lunedì 7 aprile 2014

CONSIGLIO (AMARO) AI VENETI : LA PROSSIMA VOLTA MEGLIO PROCURARSI UN NOTO ATTORE DI SINISTRA PIUTTOSTO CHE IL "TANKO". TEATRO VALLE INSEGNA.



 
Come, come, come non plaudire l'ironia, con punte anche di amaro sarcasmo, dell' ex direttore Pierluigi Battista che confronta lo Stato forte e intransigente contro i "sovversivi" (terroristi ??) veneti e quello comprensivo e tollerante di fronte alla perdurante occupazione di un bene pubblico, nella fattispecie uno storico Teatro della Capitale, il Valle. Diranno Direttore, lo sa benissimo, che il paragone è assurdo, che le cose non sono paragonabili. Certo, infatti la prima è stata stroncata subito e con ovvia facilità, data la pericolosità dei soggetti, e la seconda perdura da due anni.
Inevitabile e perfetta la chiosa finale, col "consiglio”  ai pericolosi secessionisti : la prossima volta, più che del tanko, si preoccupassero di munirsi di un attore alla moda. Di sinistra, aggiungo io...






Stato intransigente ma non con tutti
 
  Ma sì, che lo Stato mostri la faccia più feroce che ha, con questi guerrieri alticci che delirano sull’indipendentismo veneto. Che si smantelli senza pietà il loro Tanko di ferraglie e cartone.

Ben vengano le retate per questi bulli veneti che si preparano al telefono per piani secessionisti, armati di qualche eventuale pistola di provenienza albanese. Nessuna indulgenza: tutti in galera, e il loro capo in cella d’isolamento. Massima intransigenza. Massima inflessibilità. Si aspetta il sequestro dei fiaschi di vino con cui gli indomiti combattenti di San Marco innaffiano le loro fantasticherie eversive.

Lo Stato non fa sconti, con nessuno. Anzi, con qualcuno sì. Certo, è poco credibile lo Stato che si fa severamente arcigno con le cartelle Equitalia, ma non sa onorare i suoi debiti con le imprese che hanno lavorato per le amministrazioni pubbliche e che da anni non ricevono il dovuto. Però bisogna far rispettare la legge: giusto. Bisogna che si sappia che è inammissibile costruire ridicoli e innocui carri armati in garage: giusto. Non bisogna guardare in faccia a nessuno, nemmeno a quella rubizza di qualche veneto sfessato che insegue sogni di indipendenza, come i mattocchi del villaggio. Bisogna dare una lezione esemplare. Almeno con questi veneti rozzi e impresentabili. Perché se invece hai l’espressione sexy degli okkupanti abusivi del Teatro Valle a Roma, se viene coinvolto qualche attore figo e un sacco di sinistra, allora puoi appropriarti all'infinito di un bene pubblico, farne quello che vuoi senza renderne conto a nessuno, non pagare le bollette che tanto a pagare ci pensa il Comune, evadere tranquillamente i contributi Siae facendo concorrenza sleale a chi paga le tasse e rispetta la legge, addirittura accompagnare alla porta i funzionari della Digos che si sono presentati e hanno dovuto alzare i tacchi per non disturbare gli artisti creativi che si sono impossessati con la sopraffazione di un “nostro” teatro.
Non hanno capito, quei veneti avvinazzati che si parlano al telefono come tante comparse della commedia dell’arte, che l’intransigenza dello Stato è a velocità variabile: velocissima con gli sfigati, lentissima con chi gode di amicizie, considerazione, appoggi politici nella giunta di Roma, solidarietà di clan. A volte la legge va fatta rispettare fino alle estreme conseguenze, con la cella di massimo isolamento per il capo dei guerrieri. A volte no: meglio non apparire come biechi oppressori che vogliono soffocare la libera creatività e la genialità artistica di artisti che parlano come un volantino stampato, con il linguaggio legnoso, arido e incolto appreso e digerito “ner movimento”. Fanno la faccia feroce in Veneto, tra i guerrieri alticci di San Marco, che è tanto facile. Occupano un teatro storico e nessuno osa eccepire, controllare. La prossima volta lascino perdere il tanko. Si muniscano di un attore alla moda. E’ più efficace

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