giovedì 28 novembre 2013

IL 3 DICEMBRE è VICINO, LA MISSIONE SEGRETA (MANCO PIù TANTO) DI TUTTI: SALVATE IL PORCELLUM


Il terrore è che gli tolgano il Porcello. Siccome D'Alimonte è descritto come una persona seria, ed essere alla testa di un istituto come il Cattaneo depone in questo senso, c'è da pensare che dopo lustri di demonizzazione questo sistema qualcosa di buono deve averlo se, nascostamente, tutti lo difendono. Magari lo vogliono correggere, ma non in quelli che da sempre sono i vizi più denunciati : liste bloccate e predisposte dalle segreterie e super premio di maggioranza, senza alcuna soglia limite. Semmai, in attesa di eliminare il Senato e con esso il bicameralismo perfetto, estendere anche alla Camera alta il criterio nazionale di attribuzione del premio, che invece ora scatta a livello regionale. Giova riocrdare sempre che questa differenza non l'aveva concepita Calderoli (il "papà" del piccolo suino), o chi per lui, ma fu voluta da Ciampi, proprio adducendo motivi di costituzionalità (mi sembra perché bisognava adeguare la legge elettorale alla diversa forma di votazione esistente per le regioni, ma potrei sbagliare), e lo fece perché fu la SINISTRA a chiederglielo. Così, per la Storia. 
Lo abbiamo spiegato molte volte in passato. Il Porcellum, con l'attribuzione del 55% dei seggi a chi arriva primo, QUALUNQUE sia il numero di voti presi, può garantire la vittoria anche a Grillo, col 25% dei voti espressi, basta che gli altri si fermino al 24,9. Alle ultime c'è mancato poco. 
Ora, chiedo a D'Alimonte : professore, va benissimo la tutela della governabilità, ma non trova che per governare, in democrazia, sarebbe anche il caso di avere la maggioranza ?. E se proprio questo traguardo è diventato chimerico, dobbiamo rassegnarci che a comandare chi prende un voto più dell'altro, anche se ne prende pochi pochi ? Non sarà dare un brutto vizio ai politici (e anche agli elettori) che invece di formare partiti settari (identitari li chiamano) ne formino di atti ad avere un consenso più forte ?
Non dico le armate brancaleone, fatte per vincere e impossibili da guidare, ma movimenti sufficientemente vasti e con programmi apprezzati che ottengano un seguito adeguato. 
Ripeto, discorsi fatti ormai una decina di volte.
Adesso, il 3 dicembre, c'è il timore che quetse cose le dica la Corte Costituzionale, investita della cosa non da gente propria digiuna di diritto, vale a dire la Corte di Cassazione, che ha ritenuto non manifestamente infondata questa questione - e anche quella della negazione del diritto dll'elettore di votare il candidato da LUI scelto, e NON dal segretario del partito. 
Ebbene, leggo nell'articolo che posto, preso dal Corsera, che per Roberto D'Alimonte la questione non sta né in cielo né in terra, aggiungendo peraltro che lui NON è un giurista. Meno male, pensa se lo era, che avrebbe detto ? Che quelli della Cassazione avevano alzato il gomito il girono dell'ordinanza di remissione alla Consulta ? Capotosti, che invece non solo giurista lo è, ma anche costituzionalista, punta "sull'inammissibilità del quesito perché MALPOSTO". Ora, bisogna sempre diffidare dei giornalisti che scrivono, e quindi posos pensare e sperare che l'ex presidente non si sia espresso proprio così, che non sarebbe lusinghiero nei confronti degli ermellini, incapaci di sottoporre un quesito di costituzionalità che nemmno superi il vaglio della ammissibilità...
Però così leggo e così riporto.
La faccenda sarebbe ulteriormente aggravata dal fatto che, causa la mancata formalizzazione dell'elezione di ben 200 eletti, una eventuale pronuncia di incostituzionalità investirebbe non solo la legge ma anche le passate elezioni, con rivoluzionamento delle assegnazioni dei seggi effettuate.
A quel punto sarebbe inevitabile lo scioglimento delle Camere, e con quale legge si andrebbe a votare ? Il Mattarellum, cioè la legge precedente ? Oppure il Porcellum depurato dal premio di maggioranza monstre, e quindi un proporzionale puro ?
Capito il terrore che corre in Parlamento ? 
E il 3 dicembre è vicino...chissà, magari il Colle interviene e la Consulta fa un bel rinvio.
Che quando vogliono, lo fanno.
ECCOME.

"Il rischio delle urne se la Consulta boccia il Porcellum" 
 
Il mix potrebbe rivelarsi forse micidiale: la imminente decisione della Corte costituzionale sul Porcellum potrebbe aprire a una redistribuzione molto consistente dei seggi alla Camera, in grado di mettere a rischio la nuova maggioranza che si è creata dopo la fuoriuscita di Forza Italia e forse, addirittura, la strada alle elezioni anticipate. Ciò potrebbe avvenire non perché se venisse «colpito» il mai abbastanza vituperato sistema elettorale ideato da Roberto Calderoli, verrebbe meno la legge con cui è stato eletto questo Parlamento. La giurisprudenza in proposito è chiara: eventualmente sarà dichiarata illegittima la legge, ma non potrà mai esserlo l’organo costituzionale che si è formato in base ad essa. Quanto piuttosto per una situazione di fatto che si è venuta a creare: cioè perché l’elezione di circa 200 deputati che siedono a Montecitorio in base al premio di maggioranza previsto dal Porcellum non sono stati ancora «convalidati» dalla Giunta della Camera e quindi, se da qui a pochi giorni dovesse «saltare» la norma che ne giustifica la presenza sugli scranni essi non avrebbero più nessuna legittimazione. Le conseguenze di questo incastro di norme e situazioni sarebbero catastrofiche per la legislatura in corso: Un ragionamento spinto all’estremo, e quindi irrealistico? Oppure no? «Se, e sottolineo quattro volte “se”, la Corte costituzionale dovesse dichiarare illegittimo il premio di maggioranza alla Camera, perché il Porcellum non prevede una soglia minima per attribuirlo, ebbene io penso che il problema sollevato martedì da Renato Brunetta e Paolo Romani esista e sia serio», dice il presidente emerito della Consulta Piero Alberto Capotosti che è rimasto «colpito» dal fatto che quello che lui chiama «il problema» sia stato sollevato, dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Brunetta «dal momento che è un economista e non un giurista». Ma, Capotosti ribadisce, la questione «è veramente interessante ed intelligente». Di che si tratta? «Se l’attuale legge elettorale è illegittima, sono in bilico 200 deputati», avevano detto Brunetta e Romani. «Noi attendiamo la pronuncia della Consulta il 3 dicembre. Ma se il premio verrà dichiarato incostituzionale — è l’allarme dei due parlamentari — 200 deputati rischiano di venire ridistribuiti tra i vari gruppi perché non c’è stata ancora la loro convalida». Conferma l’esistenza del problema, anche il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, alfaniano del Nuovo centrodestra: «Non so a che punto sono i lavori della Giunta della Camera, ma il caso c’è, c’è tutto», e sottolinea come questo contribuisca ad accrescere la diffusa situazione di incertezza di una giornata come quella di ieri. Il politologo Roberto D’Alimonte, pur premettendo di non essere un giurista, ritiene invece che «la questione non sta né in cielo né in terra». Secondo D’Alimonte poi bisognerà vedere se effettivamente la Consulta dichiarerà illegittima la legge. Su questo ritorna Capotosti: «Il quesito sollevato dalla Cassazione potrebbe anche essere dichiarato inammissibile, perché malposto. Non è una eventualità da escludere». 

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