O è successo qualcosa che non sappiamo, magari, come malignano quelli di Libero. a De Benedetti non è stata mantenuta qualche promessa da parte del nuovo governo, oppure inizia ad esserci vera delusione per l'operato del Premier. Fatto è che anche qualche giornale amico inizia a evidenziare non solo il clamoroso gap tra promesse e fatti, ma anche qualche pericolosa bugia.
Per esempio, sulle tasse, Renzi e Padoan mentono : stanno aumentando, e secondo l'Espresso il saldo già ammonta a 5 miliardi. Ma saranno di più quando capiremo bene l'incidenza di Imu, ripristinata, Tasi e Tari e cosa effettivamente abbiamo promesso all'Europa e alla Merkel all'ultimo summit dei capi di governo. A gridare al miracolo sceso in terra, dei giornali cd. "indipendenti" è rimasta solo La Stampa, che veramente è azzerbinata in modo imbarazzante nei confronti del "giovin signore" approdato a Palazzo Chigi . Il Corriere, tendenzialmente filo governativo, raccoglie posizioni ondivaghe : Panebianco a favore, Galli della Loggia più sì che no, Ostellino decisamente no, mentre altri si concentrano sui provvedimenti singoli e lì le critiche sulla vaghezza e il rischio pasticcio aumentano (Ainis, sul Senato, Alesina e Giavazzi sul Lavoro e sull'economia in genere ).
La Repubblica era ufficialmente schierata pro Renzi, pur conservando una voce critica autorevolissima, cioè quella del fondatore.
In questi giorni si rileva il cambiamento detto, e Scalfari, che dopo il successo elettorale monstre delle europee si era anche lui un po' quietato, torna a sparare ad alzo zero contro un giovanotto che non gli è mai chiaramente piaciuto.
Tra le cose che il patriarca scrive, alcune sono particolarmente significative :
- c'è uno strano clima da pensiero unico che si sta diffondendo in Italia, con la percezione che chi critica e si oppone a Renzi, in realtà lo fa contro l'Italia. Ovviamente non è così, si tratta di strategie politiche, economiche e sociali diverse, ma il Premier così le fa passare. Chi critica i pasticci riformistici del Senato e della legge elettorale, per quello che attualmente sono, non è un avversario delle cose fatte male, ma delle riforme tout court. E questo, osserva Scalfari, non è un clima buono per la democrazia
- gli 80 euro donati ai lavoratori dipendenti meno remunerati, al momento non hanno quel ritorno positivo che Renzi aveva assicurato per difendere una scelta che per molti è stata una mossa (riuscita) elettorale, ma che altri avevano criticato sia a monte (meglio destinare quelle risorse ad abbassare le tasse delle imprese, scriveva Ricolfi, che infatti da un po' non leggo più su La Stampa...) che a valle ( non migliorando null'altro, e anzi aumentando altre tasse, la gente quei soldi se li terrà in tasca, altro che spinta alla domanda interna, scriveva e scrive anche oggi Davide Giacalone).
- In Europa, meschino l'affosamento di Letta, che da più parti era stato proposto come presidente del Consiglio Europeo. Renzi ovviamente nega e negherà, dicendo, come sempre fa quando si parla di Letta, che "un giorno dirà come sono veramente andate le cose". In attesa di quel giorno, noi ci teniamo la sensazione di uno che con il collega di partito ha giocato sporchissimo.
Il problema con Renzi è che gli obiettivi che si pone, spesso, sono anche giusti ma le soluzioni no. O meglio, sono pasticciate, figlie non si sa se di compromessi al ribasso - gli stessi che partorirono il mostro della Legge Fornero sul Lavoro - o di scarsa capacità (come i frequenti errori, l'ultimo dei quali sul ripristino dell'anatocismo bancario, dimostrano). Forse un po' entrambe le cose. E qui non si tratta di "benaltrismo", come dimostrano le obiezioni provenienti anche da quella parte di opinionisti ed esperti che pure hanno in simpatia il Presidente del Consiglio.
Scalfari, come detto, non è tra questi, e l'articolo che segue è solo l'ultima testimonianza.
Scalfari: "Renzi combina solo guai..."
Eugenio massacra Matteo. Il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari
nel suo consueto editoriale domenicale mette nel mirino Matteo Renzi e
lo impallina dopo il vertice del consiglio europeo. "Matteo Renzi e il
paese che rappresenta sembrano viaggiare col vento in poppa. Sembrano e
in parte è fortunatamente così; in altra parte è un gioco di immagini e
di specchi, di annunci ai quali la realtà corrisponde molto
parzialmente. La sola vera conseguenza è il suo rafforzamento personale a
discapito della democrazia la cui fragilità sta sfiorando il culmine
senza che il cosiddetto popolo sovrano ne abbia alcuna percezione",
scrive Scalfari.
