Peccato perché si poteva fare. Sicuramente la notte sarà peggiore per quelli di Valencia, che erano riusciti nell'impresa della remuntada, partendo da 0-2 contro il Siviglia, e arrivando al 92° con il biglietto per Torino. Poi, un fallo laterale, un colpo di testa e fine del "se puede".
Il calcio sa essere crudele, e sicuramente lo è stato più al Mestaja che non allo Stadium bianconero dove la Juve ha fatto sì la partita, senza però creare occasionissime da gol. A differenza della Champions , dove sicuramente in finale sono andate le due squadre più meritevoli, probabilmente così non è stato nell'Europa League , e questo vale anche se non soprattutto per il Valencia,
Però le recriminazioni non devono essere eccessive. La Juventus, e lo scriviamo da oltre un mese, è arrivata appesantita a questo finale di stagione, con ben 52 partite fin qui disputate , e se nel campionato italiano la differenza è tale che anche al 60% poi si vince, in Europa non è la stessa cosa, e i bianconeri non hanno mai brillato, senza peraltro essere mai stati messi sotto da nessuno in maniera evidente.
Le più grandi sono decisamente distanti, parliamo delle semifinaliste di Champions a cui aggiungerei senz'altro il PSG, poi la Juve c'è, ma sul livello di altre. Insomma, per fare un salto di qualità nel continente, bisogna lavorare abbastanza, e non basterà solo comprare. Dicono che gli emiri del PSG sono disposti a pagare 70 milioni per Pogba, e se abbiamo potuto sacrificare Zidane ( e arrivarono Buffon Thuram e Cannavaro ! ) ben possiamo farlo col giovane talentino francese.
Intanto lunedì sera arriverà il balsamo del terzo scudetto e torneremo a sorridere.
In una notte mesta - ma senza drammi - c'è la solita nota stonata della gioia degli avversari, che non sono i lusitani ma quei tanti italiani che hanno in odio la Juventus.
Non è stato sempre così, non a questi livelli, non in questi modi. O almeno io non me ne ero accorto fino a Juventus Amburgo di tanti anni fa. Lì il tifo contro gettò la maschera e e mostrò il volto del livore, nascosto in passato dietro il sorriso degli sfottò. I romanisti fecero scuola, che poi tutti si sono allineati.
Il contagio è pressoché inevitabile, e anche io ho due squadre a cui auguro sempre di perdere. I socialnetwork però, che hanno bei pregi ma anche difetti, e quindi facilitano il contatto con la parte peggiore dei tifosi di squadre per cui in passato avevo sempre tifato quando impegnate in Europa - tutte, tranne due come detto, e soprattutto Milan e Napoli - da stasera non dico che mi vedranno tra i gufi, ma nemmeno tra i dispiaciuti quando saranno loro a uscire sconfitti dal campo.
Ci siamo incattiviti, in tante cose, e il calcio non poteva fare eccezione.
Peggio per tutti.
Di seguito, la cronaca postata da La Stampa.it
Europa League, la Juve è fuori
I bianconeri non vanno oltre lo 0-0. Il Benfica vola in finale
AP
Non riesce la rimonta bianconera
Doveva essere la notte dei sogni, finisce invece per essere quella della lacrime e dei rimpianti, anche se il Benfica alla fine se l’è guadagnata, con l’arma del palleggio e delle ripartenze, tingendo il tutto da impreso, se ha retto l’ultima mezz’ora in dieci, e gli ultimi dieci minuti in nove. Il primo pezzo era stato perso per espulsione (Perez), il secondo (Garay) per infortunio, quando Jorge Jesus aveva già finito i cambi.
Il riassunto del primo tempo già diceva dove spirava la serata: Juve con 10 tiri, tre nello specchio, contro appena due del Benfica, sempre fuori bersaglio. I bianconeri erano stati ben più rapidi dell’andata a prendere le misure e avevano sostanzialmente pilotato la gara. Senza mai fare centro, però. Anzi, dovendo sempre stare all’erta, perché il Benfica aveva gente sveglissima a fiondarsi in contropiede, da Rodrigo a Gaitan e Markovic, bravissimi. Anche se poi il Benfica era andato dalle parti del gol solo all’inzio, quando Lichtsteiner aveva murato Rodrigo, da due passi.
Da lì in poi, ha comandato la Juve. Al minuto numero 8, Oblak alza sulla traversa una gran botta di Pirlo e al 24’ la girata di Tevez, finisce alta non di molto. Basterebbe un po’ di mira, o di tempismo, se Carlitos per un pelo, davanti alla porta, non arriva sulla sponda aerea di Bonucci. Buona palla gol anche sul recupero del primo tempo, quando Vidal, di testa, devia in porta un cross bomba di Asamoah, ma all’incrocio dei pali ci trova la zucca pelata di Luisao. Gran salvataggio.
