lunedì 7 aprile 2014

L'AGGHIACCIANTE ACCUSA DI PEDOFILIA CONTRO L'AMBASCIATORE BOSIO. "PRECEDENTI DEL DIPLOMATICO IMPECCABILI"

 
Letto dell'accusa gravissima rivolta al nostro ambasciatore in Turkmenistan ( abbiamo pure un'ambasciata in questo paese finora a me sconosciuto, confinante con l'Afghanistan) . Daniele Bosio, ho preferito l'articolo di Fabrizio Caccia, che dà voce all'indagato e riporta l'incredulità totale all'accusa fattagli da parte di chi conosce l'uomo, rispetto alla solita cronaca più insinuante di Fiorella Sarzanini. Un tempo ero convinto che questa giornalista fosse una manettara solo più ripulita nei toni e nella foga rispetto a Giuseppe D'Avanzo (ora scomparso) e Marco Travaglio. Poi lessi un suo commento garantista (credo dopo l'assoluzione definitiva di Busco, nel processo di via Poma) che mi sorprese alquanto e mi fece dubitare della mia convinzione. Magari la sora Fiorella non è che sia una forcaiola di natura, ma semplicemente è un'ambiziosa carrierista e quindi, sapendo bene che tra le due tesi, quella colpevolista e quella innocentista, la prima fa molto più "share", "spinge" la prima, professionalmente se l'augura...
Se Bosio è innocente, la notizia si sgonfia subito, se invece si resta quantomeno nel dubbio, ebbé un importante diplomatico arrestato per pedofilia merita per un po' l'attenzione della cronaca.
Io ovviamente mi auguro sia innocente, che veramente l'idea di un uomo che si accompagna con bambini di 6 e 11 anni fa solo vomitare. Che poi rappresenti la nostra Nazione all'estero, peggio mi sento.
Al momento, le versioni e le ipotesi sono quelle che potete leggere di seguito


Il Corriere della Sera - Digital Edition

«Non sono un pedofilo Volevo solo 

farli divertire portandoli alle giostre» 

ROMA — L’ambasciatore italiano Daniele Bosio risponde dal suo cellulare quando nelle Filippine, dove si trova, è quasi mezzanotte: «Non sono un pedofilo, quelle contro di me sono accuse infondate», giura con la voce trafelata di un uomo sconvolto.
Da molte ore ormai è ospite del locale commissariato di polizia di Laguna, sospettato di aver violato la legge che punisce gli abusi sui minori. Gli agenti — anche dopo che il giudice ha convalidato il suo arresto — gli consentono ancora di comunicare con l’Italia via telefono e per email. Bosio, nato a Taranto, 46 anni, ambasciatore italiano in Turkmenistan dal dicembre scorso, fino a due giorni fa era un semplice italiano in vacanza a Laguna, pittoresco centro termale tra le colline, a soli 100 chilometri da Manila.
Poi qualcuno è andato dalla polizia a raccontare una storia: l’italiano si sarebbe portato nella sua camera d’albergo un gruppetto di ragazzini per abusarne sessualmente a pagamento. Un’accusa tremenda, ma Bosio al telefono si difende e smentisce: «Non è vero, li ho solo portati alle giostre». La Farnesina, in queste ore complicate, naturalmente confida nella «buona fede» del suo diplomatico e si augura che già stamane «la vicenda si chiarirà e il nostro ambasciatore verrà rilasciato». Oltretutto, la sua storia umana e professionale indurrebbe a grande cautela: Bosio, infatti, per anni all’estero ha collaborato con illustri Ong impegnate nell’assistenza ai minori (come McDonaldHouse e BigBrothers quand’era console a New York) e pure in Italia (con la Caritas di Roma e l’associazione Peter Pan) ha dato una mano spesso e volentieri nella battaglia contro i tumori infantili. Insomma, parrebbe molto strano quest’improvviso voltafaccia: da angelo a orco. Che gli abbiano teso una trappola, un agguato? «Non penso — dice lui stesso da Laguna —. Io non ho nessun nemico, perciò non voglio parlare di fango, di sicuro non conoscevo la severità della legge filippina (la massima pena prevista per questo tipo di abusi è l’ergastolo, ndr ), perciò non so cosa possa essere successo. Spero di chiarire tutto». Insomma, a quanto pare, secondo lui si tratterebbe di un gigantesco equivoco.
Bosio, che non è sposato, viene descritto da qualche ex collega come un amico dei bambini, «spesso coinvolto nell’organizzazione di feste alle quali partecipava travestendosi da clown e confezionando palloncini». Non solo: sembra che proprio a Manila avesse contribuito al finanziamento per la costruzione di una scuola.
Inoltre, chi conosce bene le Filippine e ci ha vissuto a lungo anche con importanti incarichi internazionali racconta di vere e proprie bande di ragazzini manipolati da adulti e specializzati nel ricattare i turisti: li attirano con qualche scusa, si fanno fotografare con loro e poi minacciano di andare alla polizia a denunciarli se non ricevono in cambio del denaro. E il più delle volte, per non avere guai, i turisti pagano zitti e subito i loro baby estorsori.
Marco Scarpati, presidente della onlus Ecpat Italia, che si batte da anni contro la prostituzione minorile e il turismo sessuale nel mondo, racconta però che i bimbi trovati in compagnia di Bosio sono stati poi accompagnati nel centro protetto della Ong Bahay Tuluyan di Laguna.
«Ma a me sembra comunque una storia assurda», commenta Mario Vattani, ministro plenipotenziario e già console a Osaka, nel 2011, ai tempi in cui anche Bosio lavorava in Giappone: «Io lo conosco bene — dice Vattani — é una persona molto seria, efficiente, brava, lui era il capo dell’ufficio commerciale di Tokyo, diede una grossa mano alle imprese italiane interessate a investire là. Non lo so, se può valere un’impressione, ecco, direi che io proprio non ci credo che Daniele sia un accalappia-bambini».
Bosio, primo segretario ad Algeri fino al 2002, poi console a New York e quindi primo consigliere commerciale dell’ambasciata italiana a Tokyo dal 2010 al 2013, nel dicembre scorso ha ricevuto il gradimento del governo del Turkmenistan e si è insediato nel suo nuovo ufficio di Ashgabat, la capitale. «Non ho violato quei bambini, giuro, ho pagato loro due-tre giri su una giostra, volevo solo farli divertire», ha ripetuto ieri sera ai vertici della Farnesina. Ma l’ultima parola non è ancora scritta.
Fabrizio Caccia

2 commenti:

  1. Mah! Spero che dimostri la sua totale estraneità e sia caduto in un tranello. Però se voleva portarli alle giostre, perché in stanza? Quanto tempo? E alla fine, questo ossessivo interesse per i bambini altrui, uomo non sposato oltrettutto. Chi ama i bambini,
    come mio padre, fa dei figli di solito, e lui ne ha voluti 4.

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  2. GRAZIELLA BELOTTI

    Spero sia caduto in un tranello, anche se per andare alle giostre in stanza non ci si passa mica! Chi ama tanto i bambini, di solito, li fa, figli da crescere intendo!! Invece il sospetto può essere nato per questo interesse ossessivo, verso i bambini, maschi oltrettutto che manifestava dedicandosi alle organizzazioni umanitarie.

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