martedì 8 ottobre 2013

NAPOLITANO PARLA DI AMNISTIA E SUBITO SCATTA L'ACCUSA : VUOLE SALVARE BERLUSCONI



Ho appena finito di leggere il bel libro di Giovanni Orsina, storico e docente alla Luiss "Guido Carli"  di Roma, sul berlusconismo nella storia d'Italia (è anche il titolo).
Segnalatomi da un amico e collega con il quale diverse volte sono in dialettica, Cataldo Intrieri, è  una lettura che a mia volta consiglio a tutti tranne a coloro che dell'"anti" hanno fatto una forma di isteria. Come scrive Orsina : "una reazione animosa, se non incomprensibile, certo sbalorditiva per intensità e durata". Non ce la potrebbero fare : un'analisi critica ma non demonizzante non la possono tollerare, quindi sconsigliatissimo.
 Sono le stesse persone che continuano a vedere ogni iniziativa politica solo in funzione pro o contro Berlusconi. Una riforma, ma anche una singola legge che fosse la più sacrosanta del mondo, non potrebbe essere mai approvata, promulgata, al pensiero che possa in qualche modo favorire il Caimano. 

E' il motivo per il quale amici cari e dirigenti del PD, esperti legali, hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per ottenere l'apertura dei democratici (pure una forza progressista, non la destra della frontiera, del "law and order", con forca annessa fuori dal soloon) sul tema della riforma della Giustizia. Vedremo quanto ampia, se arriverà il momento di votare i referendum generosamente promossi dai radicali e appoggiati con forza dall'Unione Camere Penali Italiane, che certo per le firme impegno non se n'è visto. Anzi. 
Figuriamoci quindi le reazioni quando il Presidente Napolitano ha addirittura inviato un messaggio alle Camere - pare il primo della sua carica, mai ne aveva fatti nel primo settennato - sollevando istituzionalmente il problema della condizione delle carceri e esortando a prendere in considerazioni interventi straordinari quali indulto e/o amnistia.
Apriti cielo ! Eccolo l'uomo che vuole salvare Berlusconi (che se lo voleva fare, di strumenti e di occasioni ne aveva avuto di migliori, sia per efficacia che per tempistica. Un esempio ? Farlo Senatore a vita quando nominò anche Mario Monti, novembre 2011) ! Lo pensano in tanti, lo dicono - per ora - solo i grillini. 
Risulta forse loro che l'Europa ha dato un termine perentorio all'Italia per risolvere il problema della condizione carceraria, definita "disumana" ? 
Sanno che siamo stati condannati a risarcire vari detenuti (finora per somme contenute in decine di migliaia di euro CIASCUNO, 80.000 se non ricordo male ) che si sono rivolti alla Corte di Strasburgo ? 
Sanno che un terzo e oltre della popolazione in carcere non sta scontando una pena ma è lì in attesa di giudizio definitivo (moltissimi del processo di primo grado ! ) ?
NO, evidentemente. Oppure SI, ma se ne fregano, come giustamente risponde loro il Presidente.
Quanto a quelli della Lega, che dicono : costruite più carceri, non vale nemmeno la pena di rispondere, che erano quelli che sventolavano i cappi in aula all'epoca di tangentopoli. Servirebbe ricordare loro che basterebbe che cessasse il malcostume del carcere preventivo perché il problema fosse al momento se non risolto di molto meno grave ? 
Non interessa, perché loro parlano ai loro elettori, i primi, che piuttosto che Berlusconi salvo per un provvedimento generale, ripristinerebbero i gulag, i secondi che "se sei in galera, ebbè un motivo ci sarà".
Il che, con 4 milioni di errori giudiziari nella storia repubblicana, non è esattamente un teorema matematico.
Personalmente, ritengo, come altri validi opoinionisti (Giacalone tra questi) che una amnistia dovrebbe essere coeva ad una valida riforma della giustizia, senza la quale tra qualche tempo, non molto, staremo di nuovo in questa condizione. 
Però siamo giunti ad un punto di emergenza che di tempo non ce n'è più. E quindi, come sempre da noi, si inizia dalla fine, e poi ci fermiamo lì. 
Di seguito, la notizia nella cronaca del Corriere.it






I GRILLINI ATTACCANO IL CAPO DELLO STATO DOPO IL MESSAGGIO, DURA REPLICA


Carceri, scontro M5S-Colle: «Napolitano salva Berlusconi». «Chi lo dice se ne frega del Paese»


