domenica 1 settembre 2013

LE QUATERNE ALLA LAZIO NON CURANO IL MAL DI PANCIA DI CONTE


Mentre ero in auto direzione Umbria per l'ultimo we estivo, ascoltato Radio-Radio e i giornalisti che commentando la vigilia della partita Juve Lazio, erano tutti concordi che si sarebbe trattato di tutt'altra partita rispetto alla finale di super coppa. Avevano ragione, visto che la prima è finita 4-0 e la seconda "solo" 4-1...
Il calcio è bello per questo. Fa parlare tutti noi, e questa tracimazione di parole è innocua. Un tempo solo per lo sport nazionale accadeva questa cosa. Ora invece questa esondazione verbosa si è estesa a tutti i campi della vita sociale. Peccato, che anche il silenzio mica era una brutta cosa...
Tornando al calcio, confido che i miei amici bianconeri non si esaltino troppo per la seconda goleada in pochi giorni rifilata alla squadra romana, che l'anno scorso venne distaccata di 26 punti ! 
Del resto, la Juve lo scorso anno ha tenuto sempre tutte a debita distanza, finendo con 9 punti di vantaggio sulla seconda, il Napoli, in frenata, dato che si era aggiudicato il titolo con tre giornate di anticipo. 
Quest'anno sarà diverso perché è vero che i bianconeri si sono qualitativamente rinforzati, con Tevez , principalmente, e anche Ogbonna, che non credo inferiore a Bonucci e valida alternativa anche a Chiellini e Barzagli (mentre Llorente sta suscitando i timori di un secondo Bendtner...speriamo che non sia così !) , ma anche le avversarie sono più forti. Segnatamente il Napoli, che infatti è partito ventre a terra, con un gioco, quello impostato da Benitez, molto più aggressivo rispetto a quello di Mazzarri (curioso, dal temperamento dei due allenatori sarebbe lecito immaginarsi l'opposto..). Hanno perso Cavani, ma sembra che abbiano speso molto bene i soldi incassati, con Higuain (che era un obiettivo della Juve, in alternativa a Tevez) , ma anche Callejon (che costringe in panchina il talentuoso Insigne...). Inoltre Hamsik, l'unico superstite del trio delle meraviglie (Lavezzi e Cavani gli altri due), sembra giovarsi ell'assenza degli ex compagni di squadra, essendo oggi il faro riconosciuto del Napoli. Insomma, il ciuccio fa paura. Poi c'è il Milan, con Balotelli (l'anno scorso arrivò a Gennaio, e i rossoneri cambiarono marcia) che magari proprio quest'anno dimostrerà di essere un fuoriclasse e non solo un giocatore dalle grandissime, riconosciute potenzialità. Metterei anche la Fiorentina, con un ritrovato Rossi (buona cosa per il calcio italiano), e con un Gomez che potrebbe portare tanti gol, laddove i tecnici Llajc e Jovetic assicuravano ottimo calcio ma non spietati, dal punto di vista realizzativo. 
Certo, la Juve appare ancora la più quadrata nel suo insieme, e con la difesa che per due anni è stata la più forte del campionato. A centrocampo Pogba è ormai un titolare affermato, che si aggiunge ai tre moschettieri (Pirlo, Vidal e Marchisio) e in avanti appunto c'è Tevez. 
Eppure Conte ha mal di pancia, e a fine campagna acquisti si è dichiarato consapevole ma non felice, anzi. Le cessioni di Giaccherini e Matri non gli sono piaciute ed è risaputo che avrebbe voluto un esterno di valore che non è arrivato.
E la stoccata tirata a Marotte non è di quelle che in casa Juve passano sotto silenzio. Al D.G. che aveva parlato di una Juve che se la poteva giocare alla pari con il Real, Conte ha replicato a distanza che era come paragonare un carro armato ad una macchina.
E nel dubbio che qualcuno non avesse afferrato il concetto, ha detto che sarebbe stato felice un giorno se anche la sua società gli avesse potuto regalare un calciatore da 50 milioni (o 100, come il Real ha fatto con Bale). 
Sicuramente ha ragione, ma è opportuno dare voce a queste cose ? Giusto essere realisti, però si può esserlo senza apparire polemici, in contrasto con una società che conunque ha resistito alle mega offerte per Pogba e Vidal, ma ancne, minori ma sostanziose,  per Marchisio e Vucinic. Certo, sono partiti due nazionali, e uno è andato al Milan (mai buona cosa...). 


SECONDA GIORNATA

Secondo poker alla Lazio, la Juve vola alto

Vidal, Vucinic e Tevez rendono il confronto con i biancocelesti senza storia. Solo un'incertezza di Buffon illude Klose

 

Vucinic e compagni esultano (Reuters)Vucinic e compagni esultano (Reuters)
 
TORINO - La regola del quattro spinge la Juve verso la seconda vittoria in tredici giorni nei confronti della Lazio: 4-0 all’Olimpico in Supercoppa, 4-1 per l’esordio a Torino in campionato, dentro il suo stadio.
SENZA CONFRONTO
- Non c’era stata partita, se non nella parte iniziale all’Olimpico il 18 agosto; non c’è stata partita allo Juventus Stadium, se non nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, quando la Lazio (che veniva dalla vittoria con l’Udinese), sotto di due gol (doppietta di Vidal, al 14’ e al 26’ del primo tempo), è rientrata in partita con il gol di Klose, su respinta corta di Buffon (tiro di Hernanes). Fino a quel momento la Juve aveva governato la partita, come nelle migliori serate dell’era-Conte, trovando il doppio vantaggio sugli errori laziali sul fuorigioco, il che ha permesso ad Arturo Vidal di presentarsi due volta (assist di Pogba e Bonucci) e in solitudine davanti a Marchetti. Sul 2-1, la Juve ha avuto qualche momento di apprensione, perché la Lazio ha insistito nelle conclusioni da fuori e Buffon ha dovuto impegnarsi per riscattare il mezzo errore del 2-1.
SIGILLO VUCINIC - La partita, riaperta da Klose, è stata subito sigillata in maniera definitiva da Mirko Vucinic, dopo 4 minuti di ripresa. Troppo lento Novaretti (a proposito: un difensore così non c’è in Italia, bisogna andare a prenderlo in Messico, a Toluca?) per resistere al montenegrino, che un minuto dopo è andato vicino al 4-1, ma ha trovato i pugni di Marchetti. Sul 3-1, la Lazio è andata in confusione totale, con la sola eccezione di Candreva che ha provato a trare da fuori (ma senza fortuna) e il colpo definitivo alla squadra di Petkovic lo ha dato Hernanes che per un fallo di mano inutile in area bianconera ha rimediato il secondo giallo e ha lasciato la Lazio in 10, in balia dell’avversario. Tevez prima ha colpito la traversa, poi ha messo la firma sul 4-1 (35' s.t.), che ha fotografato la potenza juventina in questo inizio di stagione.
LE AMAREZZE DI CONTE - Mentre si discute di acquisti (Tevez, Llorente e Ogbonna) e cessioni (Matri e Giaccherini), delle amarezze di Conte (acclamato da tutto lo stadio) e della forza della società, la Juve sta già volando. Il campionato è lungo, ma le indicazioni al momento della sosta per le nazionali sono già chiarissime, compreso la necessità della Lazio di cambiare registro in fretta, per non ritrovarsi nei guai.

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