Come, come, come non plaudire l'ironia, con punte anche di
amaro sarcasmo, dell' ex direttore Pierluigi Battista che confronta lo Stato
forte e intransigente contro i "sovversivi" (terroristi ??) veneti e
quello comprensivo e tollerante di fronte alla perdurante occupazione di un
bene pubblico, nella fattispecie uno storico Teatro della Capitale, il Valle.
Diranno Direttore, lo sa benissimo, che il paragone è assurdo, che le cose non
sono paragonabili. Certo, infatti la prima è stata stroncata subito e con ovvia
facilità, data la pericolosità dei soggetti, e la seconda perdura da due anni.
Inevitabile e perfetta la chiosa finale, col "consiglio” ai pericolosi secessionisti : la prossima
volta, più che del tanko, si preoccupassero di munirsi di un attore alla moda.
Di sinistra, aggiungo io...
Stato intransigente ma non con tutti
Ma sì, che lo Stato
mostri la faccia più feroce che ha, con questi guerrieri alticci che delirano
sull’indipendentismo veneto. Che si smantelli senza pietà il loro Tanko di
ferraglie e cartone.
Ben vengano le retate per questi bulli veneti che si
preparano al telefono per piani secessionisti, armati di qualche eventuale
pistola di provenienza albanese. Nessuna indulgenza: tutti in galera, e il loro
capo in cella d’isolamento. Massima intransigenza. Massima inflessibilità. Si
aspetta il sequestro dei fiaschi di vino con cui gli indomiti combattenti di
San Marco innaffiano le loro fantasticherie eversive.
Lo Stato non fa sconti, con nessuno. Anzi, con qualcuno sì.
Certo, è poco credibile lo Stato che si fa severamente arcigno con le cartelle
Equitalia, ma non sa onorare i suoi debiti con le imprese che hanno lavorato
per le amministrazioni pubbliche e che da anni non ricevono il dovuto. Però
bisogna far rispettare la legge: giusto. Bisogna che si sappia che è
inammissibile costruire ridicoli e innocui carri armati in garage: giusto. Non
bisogna guardare in faccia a nessuno, nemmeno a quella rubizza di qualche
veneto sfessato che insegue sogni di indipendenza, come i mattocchi del
villaggio. Bisogna dare una lezione esemplare. Almeno con questi veneti rozzi e
impresentabili. Perché se invece hai l’espressione sexy degli okkupanti abusivi
del Teatro Valle a Roma, se viene coinvolto qualche attore figo e un sacco di
sinistra, allora puoi appropriarti all'infinito di un bene pubblico, farne
quello che vuoi senza renderne conto a nessuno, non pagare le bollette che tanto a pagare ci pensa il Comune, evadere
tranquillamente i contributi Siae facendo concorrenza sleale a chi paga
le tasse e rispetta la legge, addirittura accompagnare alla porta i
funzionari della Digos che si sono presentati e hanno dovuto alzare i
tacchi per non disturbare gli artisti creativi che si sono impossessati
con la sopraffazione di un “nostro” teatro.
Non hanno capito, quei veneti avvinazzati che si parlano al telefono come tante comparse della commedia dell’arte, che l’intransigenza dello Stato è a velocità variabile: velocissima con gli sfigati, lentissima con chi gode di amicizie, considerazione, appoggi politici nella giunta di Roma, solidarietà di clan. A volte la legge va fatta rispettare fino alle estreme conseguenze, con la cella di massimo isolamento per il capo dei guerrieri. A volte no: meglio non apparire come biechi oppressori che vogliono soffocare la libera creatività e la genialità artistica di artisti che parlano come un volantino stampato, con il linguaggio legnoso, arido e incolto appreso e digerito “ner movimento”. Fanno la faccia feroce in Veneto, tra i guerrieri alticci di San Marco, che è tanto facile. Occupano un teatro storico e nessuno osa eccepire, controllare. La prossima volta lascino perdere il tanko. Si muniscano di un attore alla moda. E’ più efficace
Non hanno capito, quei veneti avvinazzati che si parlano al telefono come tante comparse della commedia dell’arte, che l’intransigenza dello Stato è a velocità variabile: velocissima con gli sfigati, lentissima con chi gode di amicizie, considerazione, appoggi politici nella giunta di Roma, solidarietà di clan. A volte la legge va fatta rispettare fino alle estreme conseguenze, con la cella di massimo isolamento per il capo dei guerrieri. A volte no: meglio non apparire come biechi oppressori che vogliono soffocare la libera creatività e la genialità artistica di artisti che parlano come un volantino stampato, con il linguaggio legnoso, arido e incolto appreso e digerito “ner movimento”. Fanno la faccia feroce in Veneto, tra i guerrieri alticci di San Marco, che è tanto facile. Occupano un teatro storico e nessuno osa eccepire, controllare. La prossima volta lascino perdere il tanko. Si muniscano di un attore alla moda. E’ più efficace
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