Messaggio alle Camere: sovraffollamento, valutare rimedi straordinari come amnistia e indulto. Letta: «Governo pronto»


 

Napolitano a colloquio con il presidente polacco,  Komorowski e l’omologo tedesco,  Gauck (Ap)Napolitano a colloquio con il presidente polacco, Komorowski e l’omologo tedesco, Gauck (Ap)
Napolitano mette all’ordine del giorno il problema del sovraffollamento delle carceri e subito scoppia una bagarre politica. Il M5S lo accusa di voler salvare Berlusconi. Un attacco cui il Colle risponde cosi: «Chi lo dice se ne frega de Paese»


LA LETTERA
- Giorgio Napolitano nel messaggio alle Camere sull’emergenza carceri consegnato ai presidenti di Camera e Senato, tra le altre cose, ha detto: «L’Italia viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti».
«AMNISTIA E INDULTO»- «È un dovere urgente fare cessare il sovraffollamento carcerario» continua il presidente . Quindi sono «necessari immediati rimedi straordinari», tra cui «depenalizzazione e domiciliari», ma non è escluso che si debbano «valutare» anche «amnistia e indulto»
PROVVEDIMENTO DI CLEMENZA - Il mese scorso, in occasione di una visita nel carcere napoletano di Poggioreale, Napolitano aveva preannunciato l’invio di un messaggio alle Camere sulla questione carceraria, e aveva chiesto al Parlamento di prendere in considerazione «la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia».



PRIMO MESSAGGIO - Il messaggio sullo stato delle carceri è il primo per il presidente Napolitano. Il capo dello Stato aveva infatti concluso il primo settennato senza alcun messaggio. A pochi mesi dalla sua rielezione al Quirinale ha scelto di inviare al dibattito parlamentare un messaggio su un tema particolarmente che è quello del sovraffollamento delle prigioni e della conseguente necessità di un provvedimento di amnistia o di indulto. Sono undici anni che le Camere non aprivano un dibattito su un messaggio presidenziale: l’ultimo fu infatti nel 2002 quando Ciampi investì le Camere del tema della libertà di informazione.
GOVERNO DISPONIBILE - Un messaggio ineccepibile, quello del presidente Napolitano per Enrico Letta. «Il capo dello Stato centra una delle vere emergenze del nostro Paese», ha commentato il presidente del Consiglio. «Le parole di Napolitano che interpretano al meglio il dettato e lo spirito della Costituzione, indicano la strada per riscattarci». E ha confermato la disponibilità del governo: «Per quanto di sua competenza - ha aggiunto Letta - nel pieno rispetto delle prerogative del Parlamento come richiamate dallo stesso presidente della Repubblica, il governo continuerà a fare di tutto per recepire indicazioni e sollecitazioni giunte dal capo dello Stato». Immediata la risposta della Lega attraverso il suo segretario federale.
L’OPPOSIZIONE DELLA LEGA - «La Lega Nord è contraria a qualsiasi forma di indulto o amnistia», ha detto Roberto Maroni. «Il problema del sovraffollamento carcerario si risolve costruendo nuove carceri e non rimettendo in libertà decine di migliaia di delinquenti».

LA REPLICA AL M5S - Un attacco al presidente era partito in giornata via Twitter dal M5S sia dai profili individuali (come quello di Fracaro: «Napolitano è sotto ricatto del Pdl, proponendo l’indulto o peggio l’amnistia diventa il padrino di un salvacondotto per Berlusconi») sia da quello del gruppo alla Camera che ha sintetizzato: «E con viva e vibrante soddisfazione...#napolitanocrazia. L’amnistia di Napolitano per salvare il Caimano». Una contestazione che non è rimasta senza risposta: «Coloro i quali pongono la questione in questi termini vuol dire che sanno pensare a una sola cosa; hanno un pensiero fisso e se ne fregano degli altri problemi del Paese della gente». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha risposto ai giornalisti che a Cracovia gli facevano osservare come a poche ore dalla lettura del suo messaggio alle Camere alcuni esponenti di M5S l’avessero definito «pro-Berlusconi». «Quelli che dicono così - ha aggiunto il capo dello stato - non sanno quale tragedia è quella delle carceri. Non ho altro - ha concluso con decisione - da dire».

 

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