martedì 8 aprile 2014

LA TABELLA CHE DICE SCUDETTO ALLA JUVE


Avevo ragione io, quando, dopo la vittoria della Roma a Cagliari (non voglio nemmeno pensare cosa sarebbe accaduto a parti invertite : Llorente che molla una manata ad un avversario in un fallo isterico e folle, non viene espulso e poi diventa il goleador decisivo della partita...qui a Roma le Radio ne parlavano da qui a Pasqua, ma NON la prossima, fino a quella del 2015 !! ), scrissi che ero certo che quel -5 di distacco fosse fittizio, così come lo era stato il + 14 della Juve quando alla Roma mancava l'incontro casalingo contro il Parma. In realtà, il distacco verosimile, ancorché non matematico, era + 11 allora e + 8 dopo l'ultima domenica. E così è stato. Non era difficile, giocando in casa contro il Livorno. 
Ha ragione però anche il mio amico Cataldo il quale mi sfotteva dicendo che le mie esternazioni in realtà erano esorcismi. Ce l'ha nella misura in cui nel calcio l'impossibile non esiste e non è un modo di dire; come ricordato altre volte, la Juventus nella sua storia ha vissuto rimonte incredibili, sia subendole che realizzandole. Ricordo 6 punti smarriti in tre giornate consecutive a favore del Torino, che vinse lo scudetto, e allora la vittoria valeva 2 punti, non 3, e i pareggi non erano passi falsi ; il nubifragio di Perugia, anche lì con 6-7 punti di vantaggio smarriti in sole 7 gornate dalla fine ma anche la "Fatal Verona" nel 1973 quando sorpassammo all'ultimo turno un Milan che sentiva già lo scudetto in tasca, o il 5 maggio con le lacrime di Ronaldo e dell'Inter. Insomma accade raramente, però accade. 
Chi ha sofferto questo tipo di delusioni non è quindi mai veramente tranquillo, e quando io scrivo : la Juve ha vinto lo scudetto - link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/03/ecco-perche-la-juve-ha-vinto-lo-scudetto.html - lo faccio anche, come appunto insinuava Cataldo, per tenere a bada i fantasmi di ogni tifoso che pensa di avere ormai vinto e invece... Però, come da carattere, non lo faccio ricorrendo a santini e acque benedette come il Trap, Mourinho e altri scaramantici religiosi.
Mi affido ai NUMERI, che proprio per la loro obiettività forniscono rassicurazioni maggiori.
Forte dunque degli allora 11 punti di vantaggio dopo la vittoria col Genoa, feci una mia tabella scudetto che ho già postato e che ripropongo : Catania 3 punti, Parma 1, Napoli 0, Livorno 3, Udinese 1, Bologna 3, Sassuolo 3, Atalanta 3, Roma 0, Cagliari 3.  Il Totale dava, a 10 giornate dal termine, 20 punti a cui aggiungere gli 11 di vantaggio e quindi 31 = SCUDETTO. Infatti la Roma, anche vincendole tutte, non poteva realizzare più di 30 punti. 
Rispetto a quella tabella, la Juve ha già migliorato il ruolino di marcia, che io temevo la possibilità di un pareggio casalingo col Parma di Donadoni che stava facendo molto bene. Invece abbiamo vinto, e quindi ho 2 punti da "sperperare" magari col Sassuolo (!!!!???) oppure in casa con l'Atalanta. Insomma, un passo falso in più. 
A sei giornate dalla fine abbiamo :
1) storicamente NON è MAI successo che la prima disperda 8 punti di vantaggio 
2) La Juve, su sei partite, può sbagliarne la META', pareggiandone due e perdendone una e finirebbe comunque davanti. 
3) Di più : anche nel caso la Juve si facesse raggiungere dalla Roma, e diciamo finissero il campionato entrambe a 94 punti - il che vorrebbe dire che la Signora, su 18 punti in palio ne realizzasse appena 10, poco più della  metà, quindi perdendo ben due partite (quante nelle precedenti 32...)  e pareggiandone una - la Signora potrebbe probabilmente contare, pure capitolando a Roma, nella migliore differenza reti con la rivale, visto il rotondo risultato dell'andata : 3-0.
Questi i numeri, che non sono opinioni.
Poi ci sono fattori più squisitamente calcistici, come il calendario. Ebbene, la Roma deve giocare con due buone squadre, come Fiorentina e Milan (la prima a Firenze), mentre la Juve ha tutte squadre di bassa classifica (a parte i giallorossi ovviamente), con eccezione dell'Atalanta che però affronta in casa (come del resto i lupacchiotti). Oltretutto, come ha ricordato Capello e come i clamorosi distacchi in classifica dimostrano - il Napoli, terzo, è a 12 punti dalla seconda e 20 dalla prima !! - c'è un gap notevolissimo tra le prime due e il resto della classe.  Il Livorno che pareggia con l'Inter ieri è stato facilmente dominato dalla Juventus, che pure conferma di finire la stagione sulle forze, ma che resta comunque superiore alle compagini del campionato. Per dire, tra Juve e Sassuolo ci sono 60 punti, col Bologna 57, con l'Udinese 46....Certo, poi in campo all'inizio è sempre 0-0, ci sono 11 calciatori per parte e non gioca la classifica. Però, anche questa Juve al 60% di fine stagione, la mia tabella la può rispettare senza affanno, che è decisamente comoda. 
Sia Totti che De Rossi, i leader della Roma, interrogati sul ritornello che ci accompagnerà almeno per i prossimi due-tre turni, e quindi che percentuali davano alla rimonta romanista, hanno risposto "ZERO".
Scaramantici ? No, uomini di calcio esperti. Poi, ovviamente, loro proveranno a vincere tutte le partite, realizzando comunque un risultato monstre, con 94 punti !! . Oltretutto , puntanto alla prima, e non facendo calcoli sull'amministrazione del vantaggio sul Napoli, hanno ottenuto di schiantare l'inseguitore che adesso è ad un irrimediabile - 12. 
Però, in teoria e matematica, anche Benitez potrebbe dire...finché la matematica....

