martedì 10 giugno 2014

"IL MESE DI GIUGNO SARA' QUELLO DELLA GIUSTIZIA". PARE DI CAPIRE CHE NON SI TRATTI DI GIUGNO 2014


Malgrado il chiaro sfavore del Premier che non ama occuparsene, anche per scarsa dimestichezza con la materia, questo doveva essere il mese dedicato alla Giustizia e alla sua "indifferibile" (sic !!!) riforma. Qualcuno ci crede ancora al calendario del leader ? Si è vantato urbi et orbi che in due mesi scarsi aveva varato la riforma della legge elettorale, di cui si parlava da 6 anni (praticamente dal giorno dopo che era stata promulgata l'altra...il Porcellum...), e adesso è arenata al Senato, con la Boschi che la definisce "un buon punto di partenza"...Sta fresca : dopo i risultati delle europee e anche quelli del ballottaggio, con le sconfitte del PD determinate dalle alleanze anomale tra M5S e Centrodestra in funzione anti democrats, l'Italicum è bello che sepolto.
Tornando alla Giustizia, sono in tanti che in questi giorni si dolgono della linea che sembra il Governo stia lentamente ma inesorabilmente privilegiando, forse anche dettata dagli scandali tangentizi e il rinnovato furore popolare che mal vedrebbe una riforma in senso garantista. Ne ha parlato ieri Battista, ne torna a parlare oggi Giacalone (a parte il suo post), e ne parla, more solito, Filippo Facci, che denuncia l'immobilismo di Orlando e una certa genuflessione verso i magistrati. Già perché Renzi fa il muso duro con la CGIL, dichiarando che lui parla con tutti ma poi è il governo a decidere, cosa sacrosanta, ma non sembra che con le toghe viga lo stesso principio guida.    Io da un po' di tempo noto un silenzio assordante di alcuni cari amici, credo in grave imbarazzo, contesi intimamente  tra la loro militanza piddina e renziana, da un lato, e il credo garantista che li ha accompagnati per tutta la loro vita professionale e ideale dall'altro (io NON faccio penale, eppure sono un convinto garantista, così come tanti altri che non hanno particolari interessi professionali. Si tratta di coscienza, di un certo modo di sentire la giustizia, lo stesso che immagino abbia animato un grande e dimenticato illuminista, Cesare Beccaria).
Il timore crescente è che Renzino stia passando dall'ignavia al rinnovamento dell'alleanza pelosa che si trascina da 40 anni, iniziata con gli anni di piombo e poi cementata con tangentopoli e l'irrinunciabile tentazione di usare i tribunali per la battaglia politica. 
 Lamentandomi di tutto questo, ho chiesto a Massimiliano Annetta cosa ne pensasse il suo mentore, il senatore Luciano Violante. "Ha da passa' a nuttata" sarebbe stata la risposta.
Strano, Renzi non dovrebbe essere la nuova alba ?


NO ACT 


No act

Qualcuno comunichi ai renziani che la campagna elettorale è finita. È giugno e dovrebbe esserci la riforma della giustizia, ma all'orizzonte c'è il nulla. Ieri si leggeva che vorrebbero inasprire le pene per la corruzione (lo si legge una volta alla settimana) e poi che vorrebbero cancellare il vitalizio ai condannati per corruzione (lo si legge una volta al mese) e insomma roba così, sparata sul tamburo degli scandali, come se fosse un problema di nuove leggi. Sull'Espresso, poi, c'era una chilometrica intervista al guardasigilli Andrea Orlando: che è un personaggio simpatico, ma riesce a dire niente per cinque pagine. Cioè: questo governo rifiuta di concertare con la Cgil - giustamente - ma vorrebbe riformare la magistratura concertando con la magistratura, che è molto più forte e irredimibile di qualsiasi altra corporazione. Il problema delle correnti nel Csm, dovete sapere, si risolve «confrontandosi con le correnti del Csm». E con l'Associazione magistrati, certo. E che cosa pensa il ministro del conflitto nella procura milanese? «Attendo la valutazione del Csm». E l'inefficienza della giustizia? «Fondamentali sono le risorse... mancano i registratori per i verbali, i cancellieri...». Sembra un comunicato dell'Anm. 
Sulla carcerazione preventiva non una parola. Sugli errori dei giudici non una parola. Sulla riforma, nel dettaglio, non una parola. Ma ci sarà, la riforma? Certo, «entro la fine dell'anno». Ah. Non più a giugno, quindi. Capito. Capito tutto.

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