A leggere le solite pagine trafugate dagli atti giudiziari, il sindaco Orsoni per i procuratori veneziani è sostanzialmente quello che asserisce di essere : una persona per bene.
Solo che anche gli onesti, a contatto con la politica e le sue "spregiudicate contese elettorali" , finiscono per essere infettati. Così scrivono i pm : "una volta spesa la propria immagine in una competizione di risonanza nazionale, il candidato (Orsoni n.d.C.) era quasi obbligato ad accedere alle consuetudini funeste dei finanziamenti neri, adeguatamente rappresentatigli con argomentazioni serrate dai tre responsabili del partito, come unico mezzo per conseguire il successo finale".
I tre in questione sono Davide Zoggia (fedelissimo di Bersani), Giampietro Marchese (ex vicepresidente regionale) e Michele Mognato (parlamentare pd).
In sostanza, sempre secondo gli inquirenti, Orsoni ha sì commesso un reato, ma la sua responsabilità penale è mitigata se si riconducono "gli episodi al loro reale connotato : la mera esecuzione di una strategia di finanziamento occulto elaborata dai vertici del partito cui lo stesso (Orsoni n.d.C.) non si è opposto e anzi - sia pur per una propria debolezza - si è prestato" .
Chiaro no ? Ora, fermo restando che qui siamo ai titoli di testa, e le cose bisognerà vedere come si svilupperanno in futuro, apapre evidente che quelli incalliti sono i politici di lungo corso, e non il prescelto della solita società civile, arruolato come specchietto per le allodole per i cittadini un po' scemi. Però la Serracchiani, immagino in qualità di vicesegretatio del PD, chiede solo ad Orsoni di dimettersi. E gli altri ?
Orsoni le dimissioni le ha date, dopo che in un primissimo momento, rimesso in libertà, sembrava non averne l'intenzione. Lo hanno convinto. Gli altri ? Quelli indicati da Orsoni alle cui parole gli inquirenti hanno mostrato di credere ? Nemmeno un'autosospensione ?
L'intervista di Orsoni, riportata sulla Stampa , è durissima, e vale la pena leggerla, se non altro per il commento pungente su quella banderuola della politica che è la Moretti (veramente una senza vergogna).
Orsoni: “Pd superficiale e farisaico Sono stato calpestato e scaricato”
Lo sfogo dopo la scarcerazione: “Nulla da rimproverami, non mi dimetto”
Quando dopo otto giorni di arresti domiciliari Giorgio Orsoni torna
a Cà Farsetti parte l’applauso. Di dimettersi non se ne parla per ora.
Ma il mezzo sorriso sul volto del sindaco di Venezia nuovamente in
carica nasconde un terremoto.
Sindaco Giorgio Orsoni, alla fine ha dovuto patteggiare...
«Quattro mesi sono una goccia di sangue che ho dovuto versare. Alla fine è poco più di un incidente stradale...».
Sembra che non sia questa la cosa peggiore che le è capitata.
«La cosa peggiore l’ha fatta chi ha anteposto un atto giudiziario della Procura alla conoscenza della persona».
Con chi ce l’ha con il Pd veneto, con il Pd nazionale...
«Ci sono stati molti atteggiamenti superficiali e farisaici da parte di alcuni esponenti del Pd. C’è chi si è affrettato subito a sottolineare che non ero nemmeno iscritto al partito. Si sono comportati come anime belle. Fino al giorno prima del mio arresto mi chiedevano di ricandidarmi a marzo dell’anno prossimo. Poi, di colpo, mi hanno calpestato e scaricato».
Anche Matteo Renzi ha avuto parole dure dopo gli arresti. Sia verso i politici coinvolti che gli imprenditori. I suoi giudizi sono arrivati immediatamente...
«Mettere in relazione le accuse che mi riguardavano con le persone coinvolte nella vicenda MOSE è stato superficiale. Non si è minimamente tenuto conto della mia storia personale. Ci vuole responsabilità. La fretta è una caratteristica dei nostri tempi ma va a discapito della verità. Chi è abituato ad andare troppo in fretta perde la sostanza delle cose. Qualcuno che mi conosceva bene doveva almeno riflettere prima di parlare. Mi sento molto offeso per essere stato accomunato a dei malfattori».
Alessandra Moretti del Pd due mesi fa la elogiava dicendo che il suo era «un modello politico che andava esportato». Due giorni dopo l’arresto ha sostenuto che lei era la «rappresentazione di ciò che più è vecchio nella politica...».
