Oggi a pranzo al circolo nomentano un'amica di sinistra - a cui peraltro ho dovuto spiegare cos'era la Lista Tsipras - mi ha chiesto per chi penso di votare alle prossime europee.
Ho confessato di essere in difficoltà. Non ho intenzione di votare formazioni totalmente euroscettiche, allo stesso tempo sono tra quelli che vuole contribuire a recapitare uno schiaffo forte e sonoro all'Europa attuale, burocratica, non democratica, dove il parlamento conta poco e le commissioni troppo, tenuto conto che non sono elette. Grillo è quindi troppo, e anche la Lega. Il PD non mi convince, si sa, e non credo sia il caso di contribuire all'ulteriore crescita di un ego già ipertrofico, quello di Renzino. Meloni e Crosetto ? Sono tentato. Ci sarebbero i liberali di Scelta Europea Per Guy Verhofstadt Presidente" ancorché il mio obolo per quelli di FARE l'avrei già versato, non troppo contento, alle politiche scorse. La loro unione con quello che resta dei montiani di Scelta Civica mi convince poco , però restano una formazione liberale e mi piacerebbe dare una mano a questo gruppo a Strasburgo. Forza Italia, vive la crisi personale del proprio leader. Poi c'è Alfano e il suo nuovo centro destra. Chi legge il Camerlengo sa delle mie forti perplessità per il modo con il quale i beatificati di Berlusconi, e Alfano è uno dei principali tra questi, si sono staccati dalla casa madre.
Per carità, le scissioni ci stanno, i cambiamenti di percorso pure, però ci sono modi coraggiosi e altri maramaldi. Alfano, Quagliarello, Lupi ecc. non siederebbero sulle poltrone che occupano senza Berlusconi. Non le sfiorerebbero nemmeno. Ebbene, staccati pure, ma lascia anche quello che ti è stato dato e vedi se da solo sei in gradi di riprendertelo.
SO benissimo che la politica è fatta anche di quella brutta materia idonea a coltivare i campi, e infatti per questo nella mia vita mi sono limitato a commentarla, non avendo lo stomaco per viverla, però questo è quello che penso di certe cose.
Alfano non dice nemmeno cose sbagliate...il recupero dello spirito originario di Forza Italia, la rivoluzione liberale poi sgonfiatasi come si è visto. Peccato che lui è un democristiano, Schifani peggio, Cicchitto un socialista di quelli da dimenticare...
Intervistato, il ministro degli interni ha detto che ormai è pronta la discesa in campo di Marina Berlusconi, ma che lui non la teme.
Chissà se è vero, non credo, che l'uomo può essere altre cose negative, ma non è stupido.
«Marina dice le stesse cose del padre
Ha paura per la fine di una storia»
Alfano: da ottobre preparano il discorso
per la sua discesa in campo
Angelino Alfano si dice «certo di riuscire» nel progetto, e invita a esaminare «quanto sta facendo il governo»: «Abbiamo trasformato il Palazzo in un grande cantiere, e ci stiamo impegnando perché il Paese torni a essere un grande cantiere. Nuove istituzioni, un nuovo patto sociale e fiscale con i cittadini, una nuova amministrazione pubblica, un nuovo modello industriale capace di rilanciare l’occupazione. Ecco perché c’è questo governo, ecco perché Ncd ne fa parte, con la consapevolezza che noi siamo e saremo determinanti. Lo siamo già stati per smontare la legge Fornero, per consentire uno sgravio fiscale di dieci miliardi, per far ripartire il comparto dell’edilizia abitativa, per migliorare la sanità, difendere la famiglia, smontare il vecchio sistema bicamerale, cancellare il Porcellum, fare da scudo alla patrimoniale, evitare la tassazione dei titoli di Stato, garantire sicurezza agli italiani, contrastare le mafie, combattere la cattiva burocrazia».
Sarà, nel frattempo Silvio Berlusconi parla di lei come di un «professionista della politica», «poltronista» e...
«Abbiamo smesso di guardare nello specchietto retrovisore. Noi guardiamo avanti, senza soffermarci sulle offese che ci vengono rivolte. Capisco il nervosismo di Silvio Berlusconi: stiamo facendo le cose che avrebbe voluto fare e non ha fatto. Lui vorrebbe far parte di questo governo, ma non può. Vorrebbe opporsi, ma la cosa riesce meglio a Beppe Grillo. Vorrebbe far saltare il tavolo delle riforme, ma l’ha già fatto tre mesi fa con il governo di Enrico Letta e il bis non gli conviene. Guida un partito che non è né carne né pesce, vuole far paura a chi non ha paura».
