venerdì 2 maggio 2014

A CHI CONVIENE BERLUSCONI MARTIRE ?


Recentemente ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/05/se-continua-cosi-il-cavaliere-perdera.html ) ho criticato le ultime esternazioni del Cavaliere osservando come le stesse siano troppo incentrate sulle proprie vicende personali. Un amico lettore ha osservato che queste ultime hanno valenza politica, facendo evidente riferimento al fatto che Berlusconi ha subito e subisce tutta questa attenzione da parte dei giudici a causa del suo ruolo di leader del centrodestra e delle sue idee su come andrebbe riformata la giustizia nella nostra nazione. Ovviamente ha ragione, che 58 procedimenti penali in 20 anni  nei confronti di un uomo, pure imprenditore importante, sostanzialmente ignorato nei primi 60 anni di vita, sono difficili da spiegare come una coincidenza. Però credo di avere ragione anche io quando dico che questa cosa ormai si sa, e che sarebbe a mio avviso sufficiente, all'inevitabile domanda del giornalista di turno, ricordare come le sue idee su Giustizia, giudici e anche Napolitano siano ampiamente note, ribadire la sua innocenza e la speranza che i ricorsi in atto alla fine lo dimostreranno. A quel punto, elegantemente passare ad altro, che ce nè di roba. 
In un' Italia col quasi 13% di disoccupazione, il debito nazionale che continua a macinare tristi record nonostante i salassi fiscali per tenere a bada il rapporto con la spesa pubblica, la tassazione arrivata a livelli di primato mondiale, ora diretta contro il risparmio dopo aver ucciso il lavoro, la crescita che non torna e strumenti come redditometro e spesometro ottimi per lasciarla lì dov'è ( cioè attorno allo 0 ), la stragrande maggioranza degli italiani cercano qualcuno, chiunque sia, che gli prometta che porrà rimedio a questo disastro. E Berlusconi, che comunque ha condiviso la conduzione del Paese in questo ventennio, non ha le carte in regola in questo senso. 
"Non me lo hanno fatto fare" è la sua giustificazione, ma anche ammesso che sia la sola verità ( e non lo è ), gli italiani allora cercano qualcuno che ci riuscirà, superando gli ostacoli che hanno azzoppato il Cavaliere. 
Eh ma questi non avranno i giudici contro....immagino l'obiezione. A parte che non si può sapere, che Grillo per esempio fa presto ad entrare nel mirino, ma poi, diciamolo chiaramente, su 40 milioni di elettori, quanti non sarebbero disposti a tenersi la giustizia così com'è, a patto che migliorassero sensibilmente lavoro, occupazione, reddito ? Specie quella penale, dove, scioccamente, si pensa sempre che "tanto, mica mi riguarderà mai ! " (ricordate per chi suona la campana ?).  Ecco, come mestamente mi ricordava il mio amico Riccardo - ma è solo l'ultimo di altri amici che, impegnati in politica e sensibili a questo settore, mi ribadivano lo stesso concetto - "della Giustizia di fondo frega nulla a nessuno".
Ciò posto, sull'ennesima polemica sorta intorno alle esternazioni berlusconiane ora soggetto ai servizi sociali e la possibilità che queste possano portare alla revoca degli stessi, con disposizione degli arresti domiciliari, se non addirittura il carcere, condivido pienamente l'analisi che segue di Filippo Facci. 
Piaccia o no, Berlusconi è tuttora il leader politico del partito più forte del centro destra italiano, e questo non può non essere valutato. Si stracciano le vesti quelli di md, che reclamano la legge uguale per tutti (anche per loro ? magari fosse !! ) , ma in realtà facendo politica, mentre si sono mostrati più avveduti della realtà la procura di Milano ( una novità) e il Giudice di Sorveglianza.
E poi, a chi conviene Berlusconi martire ? 





