Acquisto quotidianamente il Corriere della Sera e leggo la versione on line de La Stampa. A livello di "firme", ritengo che il primo sia superiore al secondo, sia per numero che per qualità (anche se sul giornale torinese scrive il grandissimo Luca Ricolfi, e apprezzo molto sia Deaglio che Toscano). Ovviamente si tratta di preferenze personali ma tra Panebianco, Polito, Galli della Loggia, Ostellino, Battista, Ainis, il duo Alesina e Giavazzi da una parte (ma potrei continuare : Taino, Salvati, Belardelli), e Riotta, Sorgi, Geremicca, Gualmini dall'altra, per me non c'è partita. Però per la parte giornalistica vera e propria, insomma le notizie e non i commenti, ritengo che la Stampa sia migliore : più asciutta e "imparziale" (o meglio ci prova).
E' per questo, magari qualcuno lo avrà notato, capita che le notizie postate sul Blog, e non gli editoriali, siano ultimamente più spesso ripresi dalla Stampa on line.
Anche oggi, in ordine alla definitiva pronuncia della Cassazione sul caso Abu Omar, ho preferito il taglio sobrio e chiaro del giornale caro alla famiglia Agnelli.
Come potete leggere, la spy story finisce qui, con la Corte che si allinea alla pronuncia della Consulta e dichiara l'azione "coperta dal segreto di Stato", annullando la sentenza della Corte d'Appello di Milano "senza rinvio". In realtà le prime corti di giustizia che si erano occupate della vicenda si erano attenute al principio poi affermato dalla Corte Costituzionale, e fu proprio la Cassazione all'epoca (eravamo nell'aprile 2012) a bocciare quella scelta e a rimettere la questione avanti alla Corte d'Appello di Milano. Nel nuovo processo arrivarono le condanne ai servitori dello Stato (perché coloro che si occupano di servizi segreti lo sono, e tutti gli Stati ne sono dotati) . Per fortuna stavolta ci ha pensato la Consulta http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/10/schiaffo-della-consulta-alla-corte.html), risolvendo il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato a favore dell'Esecutivo e contro i giudici, a mettere a posto le cose. Naturalmente il PG presso la Cassazione non era disposto ad arrendersi, che ha chiesto sì l'annullamento della sentenza sulla base della pronuncia dei giudici costituzionali ( e ci sarebbe mancato il contrario!) ma anche un nuovo rinvio, che non sia mai detto che non si riusciva a trovare altri motivi per condannarli Pollari e Mancini...
Stavolta la Cassazione non è caduta in tentazione e ha fischiato la fine senza ulteriori tempi supplementari.
Abu Omar, tutti prosciolti in Cassazione
“L’azione era coperta da segreto di stato”
Annullata la sentenza della Corte d’appello che aveva condannato
l’ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari, Marco Mancini e altri tre 007
l’ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari, Marco Mancini e altri tre 007
ANSA
Nicolò Pollari, ex presidente del Sismi
L’azione penale «non poteva essere proseguita per l’esistenza del
segreto di Stato»: per questo motivo la Cassazione ha prosciolto Nicolò
Pollari, Marco Mancini e tre agenti del Sismi per la vicenda Abu Omar.
Con questo dispositivo la prima sezione penale della Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Milano il 12 febbraio 2013, nel processo di appello bis, con la quale Pollari era stato condannato a 10 anni di reclusione, il suo vice Marco Mancini a 9, e a 6 anni ciascuno i tre agenti del Sismi Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia. Con questa decisione la Cassazione ha preso atto dell’ultima pronuncia della Consulta sul segreto di Stato nel caso Abu Omar.
I giudici della Suprema Corte presieduti da Maria Cristina Siotto, non hanno dunque accolto le conclusioni del sostituto pg di Cassazione Aurelio Galasso, che stamane, nella sua requisitoria, aveva sollecitato l’annullamento delle condanne con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello milanese. Secondo il pg, infatti, i giudici di Milano, nonostante la recente sentenza con cui la Corte Costituzionale ha accolto i conflitti sollevati dal governo sul segreto di Stato, avrebbero potuto vagliare ancora il materiale probatorio per valutare le responsabilità degli imputati. La Cassazione, invece, ha deciso di chiudere qui il processo, come chiesto stamattina dalle difese. Se ci fosse stato un ulteriore procedimento a Milano a carico di Pollari, Mancini e gli altri agenti del Sismi, in ogni caso, il reato sarebbe caduto in prescrizione, i cui termini sarebbero maturati ad aprile.
Per gli ex vertici del Sismi, sia in primo che in secondo grado era stato pronunciato il non luogo a procedere «per segreto di Stato». Era stata proprio la Cassazione (Quinta Sezione Penale), nel settembre 2012, a riaprire il processo a loro carico, annullando i proscioglimenti e disponendo un appello-bis. In sede di rinvio, il 12 febbraio 2013, dunque, la Corte d’Appello di Milano aveva condannato gli imputati. Con la pronuncia della Consulta di circa un mese fa - le motivazioni sono state depositate il 13 febbraio scorso - sono stati accolti i conflitti di attribuzione presentati da palazzo Chigi contro i verdetti della Cassazione e dei giudici milanesi: In tal modo , la Consulta ha di nuovo precisato (si era già occupata del caso nel 2009) i principi riguardanti il segreto di Stato.
Con questo dispositivo la prima sezione penale della Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Milano il 12 febbraio 2013, nel processo di appello bis, con la quale Pollari era stato condannato a 10 anni di reclusione, il suo vice Marco Mancini a 9, e a 6 anni ciascuno i tre agenti del Sismi Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia. Con questa decisione la Cassazione ha preso atto dell’ultima pronuncia della Consulta sul segreto di Stato nel caso Abu Omar.
I giudici della Suprema Corte presieduti da Maria Cristina Siotto, non hanno dunque accolto le conclusioni del sostituto pg di Cassazione Aurelio Galasso, che stamane, nella sua requisitoria, aveva sollecitato l’annullamento delle condanne con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello milanese. Secondo il pg, infatti, i giudici di Milano, nonostante la recente sentenza con cui la Corte Costituzionale ha accolto i conflitti sollevati dal governo sul segreto di Stato, avrebbero potuto vagliare ancora il materiale probatorio per valutare le responsabilità degli imputati. La Cassazione, invece, ha deciso di chiudere qui il processo, come chiesto stamattina dalle difese. Se ci fosse stato un ulteriore procedimento a Milano a carico di Pollari, Mancini e gli altri agenti del Sismi, in ogni caso, il reato sarebbe caduto in prescrizione, i cui termini sarebbero maturati ad aprile.
Per gli ex vertici del Sismi, sia in primo che in secondo grado era stato pronunciato il non luogo a procedere «per segreto di Stato». Era stata proprio la Cassazione (Quinta Sezione Penale), nel settembre 2012, a riaprire il processo a loro carico, annullando i proscioglimenti e disponendo un appello-bis. In sede di rinvio, il 12 febbraio 2013, dunque, la Corte d’Appello di Milano aveva condannato gli imputati. Con la pronuncia della Consulta di circa un mese fa - le motivazioni sono state depositate il 13 febbraio scorso - sono stati accolti i conflitti di attribuzione presentati da palazzo Chigi contro i verdetti della Cassazione e dei giudici milanesi: In tal modo , la Consulta ha di nuovo precisato (si era già occupata del caso nel 2009) i principi riguardanti il segreto di Stato.
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