venerdì 4 ottobre 2013

COPIARE IL COMPITO IN CLASSE NON E' REATO, E NON SI BOCCIA. LO DICE LA LEGGE.


Io ho piuttosto a noia tutti quegli italiani che si entusiasmano per la rettitudine di quegli uomini di governo e/o di potere che, scoperta una loro mancanza, si dimettono. "Loro sì", è il commento immancabile. Conosco personalmente molte persone così, e conosco anche qualcosa della loro biografia, quanto basta per pensare che tutta questa rettitudine non è esattamente nelle loro corde. Magari per pregiudizio, ma sono propenso a pensare che la cosa possa essere   estesa alla maggior parte di coloro di cui pure non conosco le vicende.
Senza contare che poi questi uomini non è che si dimettano per un sussulto morale, una resipiscenza, un pentimento sia pur tardivo. NO, li hanno semplicemente beccati ! 
Tutto questo per introdurre la notizia piuttosto stravagante della sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la bocciatura di una ragazza all'esame di maturità per aver copiato. 
Molti commenti dei lettori sono stati, al solito, colmi di indignazione. Oh, mi fossi persa questa evoluzione etica del mio paese ???  Ai miei tempi c'erano quelli che copiavano e quelli che aiutavano a farlo. Perché in una classe non vige la meritocrazia (cosa in cui peraltro io credo, ma in altro modo e in altri contesti) tra compagni, che è compito degli insegnanti, ma l'aiuto. Accadeva prima (mio padre e mia madre erano tra i suggeritori...) , accade adesso. Quindi rimandiamo il problema della selezione ai selezionatori, non ai selezionandi, che non c'è bisogno di farci diventare lupi. Che mi pare evidente che ad un concorso pubblico, i miei concorrenti sono persone per me sconosciute, mentre al liceo quei ragazzi che copiano sono compagni con cui ho vissuto e sono cresciuto per 5 anni, per cui, se sono in difficoltà, li aiuto, e se vedo che smanettano con lo smartphone certo non li denuncio. Punto. 
E se mio figlio non facesse lo stesso, non sarei orgoglioso di lui.
Ciò posto, copiare ha i suoi rischi. Se ti beccano, ebbé il compito salta. E' una regola semplice, non discussa.
Qui certo la cosa era più grave, perché non rimediabile, trattandosi dell'esame di maturità.
Ma da noi, nel Bel Paese, di veramente irrimediabile c'è poco, specie in campo scolastico , che ormai l'indirizzo del giudice amministrativo tutti i genitori lo conoscono a perfezione ! 
Alla ragazza al TAR (primo grado) è andata male, ma il Consiglio di Stato è stato magnanimo e ha annullato la bocciatura. 
Ricavare ora le motivazioni dal resoconto di cronaca (riporto quello del sito internet Il Gazzettino.it ) è impresa ardua.
Leggo che alla base ci sarebbe il fatto che l'esame di maturità non è un concorso pubblico, il che è vero ma mi verrebbe anche da dire, che ci azzecca ?  Per me si tratta di sgombrare, che è meglio, le questioni di carattere moral pedagogico (ti boccio perché hai barato), e vedere se sia corretto promuovere uno che ha dato luogo ad una prova completamente sballata. Penso di sì, perché l'ho visto accadere. Studenti anche bravi (questa pare che lo fosse) che si appanicano, e fanno un disastro, il compito risulta assolutamente insufficiente. A quel punto la commissione, valutando le altre prove - si spera decenti - e il curriculum scolastico dello studente, può ben decidere di promuoverlo, sia pure con un voto inevitabilmente mediocre.
Accadde ad una compagna di mia sorella, tra le prime (sempre, per tutti e cinque gli anni) della sua classe al liceo classico, , e che fallì completamente una delle prove scritte. Venne promossa, con 36 (lei che puntava, con ragione, al 60, allora il massimo dei voti). 
Quindi non mi scandalizzo.
Ma so che in tanti mi sostituiranno degnamente...

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Copiare all'esame di maturità
si può fare: «Lo dice la legge»

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ROMA -  
Copiare agli esami di maturità? È possibile. Dopo le tante polemiche a chiarire la questione arriva il Consiglio di Stato, terzo ed ultimo grado della giustizia amministrativa, che sostiene che non essendo un concorso pubblico e conoscendo gli esaminatori il candidato per un percorso, se lo si trova a copiare non si può prescindere dal contesto valutativo.

Il pronunciamento è arrivato dopo il ricorso di una studentessa campana ma arriva l'allarme di chi pensa che tale messaggio veicolato dal Consiglio possa essere poco educativo per i maturandi.

La ragazza in questione è stata sorpresa durante la prova di maturità a copiare con uno smartphone, è stata allontanata e bocciata, così costretta a ripetere l'anno. La giovane ha fatto inizialmente ricorso al Tar che ha però bocciato le sue motivazioni, ma la causa è arrivata fino al terzo grado, dove la legge l'ha riconosciuta non colpevole, in quanto l'esame non è un concorso pubblico.

«La copiatura è stata dettata da uno stato d’ansia probabilmente riconducibile anche a problemi di salute attestati nella nota conclusiva di un dirigente scolastico, Inoltre il superamento dell’esame costituisce di per sé attestazione delle competenze, conoscenze e capacità anche professionali acquisite dall’alunna e la norma che regola l’espulsione dei candidati dai pubblici concorsi per condotta fraudolenta, non può prescindere dal contesto valutativo dell’intera personalità e del percorso scolastico dello studente. Non potevano ignorarsi, nel caso di specie, il brillante curriculum scolastico della candidata.»

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