sabato 14 giugno 2014

UNA CENA TRA AMICI VERI, GARANTISTI E PERPLESSI

       
Ieri sera ero contentissimo della prospettiva di andare a cena con due carissimi amici che non vedevo da troppo tempo : il Maestro Domenico Battista e il Democrat Riccardo Cattarini. Col secondo poi avevo anche avuto un qual certo timore che le mie continue critiche al suo segretario (e Premier) avessero in qualche modo intaccato l'affetto creatosi in questi due anni di conoscenza nata tramite fb, il blog, trasformata in amicizia  incontrandoci a Roma (dove Riccardo viene sia per la Cassazione che per qualche vertice del PD ) , in giro per l' Italia grazie ai convegni della Cemere Penali o similia, e per un bel capodanno a Trieste dove il veneto-giuliano Riccardo è stato impagabile ospite. 
Purtroppo io nasco polemico, molto, e mi ci sono voluti decenni per cercare di mitigare questo che è un difetto del carattere. Ovviamente puoi correggerti, ma solo in parte, e soprattutto devi usare alcune accortezze. Per esempio evitare i POLEMICI, figuriamoci poi se faziosi, perché allora scatta l'effetto muleta rossa per il toro...Altro paragone, l'alcolizzato disintossicato che evita l'offerta anche di un solo bicchiere, e che certo non entra in un locale dove l'offerta tipica è l'alcol. Tradotto, se vedo che ho davanti un polemico, è saggio da parte mia lasciar subito perdere, che la rissa verbale (comunque sgradevole) è assai probabile. 
Fatto questo onesto outing, avevo dunque il timore che una certa verve critica nei confronti dei democrats, nonostante il nuovo corso, e anche qualche pungicata agli amici garantisti che militano in quel partito per la palese ignavia di Renzi sul tema Giustizia ( tutto sommato, forse è addirittura meglio così, che se riforma sarà, non è affatto detto che sia nella direzione giusta, come certi segnali fanno temere), lo avesse infine infastidito e reso latitante. 
Invece l'amico Riccardo   mi ha rassicurato che la sua semiscomparsa era dovuta solo al forte impegno personale nella recente campagna elettorale, proprio nel suo territorio (conclusasi con successo, che la sua candidata è stata eletta : complimenti ! ) . il Goriziano, e di qui l'aver un po' tralasciato le altre cose.
La cena diventa rapidamente un cenacolo, con temi alti : Giustizia, Politica, Società. 
More solito, i tempi di dibattito non sono democratici, col Maestro che si prende il 75% del totale (come farebbe mai in una tribuna politica coi tempi contingentati ??) e io e Riccardo a dividerci il resto.
TRa amici consolidati peraltro molti pensieri e idee sono state già scambiate, e quindi non serve molto a capirsi, anche se il tempo di esposizione è  un po' compresso dall'esuberanza altrui. 
E io ho visto un Riccardo perplesso, dubbioso, meno granitico su quelli che sono i capisaldi propri dei garantisti doc, oltretutto penalisti, sentendolo parlare e chiederci de : le ragioni delle vittime, l'omicido stradale, la corruzione dilagante...
E nel buttare lì questi temi - ripeto, non in forma "eretica", di ripensamento, ma di dubbio laico, e quindi sempre nobile - Riccardo ad un certo punto adombra la possibilità di una revisione della disciplina dell'appello, del triplo grado di giudizio... A momenti il Maestro Domenico Battista  soffoca ! 
La sensazione è che Riccardo ci stia ripetendo le obiezioni che, nelle stanze democratiche, vengono rivolte a LUI, che si spende - coraggiosamente e con scarsi risultati - per un recupero garantista della sinistra, e che i ragionamenti ascoltati non hanno certamente creato un vulnus nell'animo Beccariano del nostro amico ma qualche dubbio qua e là sì. Forse perché di noi tre, lui è quello che fa politica vera, e quindi più portato anche alla necessità di mediazione e sintesi tra due muri contrapposti (garantismo e giustizialismo). 
Di fronte all'ondata di corruzione disvelata e la reazione rabbiosa della gente, la riforma della Giustizia auspicata - no all'obbligatorietà dell'azione penale, separazione delle carriere, responsabilità civile dei giudici, riorganizzazione del CSM, limiti obiettivi e stringenti alla custodia cautelare, vera applicazione delle forme di pena alternative al carcere ( la legge Gozzini ce la copiano in Francia...noi, se dessimo retta alla piazza, la dovremmo abolire) - sembra una chimera e anzi, come accennato prima, quasi quasi meglio accantonare la questione, che non è proprio aria ( certo, Il Garantista di Sansonetti inaugura la sua avventura in un momento pessimo...comunque AUGURI !!).
Però a Riccardo osservavo alcune cose, che riassumo qui :
1) la gente è furiosa innanzi tutto per questioni ECONOMICHE. Se il paese non fosse in recessione da tre anni, non si fossero persi più di un milione di posti di lavoro, e quasi un giovane su due non fosse disoccupato, la gente sarebbe meno arrabbiata, e farebbe più spallucce alla ciclica notizia di politici e faccendieri che si spartiscono i soldi di grandi appalti pubblici.  Parlo della gente comune, non dei "capalbiesi", che quelli l'indignazione e la rabbia contro il mondo imperfetto che li circonda ( a Capalbio specchi tutti di legno...) ce l'hanno nel genoma. 
2) è curioso che il Pd si preoccupi della rappresentanza, e quindi dell'umore prevalente dei cittadini, solo per alcune cose, e anche in ragione dei momenti. In tema di immigrazione per esempio, se si farà il referendum proposta dalla Lega, con il ritorno di norme più severe tese a fermare l'invasione dei disperati del mondo, il PD pensa di vincerlo ? Se non sono matti, sanno di no. Parimenti per lo IUS SOLI, cavallo di battaglia di Bersani e oggi ripreso più sobriamente da Renzi : pensano che la maggioranza degli italiani sia favorevole ad una legge per la quale il bambino di stranieri che nasce in Italia, SOLO per questo fatto diventa automaticamente italiano ? Contiamoci e vediamo. Però il punto è un altro : il PD certe battaglie civili le combatte ANCHE se sa che non sono patrimonio prevalente tra i cittadini. Si carica di un onere meritorio di "guida", convinto che la strada giusta sia quella, e pensando di convincere, nel tempo, la popolazione. Bene, la politica ha questa importante funzione. Domandina : perché nella giustizia no ???
Si è parlato anche di altre cose, e per frotuna ci è scappato anche un commento di favore unanime per alcune bionde straniere che passavano avanti al nostro tavolo in direzione della toilette.
Alla fine della cena, Riccardo voleva offrire, che era stato lui il promotore del cenacolo, ma io ho proposto un'idea migliore. Ormai siamo amici veri e quindi la regola deve essere quella di dividere il conto. Quando uno di noi avrà qualcosa di bello da festeggiare - una elezione al Parlamento, una bella vittoria processuale, una conquista prestigiosa - che non urti la sensibilità degli altri ( lo scudetto della Juve non lo posso certo festeggiare col Maestro, la vittoria del PD Riccardo la festeggerà con gli iscritti come lui...), allora sarà giusto e bello che offra la cena agli amici.
Ovviamente la proposta è stata accolta, con il retropensiero un pizzico preoccupato a cui ho dato voce " Ohi, speriamo che da qui ad un anno, ciascuno di noi possa offrire almeno una volta  !! "
Una bella serata.




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