinieri: «Non sono io che l’ho uccisa... Non è vero che avessimo una relazione... È falso che sia io il padre del bambino che aspettava Marilia...».
Nervi d’acciaio come aggrappato alla cloche della sua vita ora in picchiata, anche l’altra sera alle 11 Claudio Grigoletto al telefonino negava tutto: «Sono a casa mia, sono tranquillo, non posso parlare, si rivolga al mio avvocato...». E invece era già in caserma in attesa delle contestazioni del magistrato bresciano Ambrogio Cassiani che questa mattina porterà Grigoletto davanti al giudice per la convalida dell’arresto «perché ci sono numerosi indizi concordanti». Certo, non basta una relazione a sostenere l’accusa dell’omicidio di Marilia Rodrigues Silva Martins, brasiliana di 29 anni, ex hostess e sua dipendente.
Ma perché negare quello che sapevano tutti? «Li vedevamo sempre insieme. Sapevamo che lui l’aveva messa anche nei guai. Ma non avrei mai pensato che arrivasse a tanto», dicono ora al campo volo di Bedizzate dove Claudio Grigoletto insegnava a pilotare gli ultraleggeri e a tutti diceva che aveva volato pure con i top gun americani.
Ma gli «indizi concordanti» contro di lui sono davvero troppi. Chi ha ucciso Marilia alle cinque e mezza del pomeriggio di giovedì scorso, si è chiuso alle spalle con doppia mandata la porta blindata. Nello stesso momento il telefonino di Claudio Grigoletto era agganciato alla cella di Gambara e non a quella di Bedizzone dove sarebbe andato subito dopo. In paese c’è chi giura pure di averlo visto quando lui assicura che si trovava altrove. «La situazione è delicata, aspettiamo il giudice», non si sbilancia Elena Ranieri, il suo avvocato. Jessica Alari, la moglie di Claudio Grigoletto, al telefono della sua villetta ad Adro vicino a Brescia non dice niente: «Parlo solo coi magistrati. Non voglio parlare di mio marito».
Ma pure lei ha detto molto agli investigatori che l’hanno sentita tutto il pomeriggio di lunedì, prima che arrestassero il marito. Ha raccontato delle scenate in famiglia. Delle tensioni che non erano finite nemmeno un mese fa quando era nata la piccola Alice, la loro seconda figlia a un anno di distanza da Katia che ora va al nido. Perché alla fine Claudio Grigoletto, che ostenta sicurezza e nervi d’acciaio, era un uomo di passioni. Quella che sapevano tutti per gli aerei. Quella che sapevano tutti meno la moglie, per Marilia la brasiliana. Quando lei gli ha detto che avrebbe voluto tenersi il bambino e che sarebbe stata pronta a tornare in Brasile, lui ha temuto il peggio. Ha temuto lo scandalo, il perdere tutto, la famiglia e pure gli affari visto che Marilia teneva i contatti con gli acquirenti in Sudamerica della Alpi Aviation do Brasil di Gambara, dove resistono i sigilli dei carabinieri e dove sono già appassiti per il caldo i fiori gialli lasciati sul davanzale da chissà chi.
Gli investigatori sono convinti che abbia agito d’impeto ma che da settimane avesse tentato di nascondere alla moglie la sua relazione. Prima aprendo un finto account mail a nome di Marilia con cui avrebbe scritto improbabili messaggi alla moglie per fugare ogni sospetto. Poi convincendo un amico di Pordenone ad attribuirsi la paternità del bambino in arrivo. Cosa che Paolo Z., l’amico, all’inizio aveva pure fatto e che per questo gli ha fatto passare più di un brutto quarto d’ora davanti ai carabinieri. Poi, cercando di convincere Marilia a non far scoppiare lo scandalo. Discutendone a lungo giovedì pomeriggio, quando poi ha perso la testa. Prima l’ha colpita al volto un corpo contundente.
Poi l’ha strangolata. Alla fine le ha versato in bocca un sorso di acido muriatico come se lei avesse voluto suicidarsi. A completare la messinscena un fuocherello acceso con alcuni giornali accanto al corpo e il tubo del gas strappato, sperando in un’esplosione che cancellasse tutto. Ma poi - con la forza dell’abitudine di chi pilota aerei con gesti sempre uguali da fare a occhi chiusi - ha usato il suo mazzo di chiavi per chiudere la porta blindata. Prima di correre a Bedizzone per un ultimo volo, senza sapere di essere già precipitato.
bruttissima vicenda, finita nel modo peggiore, in special modo per la bellissima ragazza brasiliana.....
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