martedì 25 febbraio 2014

L'ABBRACCIO FORTE TRA LETTA E BERSANI : RENZI "NON STARE SERENO"


No, Letta non dimentica. Renzi si può affannare quanto vuole ma l'ex leader dei giovani DC, poi diventato dirigente politico della Margherita e quindi del PD, fino a diventarne vice segretario all'epoca in cui regnava Bersani, assomiglia molto ai leader del passato della Balena Bianca. Gente che appunto NON dimenticava. Magari faceva finta, all'occorrenza era capace anche di alleanze con quelli che erano ormai nemici all'interno dello stesso partito, ma alla prima occasione si vendicava. Andreotti era un maestro in questo, un vero mandarino cinese. Non era il solo, forse il più bravo (il più spietato ?)...
La faccia gelida di Letta, da sfinge, al momento della consegna a Renzi della campanella che "governa" il consiglio dei Ministri, resterà negli annali, così come il suo ingresso oggi in aula, ignorando il banco del governo, salvo uno sfuggente saluto, per mera educazione, che il vicesegretario si era sporto verso di lui, a Delrio, poi la sua salita sui banchi di Montecitorio fino all'abbraccio forte con Bersani, oggi ritornato in aula NON per votare la fiducia a Renzi ma per "salutare Letta". Infine il suo abbandonare la zona occupata dai deputati del PD, per andarsi a sedere nello spazio più basso dell'emiciclo, quello cosiddetto della "commissione dei nove" (che non so cosa sia). Solo.
Io sono stato un critico severo di Letta e del suo governo, e ritenevo e ritengo che il suo impasse dovesse risolversi nello scioglimento delle Camere. Detto questo, quello che Renzi gli ha fatto, dal momento in cui è diventato lui segretario del PD fino alla denenestrazione, è una cosa brutta. La politica non è un gioco per signorine (ma non era il calcio quello ? ) e va bene, ma nemmeno uno può pensare di spezzarmi una gamba e poi io gli sorrido e magari gli dico pure bravo.
Da quello che si vede, all'interno del PD sono in tanti a pensarla così e si è visto dagli applausi convinti, con i deputati che si alzavano in piedi, quando i due leader sconfitti di ieri e l'altroieri si sono abbracciati.
Renzi ha fatto fuori tutti e due, sostenendo a marzo 2013 che non ci fossero i numeri per il governo di cambiamento ( e adesso ci sono ? ),  poi incalzando il governo Letta, con la scusa di stimolarlo e infine accoltellando il premier come abbiamo visto nei giorni scorsi.
Tutto questo al Parlamento non è piaciuto, e si è visto dalla tiepidezza con la quale il nuovo governo è stato salutato ANCHE dai suoi sostenitori (pare che Renzino se ne sia stupito e anche rammaricato...forse non è poi del tutto furbo come pensa) , ma anche fuori, presso la gente, compresa quella che tutto sommato guarda a Renzi con speranza (alcuni della serie : proviamo anche questa ! ) , la netta maggioranza ha disapprovato la manovra di palazzo, il "fratricidio" e il cinismo politico mostrato dal neo Premier ( vedere il sondaggio di Pagnoncelli su http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/02/pagnoncelli-sonda-gli-italiani-il-64.html) .
Dovrà fare molto bene Renzi, che i nemici che si è fatto in questi ultimi mesi sono decisamente tanti.
Ecco il servizio di Libero.it, con anche il video dell'ingresso di Letta e dell'abbraccio con Bersani


 

Camera, Bersani in Aula "per salutare Letta". Ed Enrico siede da solo: che schiaffi a Renzi

Colpo di scena a Montecitorio: arriva Pier, dopo il malore di gennaio. Matteo lo bacia ma il rivale lo gela. E l'ex premier ne combina un'altra



Bersani e Letta, doppio schiaffo a Renzi in Aula

Tutto in pochi minuti, alla Camera: una resa dei conti incrociata in cui a rimetterci la faccia, per una volta, è Matteo Renzi. In pochi metri quadrati si sono ritrovati i tre grandi duellanti del Partito democratico di quest'ultimo anno e mezzo: Pierluigi Bersani, Enrico Letta e, appunto Renzi. Intorno alle 15.30 a Montecitorio entra a sorpresa l'ex segretario del Pd, reduce dall'emorragia cerebrale che lo ha colpito lo scorso gennaio e da cui si sta riprendendo. Standing ovation dei colleghi deputati, Renzi lo ha accolto con un bacio e un abbraccio e il solito tweet in tempo reale: "Grazie a Bersani per essere in aula oggi. Un gesto non scontato, per me particolarmente importante. Grazie". Peccato che ai giornalisti, entrando nell'Aula, l'ex candidato premier democratico e vincitore di Renzi nelle primarie del dicembre 2012 avesse spiegato: "Sono venuto per abbracciare Enrico, ma non è ancora qui...". Discreto schiaffone in faccia al premier che proprio tra qualche ora incasserà la fiducia definitiva.

Letta siede da solo - Fiducia che non ci sarebbe potuta mai essere senza la manovra di palazzo che ha portato alla defenestrazione del suo predecessore, Letta. Che qualche minuto dopo ha fatto il suo ingresso alla Camera, per assistere al dibattito. Subito l'ex Presidente del Consiglio è andato a salutare Pier Luigi Bersani e i due si sono abbracciati tra gli applausi di tutto il Partito Democratico. I cronisti parlamentari riferiscono che poi Letta si sia seduto al centro dell'emiciclo, lontanto dai banchi del Pd. Messaggio mandato a Renzi e a chi sussurra che proprio Letta sia meditando l'addio al partito che lo ha congedato in modo tanto brusco. 

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