Filippo Facci: i giudici vogliono condannare Silvio Berlusconi all'infinito

Filippo Facci: i giudici vogliono condannare Silvio Berlusconi all'infinito


Fateci capire, signori giudici: quali frasi di Berlusconi stareste "vagliando"? Davvero dobbiamo credere che siate chiusi in una stanzetta a decidere che cosa il cittadino Berlusconi possa dire o non dire durante una campagna elettorale? Dobbiamo credere che potreste revocargli i servizi sociali per via delle risposte che ha dato in un paio di interviste? Interviste che gli domandavano - che strano - anche di giustizia e di giudici? Voi magari state già rispondendo che questi "vagli" sono la vostra attività ordinaria, normale. Ma guardiamoci nelle palle degli occhi: qui di normale non c’è niente. Berlusconi non è un condannato normale, i servizi sociali che gli avete concesso non sono normali, e figurarsi se è normale che un condannato utilizzi il suo tempo non per reinserirsi nella società o per manifestare intenti riparatori, ma per condurre una campagna elettorale europea da ultimo premier regolarmente eletto di questo Paese. Non è che non sapeste e sapessimo tutto questo, non è che non avessimo anche scritto - Libero del 16 aprile - che i servizi sociali di norma si concedono solo a chi ha dato prova di «ravvedimento», e che questo ravvedimento in teoria è improponibile per chi si professi innocente come Berlusconi si è sempre professato. E proprio perché di normale non c’è niente e nessuno, appunto, alla fine è spuntata una soluzione "ragionevole" e nondimeno discrezionale, ad hoc, personalizzata su Berlusconi come tutta la giustizia che l’ha sempre riguardato: un’attività sociale compatibile col ruolo pubblico e politico che un bel pezzo di Paese gli riconosce.
E allora dite un po’, che cosa vi aspettavate che dicesse, che cosa dovrebbe dire, ora? L’hanno condannato in un processo di non facile comprensione: dovrebbe dire che è giusto, che è colpevole, che non vede l’ora di ravvedersi e di reinserirsi? Si dice innocente da vent’anni: vi aspettavate che ora chiedesse i voti come frodatore fiscale? Ha in ballo due ricorsi: pensate che li abbia fatti perché si ritiene colpevole? Se Corrado Formigli (La7) gli chiede di giustizia, dite un po’, Berlusconi doveva rispondere «sto maturando un processo di revisione critica e di emenda che a tutt’oggi è in fieri», per usare il vostro linguaggio? Oppure doveva dare la sua «disponibilità ad attivarsi in termini di restituzione tangibile nei confronti della società civile danneggiata»?
Forse no, forse è troppo: però, almeno, poteva evitare di provocare i suoi referenti: che però - dovete capirlo - non siete voi o solo voi, signori giudici, ma anche il Paese che l’ha votato e che potrebbe rivotarlo. La giustizia, intesa come problema italiano, non può essere ridotta a una privata questione tra il cittadino Berlusconi e i giudici di sorveglianza: una questione di cui peraltro Berlusconi dovrebbe non parlare, o dovrebbe non pensarne come la pensa: del resto solo così potrebbe mantenere «comportamenti nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni», come recitava la vostra ordinanza.

Oh, però Berlusconi poteva evitare di esprimersi in certo modo su chi è stato tanto buono con lui: «È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali». Ha detto così. Frasi irrispettose, se non fosse per quel dettaglio: è tutto vero. È ridicolo pensare di "rieducarlo", e lo sappiamo tutti. Ma ufficialmente le sue parole sono un’infrazione alle regole e dunque rischia una cosiddetta "diffida": quante altre lo separerebbero dai domiciliari? Scherza col fuoco, Berlusconi: ieri l’ha detto pure - non richiesto, e sinceramente non utile - il vicepresidente del Csm Piero Vietti. Ha detto: «Chi pensa di far campagna elettorale utilizzando il presidente della Repubblica scherza col fuoco».
Forse anche Napolitano fa parte del tribunale di sorveglianza. Ma Vietti, poveretto, rispondeva semplicemente a una domanda dei giornalisti: esattamente quello che ha fatto Berlusconi nei giorni scorsi. «Scherziamo coi fanti e lasciamo stare i santi», ha aggiunto Vietti, lasciando intendere che ai due santi più recenti, presto, potrebbe aggiungersene un terzo. Ma dove ci sono santi, spesso, ci sono martiri. Occhio, Berlusconi, a non farcelo diventare.

1 commento:

  1. il berlusca , di nome silvio, malvisto da mezza italietta e amato dall'altra, infarcito di processi, buncaiolo per alcuni e additato nano in senso oltraggioso dai suoi nemici, padrone e signore del vaporetto milanista, è pur sempre un vincente. In politica, bene o male che abbia fatto, par affondare ma sta a galla come un natante di buon fasciame. E' un vincente, ma è pure un istrione. Gli piace, infatti, lasciare il suo segno, ingarbugliando le acque, rendendole oscure e poi schiarendole subito dopo. Sembra non dire mai la verità, ma da illusionista umanitario dà spesso alla platea lo spunto di capirla quando gli serve, altrimenti cambia le carte dal mazzo. Tiene ai suoi interessi, ha il sorriso sulle labbra e la parola dolce, ma anche gli occhi di ghiaccio come tutti i potenti o i carismatici della potenza. Attendiamo da un tale personaggio il prosieguo della storia del Milan.
    MATGIOLIGI

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