Una mia carissima amica, affettuosamente da me denominata "Ceffetta", ieri mi ha mandato un sms in cui mi chiedeva se oggi andavo a votare per le primarie del PD. Le ho risposto domandandole da quanto tempo non leggeva il Camerlengo.
In effetti lo scorso anno, io non solo avevo riempito il modulo inviato dai comitati renziani per la partecipazione alle primarie del sindaco di Firenze, ma avevo indicato, come era possibile fare, il nominativo coi dati anagrafici di alcuni amici che sapevo potessero simpatizzare per lui, tra cui lei, al secolo Sonia.
Feci parte del 40% onorevolmente battuto da Bersani. Mi ero impegnato, pur essendo Liberale, a votare PD alle politiche se Renzi si fosse affermato. Vinse Bersani e votai FARE.
Memore di quei tempi, e dei vari Post scritti a favore del PRIMO Renzi, la mia amica era evidentemente e comprensibilmente persuasa che sarei tornato a votarlo, specie ora che è sfacciatamente favorito ( e anche spinto : D'Alema ha ragione quando dice che non si è mai visto uno sbilanciamento mediatico di questo genere ! ).
Ma, come scrivo ormai da un po' (di qui il sorridente rimprovero alla disattenta lettrice), quel Renzi non c'è più. L'uomo che si distaccava dai suoi per non essere un demonizzatore dell'"altra parte", che affermava che Berlusconi "va battuto nelle urne e non nelle aule dei tribunali", è quello che poi l'indomani della discussa sentenza Mediaset ha cavalcato la questione della Decadenza "ora e subito", fino a caldeggiare la violazione del principio del voto segreto pur di guadagnare simpatia nella sinistra antiberlusconiana ( a parte noi liberali, diversi personaggi dell'altra sponda, tra cui spicca Violante, hanno criticato questa scelta, che verrà rimpianta in un non lontano futuro, per il precedente che ha creato).
Magari c'è riuscito (anche se alla fine quelli voteranno gli originali, e non gli scopiazzatori dell'ultima ora), ma ha perso consensi presso di "noi". E non perché si sia tutti "berluscones" ma perché continuiamo a pensare che i leader poltici avversari vadano sconfitti politicamente, come diceva anche lui, PRIMA.
Prima ancora, c'era stato lo shock "Prodi", candidato dal rottamatore a Presidente della Repubblica. Ma come ? dici di voler parlare anche ai moderati, a quelli del centro destra, e caldeggi una candidatura assolutamente divisiva e di rottura come quella del democristianissimo presidente dell'IRI, poi diventato, grazie a D'Alema, il candidato di facciata del centrosinistra ? Per fortuna ci hanno pensato i 101 "traditori" (che invece gli impallinatori di Marini, in dissenso col voto dell'assemblea generale, erano stati leali...).
Ancora : la difesa strenua del Porcellum, col suo agognato premio di maggioranza. Hai pochi voti ? pazienza, basta che vinci di uno, e chissene frega della rappresentanza democratica. La Corte glielo ha ucciso e lui sospetta il complotto (nascente delirio di onnipotenza?).
Sulla Giustizia, tema fondamentale per il Blog (insieme all'oppressione fiscale) , la pochezza di Renzi è imbarazzante , e nel suo programma su questa materia NON c'è una riga. Le volte che ha parlato sul tema, si è schierato contro l'Amnistia e l'Indulto, sondaggi alla mano.Ho carissimi amici, dirigenti del PD, avvocati, esperti (non per laprofessione, che vuol dire assai poco...) in materia giuridica, in serio imbarazzo per la crassa ignoranza del loro futuro segretario.
Mi sembra che ce ne sia abbastanza. Renzi ancora usa parole d'ordine come "Merito", e promette che con lui il sindacato rosso non avrà più potere interdittivi (almeno questo, per ora !, è rimasto). Ottime cose, ma a questo punto la "fascinazione" è finita, Renzi torna ad essere un avversario, e non è detto più gradito dei suoi competitor, Civati e Cuperlo, che almeno hanno il pregio della chiarezza : si sa chi sono e che Sinistra proporranno.
Renzi no.
Magari ha ragione Caldarola, che invece pubblica l'endorsement che di seguito leggerete, nel vedere nel sindaco di Firenze l'unico che forse riuscirà a mutare in senso veramente socialdemocratico il PD. Altri osservatori attenti e politicamente impegnati, come Tommaso Sessa di RI.SA.LI.RE (e altre associazioni che puntano ad una federazione delle forze laiche ), sono oggi più dubbiosi.
Io, da Liberale, torno sotto la tenda, sperando che presto anche da noi esca una figura nuova e (con)vincente, oltre Berlusconi.
Buone Primarie Signori. E' la VOSTRA partita.