«Alessandra Moretti è stata bersaniana, poi renziana, sulla sua coerenza c’è poco da dire...».
Dopo la sua scarcerazione non ha sentito nessuno del Pd nazionale?
«Il sindaco di Torino Piero Fassino e questo mi ha fatto molto piacere».
Lei nel corso dei due interrogatori, davanti al giudice e poi lunedì coi pm, ha sempre sostenuto di non aver preso soldi direttamente nè di essersi occupato dei finanziamenti...
«Non ho mai pensato che i versamenti sul conto del mio mandatario elettorale non fossero leciti. Io non potevo sapere come si procurassero i soldi. Solo dopo la campagna elettorale ho saputo chi aveva contribuito. Io ho incontrato decine di persone, imprenditori o sedicenti totali, che dicevano che mi avrebbero sostenuto. Li ringraziavo senza sapere se poi lo avrebbero fatto».
Giovanni Mazzacurati del Consorzio Venezia Nuova giura di averle dato dei soldi personalmente...
«Mazzacurati è un millantatore. Ho spiegato ai magistrati che non ero al corrente in alcun modo dei meccanismi messi in atto per creare dei fondi destinati poi anche a contribuire alla campagna elettorale di tutti i partiti. Conosco Giovanni Mazzacurati è stato anche un cliente del mio studio legale. Lui diceva che mi sosteneva, Che sosteneva sempre tutti i candidati perché non voleva essere incolpato da nessuno. Ho consegnato a lui come ad altri il numero di conto corrente del mio mandatario elettorale pensando che tutto fosse lecito».
Lei a verbale ha detto che altri del suo partito si occupavano di soldi...
«Chi organizzava la mia campagna elettorale sosteneva che il mio avversario aveva una maggiore disponibilità economica. Ma non ho mai immaginato che venissero utilizzati dei sistemi men che leciti per il mio finanziamento. Ai magistrati ho confermato che la mia campagna elettorale non è stata gestita da nessun comitato che rispondesse a me ma è stata gestita direttamente dai singoli partiti e che non sono a conoscenza di come il Consorzio Venezia Nuova si comportasse».
Ma perchè Giovanni Mazzcurati dovrebbe accusarla allora? Che idea si è fatto?
«Dopo la mia elezione ha cercato con insistenza di parlarmi dei problemi della città, del MOSE, dell’Arsenale. Argomenti che ci hanno visto spesso contrapposti. Non mi meraviglierei se avesse deciso di vendicarsi in qualche modo anche per questo. Mi ripeto: io non ho mai gestito direttamente la mia campagna elettorale. Il maggior organizzatore della mia campagna elettorale è stato il Pd».
A questo punto intende dimettersi?
«No. Ho deciso di non dimettermi perché non ci sono le condizioni oggettive per farlo. Non ho nulla personalmente di cui rimproverarmi. Potrei con impeto dare le dimissioni e mandare tutti a quel Pese ma non sono impetuoso e non lo faccio anche per un senso di responsabilità verso la mia città. I miei assessori mi hanno manifestato la solidarietà e consegnato le loro deleghe. Voglio ragionare a mente fredda. Mi auguro che non ci siano delle intromissioni da chi ragiona troppo a caldo e che ci sia il rispetto delle decisioni locali».
Ma se per qualche motivo le chiedessero di ricandidarsi nuovamente?
«Io ho sicuramente sbagliato ad accettare di fare il sindaco. Io sono più abituato a vedere i bianchi e i neri che i grigi. Ma di sicuro non medio sul malaffare. Mi sono fatto troppi nemici. Sono sicuramente innocente. Sono una persona che sicuramente non ha un passato politico e nemmeno un futuro».
Sindaco Giorgio Orsoni, alla fine ha dovuto patteggiare...
«Quattro mesi sono una goccia di sangue che ho dovuto versare. Alla fine è poco più di un incidente stradale...».
Sembra che non sia questa la cosa peggiore che le è capitata.
«La cosa peggiore l’ha fatta chi ha anteposto un atto giudiziario della Procura alla conoscenza della persona».
Con chi ce l’ha con il Pd veneto, con il Pd nazionale...
«Ci sono stati molti atteggiamenti superficiali e farisaici da parte di alcuni esponenti del Pd. C’è chi si è affrettato subito a sottolineare che non ero nemmeno iscritto al partito. Si sono comportati come anime belle. Fino al giorno prima del mio arresto mi chiedevano di ricandidarmi a marzo dell’anno prossimo. Poi, di colpo, mi hanno calpestato e scaricato».
