A Cortona, graziosissimo paese della Toscana in provincia di Arezzo, accade che durante la festa del PD, i radicali , dopo aver chiesto l'autorizzazione agli organizzatori e aver montato il loro gazebo per la raccolta delle firme dei referendum sulla giustizia, siano stati aggrediti verbalmente da una squadraccia dei piddini del posto, che li accusavano di "voler salvare Berlusconi" e li costringevano ad andarsene.
Un amico di FB, persona assennata e liberal, ha proposto ai signori di via del Nazzareno di togliere la D di democratici (ripristinando , aggoungo io, magari la C ...cara ai più e nella quale in fondo si possono riconoscere meglio).
Naturalmente della indecorosa gazzarra, nessuno dei grandi quotidiani dà notizia, che poi magari si parla di strumentalizzazione. Ma il problema della deriva giustizialista della sinistra, scopo alleanza coi giudici per sbarazzarsi dei rivali scomodi, resta, e grande.
Bene lo hanno denunciato coloro, come Pietro Sansonetti, che ricordano come la storia della sinistra sia, per decenni, la storia del garantismo, che nulla ha a che vedere coi manettari odierni.
E in questa elegia del ricordo, opportuno e ben fatto giunge l'articolo di Pierluigi Battista, che ripercorre la storia del referendum più indigesto ai giudici e quindi ai loro pasdaran : la responsabilità civile DIRETTA dei magistrati per i loro errori gravi, commessi con colpa grave.
Trovo efficacissimo l'esempio con la professione medica. Tutti i profesisonisti, si sa, rispondono per i casi di negligenza professionale, e i giudici (!!!) sono sempre più severi nel giudicare queste fattispecie.
I più colpiti sono proprio i medici. Eppure non c'è una diserzione di massa dalle camere operatorie. Dovremmo pensare che i giudici sono più pusillanimi e la loro mano tremerebbe se dovessere (finalmente!) rispondere dei loro errori ?
Che piccoli uomini !
Da Leggere
Quei referendum con o senza Silvio
Per dire quanto sia fazioso, schiacciato sul presente, incurante dei princìpi, il politicantismo di oggi pretende che le firme per il referendum dei Radicali sulla responsabilità civile dei magistrati siano un frutto tardivo del «berlusconismo»: ma nasconde il fatto che nel 1987 un altro referendum, sullo stesso tema, ebbe il consenso di 20 milioni e 770 mila italiani, pari all'80,2 per cento dei votanti (alle urne si recò il 65,1 degli aventi diritti il voto). Per dire come funzioni la democrazia italiana, quel referendum fu clamorosamente disatteso e si varò una legge che tradì l'essenza del verdetto referendario, stabilendo che il risarcimento del danno provocato a un cittadino per «dolo» e «colpa grave» di un magistrato dovesse essere coperto dallo Stato e non dal singolo magistrato, colpevole di non aver onorato la sua funzione con evidente manipolazione del diritto.
Per dire come funziona la disinformazione, quelli che gridano alla «minaccia» contro la magistratura non dicono che a stabilire l'eventuale obbligo al risarcimento sono altri giudici. Per dire come funziona la logica, non spiegano perché se un medico si macchia di una colpa grave o di manifesta negligenza nei confronti di un paziente, allora scatta una sanzione, preceduta da un procedimento giudiziario rispettoso dei diritti dell'accusato, mentre se un magistrato, a parere di un collegio di giudici, si è macchiato di una colpa grave o di una manifesta negligenza nei confronti della libertà di un cittadino, deve invece rimanere totalmente irresponsabile. Per dire la scarsa considerazione che i paladini dell'«indipendenza della magistratura» hanno nei confronti della tempra morale dei loro colleghi, si dice che un magistrato, impaurito dall'eventuale sanzione civile per «dolo», dovrebbe smettere di fare bene e con scrupolo il proprio mestiere: come se i medici, per paura di sanzioni da comminare ai loro colleghi che hanno commesso eventualmente una mascalzonata, volessero smettere di curare i malati.
Per dire quanto sia labile la memoria umana, si omette di dire che, a favore di quel referendum che introduceva e potrebbe oggi introdurre un elementare principio liberale nel nostro Stato di diritto, si spesero illustri cittadini come, fra i tanti altri, Leonardo Sciascia e Gianni Vattimo, Gino Giugni e Mario Soldati, Umberto Veronesi e Tiziano Treu, Vittorio Gassman e Luciano Gallino, Bruno Zevi e Ilaria Occhini, Gianni Brera e Luigi Compagnone, Lucio Colletti e Massimo Severo Giannini, Italo Mereu e Lucio Villari. Tutti inconsapevoli «berlusconiani» ante litteram? E berlusconiani anche Franco Marrone, Magistratura democratica, garantista: «In questo referendum non c'è nulla contro noi giudici»? O Marco Ramat, Magistratura democratica, garantista: «È tipico dei regimi democratici avere i magistrati responsabili per i danni causati ai cittadini in conseguenza dei loro fatti illeciti, è tipico invece dei regimi autoritari che i magistrati siano sottratti a questa responsabilità»?
Sulla posizione dei Radicali, che pochi mesi fa tentavano di mettersi in lista con Storace, calerei un velo pietoso.
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