mercoledì 9 aprile 2014

A SALERNO IL GIUDICE ASSOLVE IL PADRE ACCUSATO DI ABUSO SUL FIGLIO E TRASMETTE GLI ATTI AL PM CONTRO LA MADRE E I CONSULENTI.




Cominciamo dalla fine :

Tribunale di Salerno, il Giudice dell'Udienza Preliminare.....

Sul punto, tenuto conto del complessivo tenero della relazione, sintomatico di una preconcetta adesione alla tesi del denunciante, sarà allora necessario un adeguato approfondimento investigativo che, oltre all'individuazione di eventuali ipotesi di falso in atto pubblico, dovrà anche riguardare l'informazione preliminare che i due consulenti hanno inopinatamente  ritenuto di dover inviare al Tribunale dei Minori per ottenere l'immediata quanto ingiustificata interruzione degli incontri padre - figlio, sovrapponendosi alla competenza del PM, che si era invece limitato a chiedere la prosecuzione degli incontri in forma protetta, in attesa di una più accurata verifica della notizia di reato (missiva del 20.3.2009 ) ; una condotta che avendo comportato la divulgazione di  notizie riguardanti un procedimento penale ancora pendente in fase di indagine , apprese dai consulenti in ragione dell'incarico ricevuto, potrebbe essere inquadrata nella fattispecie di cui all'art. 379 bis del C.P. 
Certo è che neppure alla consulenza in esame , per tutte le considerazioni fin qui espresse, può essere attribuito un pur minimo rilievo probatorio, rispetto all'accusa di violenza sessuale, della quale l'imputato è richiamato a rispondere.
Per questa parte il procedimento deve quindi necessariamente concludersi con una sentenza ex art. 530 cpp perché il fatto non sussiste

La sentenza è del 3.3.2014, e chi vuole la può leggere per intero (io l'ho fatto) aprendo il link : http://www.societapsicologiagiuridica.org/documenti/giurisprudenza/158-sentenza-salerno.html
Il reato da cui il coraggioso Giudice ha assolto l'imputato, che qui chiamerò Mario Rossi, era quello infame ed infamante di abusi sessuali nei confronti del proprio figlio di 3 anni...
Non è un'eccezione, anzi, nel campo delle separazioni ad alta conflittualità è la regola sia il ricorso alla denuncia per abuso (sta prendendo piede quella di maltrattamenti) che il riconoscimento della falsità della stessa. Non c'è ancora un'indagine ISTAT in questo senso ( e chissà se ci sarà mai, che anche l'Istituto di statistica cavalca le mode mediaticamente con più share) , però raccogliendo un po' di numeri qua e là si scopre che i risultati sono omogenei e sconsolanti.
E così abbiamo la D.ssa Monteleone, PM della Procura di Roma e "capo" dell'ufficio che si occupa prevalentemente di denunce collegate alle separazioni conflittuali, che in un convegno del luglio 2012 rivelava che delle circa 1.500 denunce ricevute per reati in qualche modo collegati alla patologia giuridica familiare, tra cui stalking e maltrattamenti, solo UN QUARTO si concludevano con una condanna ! (considerate che normalmente la percentuale di condanne nel processo penale ordinario è del 75% ! ).
Luca Steffanoni, nel sul libro "Presunto Colpevole" registrava come :  «nella classifica degli abusatori di minori si collocano, con un sorprendente 80 per cento, i padri separati denunciati dall'ex-moglie in concomitanza o immediatamente dopo la richiesta di divorzio».

