Nel portare la tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26% Renzi e Del Rio hanno spiegato che in fondo l'Italia si adeguava alla media europea, e che fosse giusto incidere di più sui redditi da rendita che non su quelli di lavoro. E poi, si tratta di tasse sui guadagni, mica sul risparmio in sè.
Ci sono varie cose non proprio esatte (eufemismo).
Intanto, quando noi parliamo di media europea in realtà più spesso ci paragoniamo a paesi più ricchi (Germania e Francia) o più virtuosi di noi (Svezia, Danimarca). Se invece ci rapportiamo a tutti i 28 paesi dell'Unione, in media ci stavamo già col 20%, punto più punto meno. Dopodiché non è che aumentando questo tipo di tassazione, abbiamo diminuito l'altra...L'abbiamo aggiunta, che è quello che facciamo sempre.
Per questo da noi è esiziale ogni tipo di aumento di imposte. Se non fossimo dei drogati cacciatori di sempre nuove dosi, potremmo sperare che magari un certo tipo di tassa potrebbe rispondere ad un momento congiunturale difficile, lo sforzo da fare per superarlo, fiduciosi che, passata la tempesta, lo Stato poi quella misura sarà in grado di revocarla. Bene, l'esempio delle accise straordinarie per le guerre coloniali degli anni 30 o per i vari terremoti, sta lì a testimoniare che non è affatto vero. Così come dispiace sentire uno serio e bravo Polito dire a Berlusconi, che ricordava i patti non mantenuti dal governo Letta, che l'IMU era stata in effetti cancellata sulla prima casa. Sì, nel 2013, che ha comunque visto una "mini imu", e che tornerà, con un altro nome e maggiorata, quest'anno. Polito, essii bravo ! Non mettertici pure tu ! Poi c'era l'IVA : anch'essa non doveva aumentare ed invece eccola al 22%. No, la golden rule (altro che golden...mefitica !!) è che una tassa è per la vita !
Nel 2011 l'Europa, sotto le spoglie della BCE allora presieduta da Trichet. ci disse (ce lo mise nero su bianco !!) che dovevamo ridurre il debito, tagliare la spesa pubblica, favorire la crescita e questa cosa tramite la riduzione delle tasse (segnatamente sul lavoro). Disse anche che dovevamo accelerare la riforma previdenziale, e questa fu l'UNICA cosa che Monti fece. Per le altre, l'esatto contrario, tanto da prendersi le randellate delle agenzie di rating e i rimproveri delusi dei suoi ex allievi (Alesina e Giavazzi).
Le cose dopo Monti non sono cambiate, con Letta e non mi sembra nemmeno con Renzi.
Il risparmio viene poi tassato in sé, non solo in caso di rendita, che l'imposta di bollo, anch'essa aumentata al 2 per mille, non è altro che una patrimoniale, che preleva a prescindere dei guadagni. E non c'è modo di sottrarsi, che ormai avere un conto corrente è divenuto obbligatorio, sia per garantire il controllo dello stato occhiuto, che per più facilmente prelevare quando si mettono in atto queste rapine senza destrezza.
Ah, poi c'è la tobin tax, altra figatissima, di cui hanno parlato in tanti in Europa e al momento gli unici babbei ad averla introdotta siamo noi. Risultato, le transazioni finanziarie sulla borsa di Milano sono diminuite, che quelli che hanno i soldi veri mica devono per forza operare qui.
E' questa la disgrazia grande dei governanti : non poter mettere i nuovi muri di Berlino, per impedire ai capitali, ma anche alle persone, quelle veramente ricche o anche molto benestanti, di volarsene altrove.
E parlare di "tradimento", come fanno i francesi con Depardieu, o quella povera mente confusa e livorosa di Della Valle qui in Italia, non è solo fiato sprecato. E' proprio ridicolo.
Nicola Saldutti, confermando la mia sensazione che al Corriere della Sera i liberali ci sono , ma sono tutti anziani, che le nuove leve nel migliore dei casi, ma deve dire bene, sono affette da socialismo al caviale, parla appunto di tutto questo nel suo intervento di oggi.
Buona Lettura
Tassazione sui Risparmi finanziari
l’Italia conquista un Primato (negativo)
A pensarci bene il risparmio è una delle poche «industrie» che ha resistito (tra mille difficoltà) alla crisi. E anche se la propensione degli italiani a mettere da parte una quota del loro reddito disponibile è scesa intorno al 10%, questo livello consente ancora al nostro Paese di avere un serbatoio molto consistente. Risorse che ad esempio, dai conti correnti e dai depositi, vengono utilizzate per finanziare le imprese. Una riserva che il governo ha considerato, ancora una volta un’area dalla quale ottenere un maggior gettito. E così dal primo luglio è previsto l’aumento del prelievo, dai conti correnti alle plusvalenze (capital gain ) al 26%, ai dividendi delle società. Il 6 per cento in più. Restano esenti, naturalmente i titoli di Stato, per i quali l’aliquota è invariata al 12,5%.
È durata solo un paio d’anni, dunque, la stagione dell’imposta ridotta sui depositi bancari e postali, che prima pagavano il 27%. Come dire: non c’è tregua per il risparmio degli italiani. Proviamo a elencare soltanto alcune delle imposte aggiunte di recente: la Tobin tax, imposta nata per colpire la grande speculazione e che alla fine è dovuta anche dai piccoli risparmiatori (praticamente solo in Italia, però). Il bollo, una forma di patrimoniale mascherata, che in un primo tempo consisteva in un prelievo minimo per tutti di almeno 34,2 euro (esenti solo le giacenze fino a 5 mila euro). Da quest’anno l’aliquota è stata elevata dall’1,5 al 2 per mille: un prelievo che sarà proporzionale alla somma investita. E che scatta su tutti gli investimenti che hanno un rendiconto annuale, dai Btp ai fondi alle polizze unit linked alle gestioni patrimoniali.
Alcune di questa misure hanno conseguenze paradossali: la Tobin tax ha avuto come effetto quello che molti scambi invece di avvenire sulla Borsa italiana si sono trasferiti su altri mercati. Certamente il nuovo prelievo, nonostante le previsioni di gettito (stimato in 3 miliardi) avrà l’effetto di orientare le scelte di risparmio. E poi viene un dubbio: con un prelievo complessivo che in certi casi può arrivare al 35-40% è molto probabile che la media europea (spesso citata come parametro di riferimento) sia stata abbondantemente superata. E non è un buon primato.
Nicola Saldutti
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