"Voto Renzi senza turarmi il naso"
La decisione di votare per Matteo Renzi non è stata facile per me. In primo luogo per il senso di estraneità che provo verso il Pd. E’ il partito che voto, ma non è il partito che volevo. Di mio sarei socialdemocratico. Non socialista, ma proprio socialdemocratico che mi pare la combinazione più giusta fra due termini pieni di significato, assai più rappresentativi della parola carica di storia e di equivoci come socialismo. Questo partito non è mai nato.
Oggi chi si appella alla tradizione della sinistra contro Renzi omette questa responsabilità e non capisco a quale tradizione si riferisca. La tradizione comunista italiana non è mai stata rivisitata per escluderne gli errori e salvarne il carattere democratico. La storia del Pci è stata buttata nel cestino della spazzatura punto e basta da questi stessi che oggi vogliono invocare la salvezza della sinistra contro Renzi.
La tradizione socialista italiana non è mai stata presa in considerazione perché fino a Craxi considerata ininfluente, anche se dobbiamo al Psi le uniche vere riforme strutturali e di costume del paese, e Craxi è ancora un tabu mentre l’ex procuratore di Milano D’Ambrosio, con colpevole ritardo, ha appena detto che il segretario socialista non si è mai arricchito personalmente. A quale tradizione si rivolgono questi amici? A quella europea? Ma loro avrebbero espulso Schroeder dal socialismo sulla base delle teorie attuali di Fassina. Eppoi negli anni della ubriacatura liberista tutti loro erano su quella scia.
Infine Renzi di oggi non è quello di un anno fa, non demonizza la sinistra, parla a suo nome, ha smesso anche con il tema della rottamazione ad personam, propone ricette istituzionali, politiche e sociali che nella sinistra mondiale hanno ampia cittadinanza ovvero sono persino maggioritarie. Nella Spd uno come Renzi non sarebbe considerato un invasore nella terra dei fedeli, al contrario.
Vado a votare Renzi perché sono stufo dell’ipocrisia di chi alza le vecchie bandiere dopo avere ammainate e senza mai dare una sofferta spiegazione del passato. Vado a votare renzi anche perché il Grande Cambio è la necessità vitale dell’Italia. Un cambio generazionale innanzitutto. C’è una generazione che ha fatto il suo tempo, non sempre ha sbagliato, ma quando ha sbagliato ha sbagliato gravemente. Prendete Massimo D’Alema. Nel libro-intervista firmato con me dice cose interessantissime e si difende bene da accuse indecenti, ma ammette di aver fatto male a fare il premier dopo Prodi. Ma vi parre un piccolo errore? Ha cambiato la storia della sinistra perché ha consegnato il paese alla destra e impedito ai Ds di fortificarsi. Tanto per citare un solo errore.
I giovani dirigenti hanno diritto di provare e di cercare di fare meglio di noi. Se uno di loro proviene da una storia diversa da quella della sinistra non era nel patto evidente di fondazione del pd o si pensava che alla guida del Pd ci sarebbero stati solo attempati dirigenti ex comunisti? Renzi se vorrà, e soprattutto se vincerà, dovrà dare la svolta. Non mi preoccupa la sua voglia di fare un partito diverso. Quello che c’è non lo si incontra quasi mai per la strada. Non lo incontrano gli operai, che votano a destra o per altri, non lo si incontra nelle lotte sociali, non lo incontra neppure il cittadino che vuole fare politica. Io non l’ho incontrato mai e non sono uno che non cerca.
Renzi lo vuole rifare, chi lo ha distrutto teme che faccia sfracelli. Magari. Non temo Renzi neppure per la sua polemica contro i sindacati. E’ ora di mettere sul banco degli accusati i sindacati. Da Cofferati in poi il sindacato italiano è stato un freno. Ridateci Lama, Trentin, Santi, Carniti e ci metto pure il mio caro Del Turco vilmente aggredito in questi mesi. Ecco perché vado a votare senza entusiasmo, senza però complessi di colpa. Mi spiace che la campagna elettorale dei cuperliani sia stata troppo improntata al timore del nemico che si prende la “roba nostra”. La “roba nostra” è una sinistra che vince, che non si sente antropologicamente superiore, che è tollerante, ma che sa anche fare e sa governare. E’ una comunità aperta di donne e uomini che non ha paura del passato perchè sa che sta lì nella bisaccia della storia e dei sentimenti, ma non è la guida per il futuro.
Non ho paura dei trentenni o quarantenni perché so che noi che siamo più avanti negli anni possiamo solo dare buoni consigli solo quando abbiamo la capacità di indicare i nostri errori. Voi votate, ovviamente, per chi vi pare. Ma domani non è uno scontro fra fedeli e infedeli, fra barbari e romani, fra Chiesa e protestantesimo. Si sceglie solo un leader, e se non andrà bene lo cambieremo.
Nessun commento:
Posta un commento