L'Eco di Bergamo del 31.1.2009 riportava i dati forniti dalla Procura cittadina che rivelava come si fosse  passati dai 278 casi del 2006 ai 306 del 2007, fino ai 382 del 2008, in pratica più di una denuncia al giorno (parliamo della sola provincia bergamasca !!).
L'unica pubblicazione scientifica al momento esistente in Italia, elaborata dall'Università di Modena cattedra di Neuropsichiatri Infantile  del Dott. Camerini, ha verificato che nelle denunce di abuso sessuale fatte da genitori separandi o divorziandi, nel 92% dei casi l'accusa si rivela INFONDATA.
Nel 2011, secondo il Dr. Nestola, già presidente della Federazione Nazionale della Bigenitorialità. su 5.000 denunce le archiviazioni sarebbero state 4.000, l'80%, che si avvicina molto e pericolosamente al dato dell'Università di Modena.
Ricordato tutto questo, torniamo alla sentenza di Salerno, con il Giudice che stavolta, e lodevolmente, non si limita ad assolvere il nostro Mario Rossi, ma  rimette gli atti al PM perché  proceda nei confronti non solo della denunciante, la madre del piccolo Giulio (altro nome di fantasia) , che qualche volta è già capitato ( il reato è quello di calunnia), ma anche e FINALMENTE nei confronti dei due consulenti tecnici che così male hanno fatto il loro lavoro. E questa invece è una RIVOLUZIONE, che sarebbe meraviglioso prendesse piede. Già, perché se tanti sciagurati genitori hanno intrapreso questo colpevole e vergognoso andazzo, la responsabilità grande, da sanzionare e reprimere, è quella di noi avvocati ma anche e soprattuto dei consulenti, sia di parte che d'ufficio.
Nella vicenda, rivelatami dall'amico Cataldo Intrieri, difensore insieme al collega Federico Conte dello sventurato padre, compaiono a dare il loro pessimo contributo una sfilza di dottori ed "esperti", diversi anche di strutture pubbliche, tutti impegnati a dare il peggio di sè. Per fortuna il precedente di Rignano Flaminio e le durissime parole della Corte di Cassazione contro il cattivo lavoro di periti ed inquirenti di quella allucinante vicenda, hanno fatto scuola, e aumentano i giudici che diffidano delle mere conclusioni peritali e fanno le pulci sul COME alle stesse si sia arrivati. E anche in questo processo si può leggere di audizioni del minore svoltesi senza tenere conto delle più elementari istruzioni dei protocolli e delle linee guida proposti dai laboratori scientifici del settore   e recepiti come punti di riferimento nella giurisprudenza. Questo nonostante la resistenza di molte "scuole" di psicologi, particolarmente nefasta quella romana, cui piacerebbe rivendicare la libertà e la discrezionalità ampia di cui hanno sempre ahinoi goduto. Per fortuna di Mario Rossi, nel caso del piccolo Giulio  queste audizioni furono videoregistrate (strano autogol) per cui i periti del Giudice e poi quest'ultimo hanno potuto assistere, immagino allucinati, a delle specie di veri e propri interrogatori, condotti con meticolosa pazienza( bé qualche volta però il picoolo Giulio viene pacatamente invitato a "non dire bugie"...), dove le domande erano ripetute con metodo pervicace finché non arrivavano le risposte giuste....
"Di che colore era la pipì del papà ?" Risposta "gialla"...dopo un po' la stessa domanda, e la risposta "nera"...e poi ancora, "gialla"....finché, evviva evviva, arriva quella "GIUSTA" : BIANCA.
In certi momenti, leggendo i passi delle trascrizioni riportate dal Giudice, mi sono sentito precipitare a 40 anni fa, quando studente delle elementari mi affannavo nelle prime interrogazioni a cercare di capire che caspita voleva sentirsi rispondere il maestro, che ogni tentativo mi andava buca...
E così, nonostante la madre di Giulio abbia schierato una pediatra, una dottoressa del NOT di Salerno (nucleo operativo della ASL contro i maltrattamenti), due consulenti di parte, poi altri due, denunciato l'operato del primo consulente della procura (con false insinuazioni) perché aveva negato tracce di abuso e ottenuto l'arrivo dei campioni romani del "Centro Infanzia Violata" (già il nome sa di pregiudizio) , alla fine la Giustizia trionfa, con l'assoluzione di Mario.
Trionfa  ? 
Quando è iniziata questa vicenda era il 2009, Giulio aveva 3 anni. Adesso ne ha 8, da cinque non vede il padre, e nessuno temo gli toglierà mai dalla testa di avere subito degli abusi da lui.
Ci sarà l'appello e la Cassazione, e  quelli del Tribunale Civile e dei Minori, che ognuno è libero di dire la sua, chissà come si regoleranno nel frattempo. Probabilmente lasceranno le cose come stanno, perché la sentenza di assoluzione sarà stata impugnata. 
La madre avrà comunque VINTO, privando l'odiato exmarito del figlio, e poco importa a lei se nel frattempo avrà reso questo servizio anche a Giulio, cresciuto senza un padre. Speriamo che almeno paghi (intanto facendo cessare SUBITO il sovvenzionamento statale di 180.000 euro al centro anti abusi di Baronissi fondato, guarda un po', da questa madre e dalla dottoressa del NTO di Salerno, la sua prima e fidata alleata...), e con lei chi ha fatto così male il suo lavoro.
Perché il problema più grande di questa deriva siamo proprio NOI, i cosiddetti addetti ai lavori, che ci riempiamo la bocca dell'interesse superiore dei minori e poi ci presentiamo in udienza senza aver letto le carte e facendo rinvii osceni (i giudici), oppure consigliamo ai nostri clienti le strategie per "vincere" ad ogni costo e comunque, in questo noi avvocati affiancati a lautamente prezzolati consulenti oggi capace di negare sotto giuramento l'esistenza della PAS e domani, in un altro processo, a difendere a spada tratta l'alienazione parentale determinata dal genitore manipolatore. 
E' diventato un business, e per migliaia di colleghi e professionisti seri disposti a non essere arruolari nella guerra a spese dei minori, ce ne sono altrettante migliaia pronti al marciapiede.
Ben vengano le sanzioni, di ogni genere.