La ripresa pare un replay del primo tempo, visto che la prima palla gol capita a Rodrigo, quasi un rigore, solo con un po’ più di traffico davanti: e lui spara alto. Ormai si gioca in un saloon, con il rosso a Perez, che sulla seconda ammonizione neppure protesta, dopo essere entrato sui piedi di Vidal. Conte ci mette meno di un minuto per inclinare l’assetto dal 3-5-2 al 4-3-3: fuori Bonucci per Giovinco, che farà tridente con Tevez e Llorente, che poco dopo lascerà il posto ad Osvaldo. E proprio per un suo gol lo Juventus Stadium esplode, ma il tutto è subito cancellato dal fuorigioco di Pogba, che aveva servito l’assist. Da buon saloon, ci si mette pure le mani addosso, tra panchine, e nella zuffa ci rimettono Vucinic e Markovic, espulsi. La Juve ci prova, ma a nulla valgono i sei minuti di recupero (anche pochi per le numerose sceneggiate) e l’infortunio di Garay, che lascia il Benfica in nove. Che bastano per far festa, alla fine. Alla Juve restano gli applausi di tutto lo stadio che però, per la finale, dovrà essere prestato ad altri.
l'agnelluta ffiatica dimostra ancora e in modo irreversibile la sua incapacità di vincere qualcosa in europa laddove non trova arbitri italiani che secondo molti la favorirebbero sempre in italietta. L'esplosione cicutaria del conticello smanioso che imputa all'arbitro e alla sfortuna la non vittoria, accusando i portoghesi di lamentele e di ostruzionismo ci fa godere come
RispondiEliminanon mai. Ora mi aspetto da chi non sa perdere anche colpe alla pioggia come allora fu col maltempo in Turchia. Forse per taluni ci vorrebbe un bagno di umiltà e ancor più sarebbe d'uopo il rendersi conto di come si è spesso vinto in questo paese di santi, navigatori, politici, corrotti e truffatori.
L'anonimo che ci onora del suo commento ha il prego di non scadere in offese e linguaggio volgare, e quindi, come è regola in questo blog, non soggetto a censura. Esprime un pensiero noto, trito e ritrito, che rispondere non è cosa. Come scriveva Baricco, ci sono persone con cui a provare a ragionare si perde solo tempo, meglio andare OLTRE. E i tifosi, tutti, sono tra questi.
EliminaPreferisco distinguermi da lui e concentrarmi su una cosa sulla quale ha ragione : Conte appartiene a quella razza di allenatori, purtroppo la quasi totalità, privo di qualsiasi senso di autocritica. Magari sono convinti che dire "non abbiamo giocato bene" fa parte dei segreti dello spogliatoio, qualcosa che si può dire solo tra di "loro". Però di allenatori così oggi, nel campionato italiano, conosco solo Montella. Un po' poco.
dopo aver conosciuto i nomi delle squadre per cui guferai... dormiremo più tranquilli.
EliminaDovresti però fare una lista più ampia...
Ps.- ieri sera tutta la nazione tifava contro di voi...
abbiamo tifato contro l'arroganza e la presunzione...
solo le vostre beneamate sn le migliori ma le 30 stelle neanche se campate 100 anni le vedrete mai
EliminaNel confermare al gentile Camerlengo di estrazione non ecclesiastico-vaticanale, di come uno scritto eiaculante cataratte di trivialità e di lesività debba essere quantomeno censurato, in pieno accordo mi vien d'ammettere che il dialogare con un fan di una squadra avversa è come fare il classico buco nell'acqua. Tutti si è affetti dal morbo tifoideo non da salmonellosi, opinionisti, giornalisti, presidenti di società e così via fino ad arrivare al bambinetto d'asilo che s'illude di masticare calcio.
RispondiEliminaChiunque abbia seguito tale sport per anni si sarà reso conto di come il doping mediatico, dovuto a giornali, a tv, a masse di tifosi ignoranti, all' avvocato per conoscenza, alle simpatie dello stato italiano verso la cosiddetta famiglia, siano stati una valanga che ha ruzzolato sempre più mucchi, dilatando gli ossequi e il carisma verso i ffiatici. Tuttavia Le lamentele dopo qualche sconfitta (le vittorie meritate e immeritate si accolgono con sorrisi e pacche sulle spalle- non è difficile sorridere quando tutti ti omaggiano o s’inchinano), il turbolento periodo moggiano e triadico che ha allibito il mondo, il doping prescritto, l’Heisel, dove vi era chi gioiva (guarda un po’) a causa di un regalo- compensazione (squadra) e chi invece moriva(tifosi), e non ultima la possibile arrogante sfacciataggine di eminenti proseliti in talune situazioni, hanno relegato tale società (juve) quantomeno simile a quasi tutte le altre, SE NON PEGGIO nel campo dello stile e dei sospetti. Ciò non toglie che in un mondo di malati che vanno dal carcinomatoso all’influenzato ecc… ecc.. io sia cosciente che nel calderone calcistico, metaforicamente parlando, di questi ce ne siano tanti . Per capire l'antifona e senza scomodare gli annali, prendo ad esempio Calciopoli, e la butto così: qui c'era il canceroso (scelga Lei) ed altri di gran lunga meno gravi come l’influenzato, il colitico e un paio di artrosici. Rapporto di gravità? Ai posteri l'ardua o meno sentenza. Un saluto MATGIOLIGI
Dunque, non credo sia importante sapere quali siano le due squadre delle cui sconfitte sono contento. IN realtà è una sola, che l'altra è una cosa molto recente e poco viscerale. Non è una cosa di cui mi vanto, anzi. Un virus che mi è stato attaccato per REAZIONE ( che l'AZIONE è comunque cosa peggiore) e che per fortuna è rimasto circoscritto a questa società contro i suoi tifosi.
EliminaIn ordine alla dissertazione di MATGIOLIGI, il mio pensiero generale suo TIFO CONTRO, che, sono d'accordo con lui, attecchisce ovunque e trasversalmente (anche se poi lui si concentra nell'esternare il prorpio contro la sola Juve), valga il post qui linkato : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/05/tifosi-contro-meglio-le-bestie-del.html . Chi vuole lo trova sul blog.