Da ieri anche Marina Berlusconi la accusa di aver «tradito se stesso e la sua storia».
«Se la dottoressa Berlusconi sapesse tutto del rapporto tra me e suo padre, saprebbe anche quante volte proprio suo padre ci aveva detto che non avrebbe mai confuso il destino della Patria con la sua vicenda giudiziaria. E Silvio Berlusconi sa che questa è la verità. La verità è che abbiamo commesso un grande errore: abbiamo creduto alle sue parole. Per questo motivo ci siamo ribellati, quando abbiamo compreso che la splendida frase coniata venti anni fa per la sua discesa in campo, stava per essere coniugata al passato: “L’Italia era il Paese che amavo”».
Continua a parlare del padre, ma probabilmente dovrà fare i conti con la figlia, che nell’intervista al «Corriere» per la prima volta non esclude di entrare in politica.
«Nell’intervista non c’è nulla di nuovo, nulla che non sapessi già. È da ottobre che stanno preparando il discorso per la sua discesa in campo. La chiusura del Pdl e il ritorno a Forza Italia erano funzionali a questo schema. E le parole usate dalla dottoressa Berlusconi sono la copia delle dichiarazioni usate dal padre, con l’aggiunta di alcuni brani tratti dai bilanci aziendali. Ma non c’è nulla che evochi speranza, che sia proiettato verso il futuro. Si percepisce semmai la paura per la fine di una storia, che ha imposto di anticipare i tempi».
Che vuole dire?
«Il calo dell’audience nelle trasmissioni tv a cui ha partecipato Silvio Berlusconi, il panico che serpeggia nel gruppo dirigente di Forza Italia, le trame interne di chi pensa di potersi prendere quel partito dopo le Europee, la somma dei “fuori onda”: tutto ciò ha suggerito di accelerare il preannuncio nel tentativo di gestire il futuro di una forza che non ha futuro».
Se non ha futuro Forza Italia, che comunque è accreditata tra il 18 e il 20%, come può pensare che ne abbia il Nuovo centrodestra?
«Ci sono partiti grandi che stanno diventato piccoli perché chiedono il voto in nome della nostalgia. E ci sono movimenti appena nati che sono invece destinati a crescere, perché trasmettono l’idea di essere proiettati verso il futuro. E a proposito di futuro, se alle Europee avremo il consenso che pensiamo di avere, spenderemo tutte le nostre energie per costruire una nuova casa dei moderati, dei popolari e dei riformisti italiani».
Berlusconi (padre) sostiene che il suo partito è destinato a essere ininfluente.
«Lui conosce i sondaggi, sa che non è così. Sa che non abbiamo il problema dello sbarramento, che abbiamo l’ambizione di costruire un nuovo e vincente centrodestra, la cui leadership sarà determinata dalle primarie. Noi siamo gli eredi della prima Forza Italia».
L’ambizione non vi mancherà, ma già si sono registrate le prime tensioni nel suo partito.
«Le cassandre ci portano bene. E quando qualcuno ha provato a destabilizzarci è aumentato il numero degli aderenti a Ncd, in Parlamento e sul territorio. E continueremo a crescere, anche grazie ai consensi».
Visto il livello dello scontro con Forza Italia, i rapporti appaiono compromessi: mettete in conto di costruire la nuova «casa dei moderati» senza l’area berlusconiana?
«Attenzione a ragionare ancora con i vecchi schemi. Le Europee saranno un autentico spartiacque. Allora, prima servirà il big bang del vecchio centrodestra. E da quel caos deriverà un nuovo ordine che sarà basato su democrazia e meritocrazia. Nel frattempo Ncd continuerà a governare per riformare l’Italia insieme a Matteo Renzi. E dai dati relativi all’indice di fiducia nel Paese emerge con evidenza come lo spirito nazionale stia tornando quello di un tempo, con un popolo speranzoso e operoso».
Il rischio è che Ncd sia visto come una «stampella» del premier e che sia solo lui a raccogliere eventualmente i frutti.
«Non è così. Intanto perché abbiamo uno spazio importante: chi non è di sinistra e vuole mandare avanti questo governo nell’interesse dell’Italia, non ha che da votare Ncd. Poi perché è proprio Ncd a consentire di sviluppare un programma riformista, contrapponendosi alle spinte conservatrici della sinistra del Pd».
E magari, quando meno ve l’aspettate, Renzi vi porta alle urne.
«Questo governo regge per la forza del suo fare. E siccome ci sono le condizioni perché continui a fare, non c’è ragione per fermarsi».
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