Anche Matteo Renzi ha avuto parole dure dopo gli arresti. Sia verso i politici coinvolti che gli imprenditori. I suoi giudizi sono arrivati immediatamente...
«Mettere in relazione le accuse che mi riguardavano con le persone coinvolte nella vicenda MOSE è stato superficiale. Non si è minimamente tenuto conto della mia storia personale. Ci vuole responsabilità. La fretta è una caratteristica dei nostri tempi ma va a discapito della verità. Chi è abituato ad andare troppo in fretta perde la sostanza delle cose. Qualcuno che mi conosceva bene doveva almeno riflettere prima di parlare. Mi sento molto offeso per essere stato accomunato a dei malfattori».
Alessandra Moretti del Pd due mesi fa la elogiava dicendo che il suo era «un modello politico che andava esportato». Due giorni dopo l’arresto ha sostenuto che lei era la «rappresentazione di ciò che più è vecchio nella politica...».
«Alessandra Moretti è stata bersaniana, poi renziana, sulla sua coerenza c’è poco da dire...».
Dopo la sua scarcerazione non ha sentito nessuno del Pd nazionale?
«Il sindaco di Torino Piero Fassino e questo mi ha fatto molto piacere».
Lei nel corso dei due interrogatori, davanti al giudice e poi lunedì coi pm, ha sempre sostenuto di non aver preso soldi direttamente nè di essersi occupato dei finanziamenti...
«Non ho mai pensato che i versamenti sul conto del mio mandatario elettorale non fossero leciti. Io non potevo sapere come si procurassero i soldi. Solo dopo la campagna elettorale ho saputo chi aveva contribuito. Io ho incontrato decine di persone, imprenditori o sedicenti totali, che dicevano che mi avrebbero sostenuto. Li ringraziavo senza sapere se poi lo avrebbero fatto».
Giovanni Mazzacurati del Consorzio Venezia Nuova giura di averle dato dei soldi personalmente...
«Mazzacurati è un millantatore. Ho spiegato ai magistrati che non ero al corrente in alcun modo dei meccanismi messi in atto per creare dei fondi destinati poi anche a contribuire alla campagna elettorale di tutti i partiti. Conosco Giovanni Mazzacurati è stato anche un cliente del mio studio legale. Lui diceva che mi sosteneva, Che sosteneva sempre tutti i candidati perché non voleva essere incolpato da nessuno. Ho consegnato a lui come ad altri il numero di conto corrente del mio mandatario elettorale pensando che tutto fosse lecito».
Lei a verbale ha detto che altri del suo partito si occupavano di soldi...
«Chi organizzava la mia campagna elettorale sosteneva che il mio avversario aveva una maggiore disponibilità economica. Ma non ho mai immaginato che venissero utilizzati dei sistemi men che leciti per il mio finanziamento. Ai magistrati ho confermato che la mia campagna elettorale non è stata gestita da nessun comitato che rispondesse a me ma è stata gestita direttamente dai singoli partiti e che non sono a conoscenza di come il Consorzio Venezia Nuova si comportasse».
Ma perchè Giovanni Mazzcurati dovrebbe accusarla allora? Che idea si è fatto?
«Dopo la mia elezione ha cercato con insistenza di parlarmi dei problemi della città, del MOSE, dell’Arsenale. Argomenti che ci hanno visto spesso contrapposti. Non mi meraviglierei se avesse deciso di vendicarsi in qualche modo anche per questo. Mi ripeto: io non ho mai gestito direttamente la mia campagna elettorale. Il maggior organizzatore della mia campagna elettorale è stato il Pd».
A questo punto intende dimettersi?
«No. Ho deciso di non dimettermi perché non ci sono le condizioni oggettive per farlo. Non ho nulla personalmente di cui rimproverarmi. Potrei con impeto dare le dimissioni e mandare tutti a quel Pese ma non sono impetuoso e non lo faccio anche per un senso di responsabilità verso la mia città. I miei assessori mi hanno manifestato la solidarietà e consegnato le loro deleghe. Voglio ragionare a mente fredda. Mi auguro che non ci siano delle intromissioni da chi ragiona troppo a caldo e che ci sia il rispetto delle decisioni locali».
Ma se per qualche motivo le chiedessero di ricandidarsi nuovamente?
«Io ho sicuramente sbagliato ad accettare di fare il sindaco. Io sono più abituato a vedere i bianchi e i neri che i grigi. Ma di sicuro non medio sul malaffare. Mi sono fatto troppi nemici. Sono sicuramente innocente. Sono una persona che sicuramente non ha un passato politico e nemmeno un futuro».
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