 

6 commenti:

  1. ELENA

    Ho letto dal tuo blog articolo sulla sentenza di Salerno e mi piace molto una sola cosa il centro si chiama NOT nucleo operativo territoriale e non NTO bella anche l'immagine della madre complimenti per la sagacia

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  2. ANTONIO

    Complimenti al lavoro dei difensori ed al coraggio dei magistrati.

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  3. CATERINA

    Benissimo, finalmente! Distruggere il patrimonio d'affetto, fiducia e tenerezza tra un bambino e il proprio genitore è un'azione veramente abietta. Spero davvero che madre e consulenti vari vengano condannati in modo esemplare.Bravissimi giudice e avvocati !

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  4. RAF

    Da leggere anche : http://www.psychomedia.it/.../separ/ABO_LOHA_NESTOLA.pdf

    Rimane una goccia nel mare. Cmq anche una condanna non risolve il problema del bambino.

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    1. Forse non è proprio così Raf, perché proprio a gennaio di quest'anno c'è per esempio una sentenza della CAssazione, di cui parlerò, che inverte la giurisprudenza in questa materia, stabilendo come non debba essere sistemico l'allontanamento del gentiore accusato di abuso, sulla base della semplice denuncia.

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  5. tutti possiamo denunziare ma per allontanare un genitore un parente ci voglio prove concrete dopo aver costatato che ciò che si denunzia sia vero, prendete il mio caso zio di una bambina stupenda e stata allontanata senza nemmeno chiedere alla mamma ho il padre se le accuse fatte nei miei confronti (fratello della mamma della bambina che e stata allontanata) nonostante che io in quel periodo ero a mille km da luogo di dove stava mia nipote e non per un giorno ho un mese ma da quasi 10 anni che per motivi di lavoro stavo al nord italia non potete nemmeno immaginare quello che sto passando senza sapere niente e non è giusto in italia abbiamo il vizio di condannare leggendo solo i giornale e la cosa più grave e che vieni messo pure all'angolo dalla società e anche lavorativamente in somma si perde tutto senza nemmeno iniziare il primo grado di giudizio (ASSURDO)

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