Di seguito il commento di Marco Ansaldo de La Stampa dopo il successo di ieri


Juve al sicuro 

La capolista replica alla Roma: battuto il Livorno, di nuovo +8 sui giallorossi Sedicesimo successo consecutivo allo stadium
L’unico pericolo che la Juve correva contro il Livorno era di accartocciarsi in se stessa. Il riavvicinamento della Roma e il frastuono che si è sollevato potevano metterle pressione. I dubbi sul proprio stato fisico invece no, perché quelli, almeno a parole, la Juve non li ha mai avuti, a differenza di chi la guardava. Le cose sono andate come dovevano andare. Con questo 2-0 il vantaggio è risalito a otto punti con una partita in meno da giocare, la serie di successi interni ha aggiunto il sedicesimo episodio e le energie lasciate sul campo sono state il giusto: nel primo tempo c’è stato lo sforzo per arrivare al gol senza esporsi al contropiede di Emeghara, la ripresa si è trasformata in un allenamento un po’ più impegnativo del solito, con il solo brivido del volo di Buffon per smanacciare un gran tiro di Duncan dopo tredici minuti. Così si è allenato pure lui. La gestione del vantaggio non è stata complicata, la ricerca del terzo gol è stata costante però senza affanno e Gervasoni vi si è adattato con una buffa decisione all’ultimo dei 5’ di recupero: quando ha visto Valentini franare su Marchisio lanciato in porta ha dato subito l’impressione di fischiare il rigore, poi con un gesto di grande umanità verso i più deboli ha fischiato la fine benché mancasse una manciata di secondi. Come minimo lo faranno beato.

Non è stata una partita perfetta ma c’è stato tutto quello che serviva, compresi i due gol di Fernando Llorente che vogliono dire molto per lo spagnolo, la risposta juventina a Destro e senza tirare cazzotti. Llorente non segnava dal 2 marzo con il Milan, pareva incappato in un periodo confuso in cui non era decisivo e talvolta neppure utile: a Lione, in Coppa. non era entrato in campo per il turnover delle punte ma non solo. Fino al gol, al 32’, si percepiva nella gente, che cambia giudizi e umore con una velocità incredibile, l’insofferenza per i suoi tocchi sbagliati. In effetti non aveva azzeccato una sponda: invece alla prima occasione in cui si è mosso da attaccante che cerca la porta e non l’appoggio ne è uscita una rete superba per il movimento e per il tiro. La seconda, tre minuti dopo, lo è stata assai meno, un gollonzo cui ha contribuito largamente il portiere Bardi, ma per Llorente non era il momento di guardare troppo per il sottile. Si è preso la doppietta (l’ultima a Cagliari il 12 gennaio) e se l’è portata a casa con la soddisfazione di chi è tornato a contare.

Conte ha recuperato una carta fondamentale perché nel ventaglio delle punte juventine il navarro è unico. Non ce n’è un altro che occupi altrettanto spazio in area e trovi il gol semplice, di forza, di testa, cosa che funziona come l’apriscatole contro le difese troppo serrate che la Juve incontrerà da qui a fine campionato. Tevez, insolitamente impreciso nel controllo del pallone, anche se ha sfiorato il capolavoro balistico con un tiro a girare sul 2-0, ha potuto risparmiarsi gli ultimi venti minuti, Conte nel finale ha dato fiato allo stesso Llorente e a Pogba, ancora opaco, insomma ha preservato le forze per il ritorno di giovedì contro il Lione e per la partita potenzialmente più balorda che il calendario presenta prima dello scontro diretto con la Roma: la trasferta di Udine. Se la Juve vincesse anche quella il campionato si potrebbe fermare lì, cancellando il concerto al Circo Massimo ancora prima che venga organizzato. 

2 commenti:

  1. Sul 30° (+2) scudetto juventino la parola fine è stata scritta dalla prima partita di campionato. Forse con LLorente e Tevez la squadra ha trovato le punte che le sono mancate nelle stagioni precedenti e che solo Conte sapeva con certezza di non avere ? Ed in funzione di questo aveva modellato una squadra dove tutti andavano in rete "celando" la poca qualità degli attaccanti a disposzione ? Ebbene credo di si.......i 30 e più goals della coppia Tevez-LLorente dimostrano ciò........

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  2. Maria Lampitella

    non ti invidio, in Capitale si respirerà lutto cittadino per un trigesimo, e si parlerà fino al prossimo campionato ! Venendo a noi, grande Llorente finalmente resuscitato, una difesa normalizzata , ma non serviva eccellente, come invece é stato l'attacco. Tevez leggermente sbiadito, ma anche quello era da mettere in conto, nonostante un ottimo schieramento. Togliamo i veli, via i fantasmi, fai pure ancora i tuoi scongiuri (son serviti per tutto il campionato), i conti tornano !!!

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