sabato 14 giugno 2014

VALLANZASCA SORPRESO A RUBARE MUTANDE AL MARKET, TORNA IN PRIGIONE A TEMPO PIENO


Bè, a questo punto il sospetto che volesse tornare in carcere a tempo pieno viene, perché come altrimenti te lo spieghi un furto di mutande e altre cose di poco valore (in tutto 70 euro ! ) da parte di Vallanzasca, condannato a più ergastoli e in regime di semilibertà ( a riprova che l'ergastolo, di fatto, non esiste come pena effettiva, e per noi, che crediamo nel principio dell'art. 27 della costituzione , va bene così) ? 

Qualcuno ha presente il bellissimo film : Le Ali della Libertà ?  Ebbene, tra i vari personaggi narrati - la vicenda si svolge all'interno di un carcere dove il protagonista si trova perché condannato per omicidio ancorché innocente - c'è quello di un anziano detenuto che aveva trascorso ormai più di 40 anni in prigione e quando viene liberato per scadenza pena, non riesce a riadattarsi alla vita ordinaria, nonostante che il sistema di reinserimento apparentemente funzionasse (gli era stata trovato un lavoro come cassiere in un market e un'appartamentino in affitto), e dopo poco si uccide. 
La prigione, con le sue mura invalicabili, era diventata una sorta di casa protettiva, e i detenuti la sua famiglia.
Ecco, questo mi è venuto in mente leggendo la notizia su La Stampa.


Vallanzasca ruba al supermercato
Addio permesso e ritorno in cella

Boxer, cesoie e concime per piante: un furto da 70 euro costa al «bel Renè» della mala milanese la revoca del regime di semilibertà

Renato Vallanzasca in un’immagine del 1999
Un furto da 70 euro, un paio di boxer, cesoie e concime per piante nascosti in una borsa uscendo dal supermercato: pochi oggetti rubati che costeranno a Renato Vallanzasca, il «bel Renè» della mala milanese degli anni Settanta e Ottanta, un giudizio per direttissima e la revoca del regime di semilibertà.

Una rapina a un supermercato, nel 1972, era stato il suo esordio criminale. E di nuovo in un supermercato, questa volta per un furto, è stato arrestato ieri sera: Vallanzasca stava scontando una pena al carcere di Bollate ed era stato ammesso al beneficio del lavoro esterno. Alla cassa di un supermercato, avrebbe pagato alcuni alimenti ma non gli oggetti nascosti in una borsa. Sorpreso da un addetto dell’antitaccheggio, è stato poi fermato per furto aggravato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Milano e dovrà affrontare il giudizio per direttissima.

Una storia molto diversa dai fatti per cui Vallanzasca, tra gli anni Settanta e Ottanta, era diventato il protagonista indiscusso della mala milanese, tra furti, rapine a mano armata, sequestri di persona, arresti, evasioni: complessivamente, nel corso degli anni, era stato condannato a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione. Ma proprio con una rapina a un supermercato, nel 1972, Vallanzasca inizia la sua carriera criminale: all’epoca ad arrestarlo furono gli uomini della squadra Mobile di Milano. Poi una biografia costellata di furti e rapine, l’accumulo di ingenti ricchezze e gli arresti che lo hanno portato, tra evasioni tentate e riuscite e rivolte carcerarie, in 36 penitenziari italiani. Una settantina le rapine a mano armata che riesce a mettere a segno con la sua banda, non senza vittime, come i due poliziotti morti in uno scontro a fuoco a un posto di blocco nel febbraio del 1977. Nel 2010, dopo alterne vicende giudiziarie e richieste di grazia non concesse, Vallanzasca era stato ammesso al beneficio del lavoro esterno. 

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