Distratto da un po' dalla mission di salvare il governo Letta, minacciato dalle inquietudini del centrodestra causa drammi giudiziari del Capo, Antonio Polito da un po' teneva poco d'occhio l'altro versante, di cui viceversa è stato sempre acuto osservatore (vi ha anche militato, arrivando ad essere senatore dell'Ulivo nell'ultimo governo Prodi, spesso portavoce della coalizione nei talk show, specie a Matrix, allora ancora condotto da Mentana).
Probabilmente speranzoso che per un po' l'esecutivo sia al sicuro, è tornato a guardare a sinistra, per verificare che da quelle parti poco o nulla cambia.
E che Renzi, dopo tante belle speranze, minaccia di essere una delusione non piccola.
E qui vorrei precisare una cosa. Giustamente si critica chi da destra auspica l'avvento di un leader a sinistra NON di sinistra. Insomma, non si può chiedere ad una zebra di diventare cavallo : ha e avrà sempre le strisce. Ovviamente, sarebbe il caso di ricordare la stessa cosa a quelli di sinistra, che stanno lì a dire ad Alfano come deve fare se vuole godere del loro plauso ( che cosa poi mai ci faccia , non si sa, che semmai si tratterebbe del bacio della morte, di cui ha già ampiamente fruito Gianfranco Fini ).
Ciò posto, è anche vero che il socialismo tradizionale, in una economia depressa, ha grossi problemi a sviluppare i suoi cavalli di battaglia reditributivi perché le pecore sono già parecchio tosate...e infatti l'SPD in Germania non esce dalla crisi elettorale registrata per tre tornate (disastrose le ultime due ).
Eppure, nonostante questo, anche Renzi, che pure era partito con parole nuove per quelle latitudini ( meritorazia in primis, ma anche meno sprechi, meno tasse, meno consociativismo), ora sempre correggere, e non di poco, il tiro.
A me viene in mente la segreteria della CGIL, posto nel quale chiunque vi finisca, appena seduto inizia a dire le stesse identiche cose dei suoi predecessori dagli anni 70 in poi (Lama qualche guizzo strano lo aveva avuto...parlando criticamente degli insegnanti per esempio...ma allora era la classe operaia quella referente, oggi sono i professori, nel cambio mi sa che ci abbiamo rimesso ...). Anche la poltrona principale di via del Nazzareno deve esercitare lo stesso sinistro ( in tutti i sensi...) influsso.
Sicuramente, i dubbi e le osservazioni critiche di Polito sono condisibili.
IL DOPO CAVALIERE E GLI ERRORI DELLA SINISTRA
Come se niente fosse accaduto
Il rischio che una destra radicale conquisti la scena politica in Italia non è certo svanito con la vittoria dei «governativi» nel Pdl. Come dimostrano i Tea Party, capaci di prendere in ostaggio il Grand Old Party repubblicano spingendo l'America fino al limite del default, o i sondaggi di Marine Le Pen in Francia, o l'affermarsi di partiti antieuro in Austria e in Germania, il vento della storia non soffia certo oggi nelle vele dei moderati.
Farebbe bene a tenerlo a mente innanzitutto la sinistra italiana. Molti indizi segnalano infatti che sta ricadendo in un antico errore: quello di considerare Berlusconi un accidente storico, eliminato il quale il popolo tornerebbe a seguire la retta via progressista. È un'illusione perché, come dice il titolo di un bel libro di Roberto Chiarini, alle origini di questa nostra «strana Repubblica» c'è il fatto che «la cultura politica è di sinistra e il Paese è di destra». Ci sono dunque tendenze di fondo della nostra società destinate a sopravvivere al berlusconismo, magari dando vita a nuove e imprevedibili forme politiche (una di queste, già all'opera, è il grillismo).
Invece a sinistra è tutto un fiorire di propositi di rivincita. Dario Di Vico su questo giornale ha già segnalato quanto sventata fosse l'idea di ri-tassare piccoli appartamenti urbani presentandoli come abitazioni di lusso. Ma il contagio si estende. In una recente intervista a La Stampa , Matteo Renzi ha risposto così alla domanda su chi pagherà il costo della sua rivoluzione: «Bisogna toccare i diritti acquisiti. Chi percepisce pensioni d'oro su cui non ha versato tutti i contributi deve accettare che sulla parte regalata venga imposto un prelievo». Poiché in Italia sono state considerate «pensioni d'oro», colpite dal blocco delle indicizzazioni, anche quelle superiori ai millecinquecento euro al mese, potrebbe trattarsi dei «diritti acquisiti» di non pochi italiani. Nella stessa intervista Renzi ha riaperto le porte anche all'idea della patrimoniale: «Molti amici imprenditori si dicono pronti a pagarla». Gli amici imprenditori forse sì. Ma tutti gli altri, i piccoli proprietari di casa, gli artigiani, i commercianti? Domani il futuro leader del Pd presenterà il suo programma: sarà interessante capire se anche lui si propone di tosare i ceti medi per finanziare la spesa pubblica.
Ancor più emblematico è ciò che sta accadendo sul tema dell'immigrazione. È perfettamente lecito per la sinistra sostenere che la Bossi-Fini è da abrogare (non foss'altro perché è vecchia); ed è vero che il reato di clandestinità va superato perché ha prodotto solo dolore ai migranti e inutile superlavoro alle Procure. Ma bisognerebbe al contempo dire con che cosa si vuole sostituire la normativa che fu varata dal centrodestra. Altrimenti si dà al Paese l'impressione che, eliminato Berlusconi, la sinistra si prepari ad aprire le porte indiscriminatamente ai flussi migratori, magari fornendo traghetti e voli di linea. Il che non solo non avviene in nessun Paese europeo, a partire dai più civili; ma potrebbe anche essere foriero di nuove tragedie, perché richiamerebbe sulle coste africane folle di disperati più grandi di quelle che ogni notte consegnano la loro vita nelle mani degli schiavisti.
Non a caso Grillo, smentendo i suoi senatori, si è precipitato ieri a lasciar solo il Pd su questa strada, che giudica molto impopolare. A dimostrazione del fatto che i problemi della sinistra italiana non decadranno insieme con Berlusconi.
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