venerdì 7 marzo 2014

RENZINO, L'UOMO DEL DOMANI (MA OGGI QUANDO VIENE ? )

 
Io appartengo a quelli definiti berlusconiani dal popolo di sinistra, o meglio da quella parte meno habens dello stesso, per il fatto di aderire alla tesi dell'accanimento giudiziario (il che non significa che pensi che sia un santo o sempre estraneo ai fatti che nel corso di 20 anni e 50 processi gli sono stati attribuiti. Non so chi lo definì il "colpevole più perseguitato della storia". Secondo me è azzecata ) e di negare che l'uomo abbia rappresentato la rovina dell'Italia. Troppa importanza, che il Cavaliere ha solo seguito un solco iniziato negli anni 70, con il ricorso al denaro facile del debito, utile alle clientele e alla pax sociale, il rafforzamento delle caste e delle corporazioni, il welfare irrazionale e a pioggia, insomma i pasti gratis per tutti. Tutto questo fondato purtroppo non solo sui proventi di un'economia che incredibilmente, in 25 anni di dopoguerra, era diventata da misera ed agricola, a ricca e industriale, ma sul ricorso sempre più dissennato all'indebitamento. 
Tutto questo, e altro ancora, quando nel 1994 Berlusconi vince le sue prime elezioni, c'era già. Ed è continuato. Non mi pare essere una tesi assolutoria, semmai il rifiuto della demonizzazione a buon mercato.
Certo, il Cavaliere non si è presentato agli elettori dicendo : farò in modo che tutto resti com'è.
Fece promesse, annunciò la rivoluzione liberale ( magari qualche dubbio ci poteva venire, visto gli alleati : Casini, Fini, Cicchitto..Certo c'erano in Forza Italia Martino e Urbani, ma abbiamo visto quanto sono durati e che influenza hanno avuto), l'affermazione della meritocrazia e tutta una serie di splendide riforme, tra cui, naturalmente, la diminuzione delle TASSE, con le due mitiche aliquote secche, la massima al  35%....
Vabbè, abbiamo visto che così non è stato. L'uomo afferma che è stato ostacolato in tutti i modi, da giudici e traditori, e denunciando un'architrave istituzionale che penalizza fortissimamente i governi. Quest'ultima cosa deve essere vera, che oggi la dicono quasi tutti, tranne la banda di Arcais e compagnia cantante. 
Però De Gaulle, per imporre la Quinta Repubblica, si dimise, riuscì a imporre un referendum, vinse e cambiò la Francia. Anni dopo ritentò la stessa manovra, perse e se ne andò. Ecco, Berlusconi non è De Gaulle.
Parlando di promesse, e di annunci, c'è da dire che Rendi, che per molti ha - colpevolmente ovviamente - diversi tratti del  cavaliere oscuro,  su questo sta superando il maestro.
Basta vedere cosa è stato capace di dire in pochi giorni che è a Palazzo Chigi.
Facci ne fa un divertente riassunto


 

Appunto

Facci: L'uomo che venne dal futuro


17 febbraio: «Partiremo da Italicum e lavoro, a febbraio legge elettorale e abolizione del Senato, poi da marzo lavoro e fisco». Stesso giorno: «Ho telefonato al nuovo presidente della Sardegna, cominciamo il domani». 23 febbraio: «Non ci saranno nuove tasse». 24 febbraio: «A giugno arriverà un pacchetto per riformare la giustizia», «primo punto programmatico sarà il rilancio dell’educazione», «da giugno a settembre sarà realizzato un piano straordinario per le infrastrutture scolastiche», «interverremo attraverso delle regole normative anche profondamente innovative per attrarre investimenti». 26 febbraio: «Avremo un incontro coi lavoratori Electrolux nei prossimi giorni». Stesso giorno: «Taglieremo l’Irap del 30 per cento». 27 febbraio: «Ridurremo il cuneo fiscale di 10 miliardi». 28 febbraio: «Presenteremo un nuovo “salva Roma”». 2 marzo: «Aggredirò i patrimoni criminali, porterò l’emergenza al semestre Ue». 5 marzo: «Mercoledì lanceremo importanti provvedimenti», «sbloccheremo il Patto di stabilità soprattutto al Nord, cercheremo una soluzione per dare una corsia preferenziale ai soldi per la scuola». Partiremo. Arriverà. Domani. Saranno. Sarà. Interverremo. Avremo. Taglieremo. Ridurremo. Presenteremo. Aggredirò. Porterò. Lanceremo. Sbloccheremo. È rimasta in coda questa: 22 febbraio, Ansa, ore 16.18: «“Tanti fatti e pochi annunci”, il neo premier Matteo Renzi lo ha chiesto in occasione del primo incontro in consiglio dei ministri».

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