I conti di Renzi - Poi entra nel merito delle cifre e attacca ancora Renzi: "Il pareggio del bilancio non è stato rinviato al 2016 ma in realtà al 2015 il che significa che bisognerà porne le condizioni nella legge di stabilità di quell'esercizio, che sarà in votazione dell'autunno di quest'anno. Si intravede una manovra di circa 12 miliardi e forse più. Nel frattempo la domanda, cioè i consumi, sono fermi anzi leggermente peggiorati; la "dazione" degli 80 euro, almeno per ora, non ha dato alcun segnale. È certamente presto per giudicare, aspettiamo i dati di giugno e di luglio; ma per ora non ci sono segnali di ripresa". Insomma il fondatore di Repubblica processa Renzi e il suo governo e di fatto mette a nudo, come ha fatto spesso Libero, le promesse e il fumo senza arrosto del premier.
Difesa per Letta - Poi Scalfari difende Enrico Letta e accusa Renzi di averlo silurato sulla via di Bruxelles per il dopo Van Rompouy: "Il nostro Renzi (e guai a chi ce lo tocca) ha di fatto risposto: Letta chi? E poi ha aggiunto che la presenza di Draghi costituiva un ostacolo all'eventuale incarico di Letta. Comunque - ha infine aggiunto il nostro presidente del Consiglio - lui non pensava affatto ad ottenere quella carica per un italiano ma piuttosto ad avere la ministra degli Esteri, Mogherini, alla carica di Alto rappresentante della politica estera e della difesa europea".
No all'abolizione del Senato - Infine una stoccata per le riforme: "Far sparire il Senato depaupera il potere legislativo. Il sistema monocamerale avvia inevitabilmente verso un cancellierato e quindi un rafforzamento del potere esecutivo. Si può fare e forse sarebbe anche utile, purché venga riscritta l'architettura dei contropoteri di controllo. Prima e non dopo. Questo punto è essenziale per la democrazia e non può essere preso di sbieco: va affrontato di petto e - ricordiamolo - da un Parlamento i cui membri, specie in questioni di questa natura, sono liberi da ogni vincolo di mandato e debbono esprimersi a viso aperto, visto che agiscono come rappresenta il popolo sovrano".
I conti di Renzi - Poi entra nel merito delle cifre e attacca ancora Renzi: "Il pareggio del bilancio non è stato rinviato al 2016 ma in realtà al 2015 il che significa che bisognerà porne le condizioni nella legge di stabilità di quell'esercizio, che sarà in votazione dell'autunno di quest'anno. Si intravede una manovra di circa 12 miliardi e forse più. Nel frattempo la domanda, cioè i consumi, sono fermi anzi leggermente peggiorati; la "dazione" degli 80 euro, almeno per ora, non ha dato alcun segnale. È certamente presto per giudicare, aspettiamo i dati di giugno e di luglio; ma per ora non ci sono segnali di ripresa". Insomma il fondatore di Repubblica processa Renzi e il suo governo e di fatto mette a nudo, come ha fatto spesso Libero, le promesse e il fumo senza arrosto del premier.
Difesa per Letta - Poi Scalfari difende Enrico Letta e accusa Renzi di averlo silurato sulla via di Bruxelles per il dopo Van Rompouy: "Il nostro Renzi (e guai a chi ce lo tocca) ha di fatto risposto: Letta chi? E poi ha aggiunto che la presenza di Draghi costituiva un ostacolo all'eventuale incarico di Letta. Comunque - ha infine aggiunto il nostro presidente del Consiglio - lui non pensava affatto ad ottenere quella carica per un italiano ma piuttosto ad avere la ministra degli Esteri, Mogherini, alla carica di Alto rappresentante della politica estera e della difesa europea".
No all'abolizione del Senato - Infine una stoccata per le riforme: "Far sparire il Senato depaupera il potere legislativo. Il sistema monocamerale avvia inevitabilmente verso un cancellierato e quindi un rafforzamento del potere esecutivo. Si può fare e forse sarebbe anche utile, purché venga riscritta l'architettura dei contropoteri di controllo. Prima e non dopo. Questo punto è essenziale per la democrazia e non può essere preso di sbieco: va affrontato di petto e - ricordiamolo - da un Parlamento i cui membri, specie in questioni di questa natura, sono liberi da ogni vincolo di mandato e debbono esprimersi a viso aperto, visto che agiscono come rappresenta il popolo sovrano".
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