domenica 15 giugno 2014

E ANCHE GRILLO BUSSO' ALLA PORTA DEL PREMIER


Undici milioni di baionette - efficace immagine del senatore Muchetti,  di come Renzino stia utilizzando i voti presi alle Europee - pare abbiano convinto non solo i dissidenti piddini, praticamente scomparsi dai radar dell'assemblea nazionale, ma addirittura Grillo e Casaleggio che aprono al Premier in materia di legge elettorale.
I dimentichi parlano di prima volta ma non è del tutto esatto. Era già accaduto con l'elezione del presidente della Repubblica, quando Grillo disse al PD di votare il loro candidato, che non poteva essere sgradito a gente di sinistra (Rodotà) , e a quel punto anche sulla fiducia al governo si sarebbe potuto discutere. Non se ne fece nulla, che i democrats puntarono sul loro secondo candidato, Prodi, dopo che i dissenzienti del PD - tra cui allora Renzi e i suoi. ma c'è dissenso e dissenso... - avevano affossato Marini, pure approvato dalla maggioranza dell'assemblea del partito.
Dopo di allora la chiusura era stata totale, causando anche non pochi malumori sia tra gli elettori del Movimento non pregiudizialmente ostili al PD (per molti di loro, il partito di provenienza, abbandonato nel 2013 per delusione e convinzione che tanto Bersani avrebbe vinto lo stesso, coalizzandosi con il non gradito Monti) che tra diversi parlamentari, tanto che alcuni di questi ultimi sono poi usciti dal M5S, o per scelta o per espulsione. 
Dopo le Europee, i 3 milioni di voti persi, Grillo e Casaleggio avranno riflettuto su una correzione di strategia e il primo segnale di cambiamento è questo bussare alla porta di Renzi, per ora sul tema specifico della Legge elettorale (ma si sa, da cosa nasce cosa ). 
Così, dopo essersene veramente detti di tutti i colori, Grillo e Renzi potrebbero incontrarsi, direttamente o più probabilmente per interposte delegazioni. 
In apparenza, la proposta di legge del M5S - che la legge nuova dovrebbe partire da lì, non certo dall'Italicum - non è che sia vicina a quella partorita da Renzi in intesa di massima con Berlusconi, visto che si baserebbe sul proporzionale (ancorché corretto) e sulle preferenze (che al Nazareno non amano), però magari, piazzando un premio di maggioranza, un must per REnzi, chissà che le distanze si assottiglino. 
Così, a 48 ore dall'approvazione (??, 23.000 voti in rete...su 5 milioni di elettori...) dell'alleanza a Strasburgo con Farage (un idolatra della Thatcher, non precisamente uno di sinistra ), Grillo spiazza nuovamente la politica con questa mossa.
Tra i democratici ci sono sia entusiasti che scettici, ma certo tutti pensano che le carte si debbano andare a vedere.
L'articolo con la notizia è tratto da La Stampa.


Riforme, Grillo a sorpresa apre a Renzi
“Pronti a discutere di legge elettorale”

Cambia la strategia, il post sul blog firmato dal leader del M5S con Casaleggio: “Il premier è legittimato da voto popolare”. Il Pd plaude: è giusto confrontarsi.
Il «mediatore» Di Maio: “Incontro in diretta streaming? Non è fondamentale”
«Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà». Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio cambiano strategia sulle riforme e tendono la mano al Pd. La svolta dei Cinque Stelle arriva con un post a doppia firma sul blog del leader. Grillo e Casaleggio auspicano un incontro con il premier sulla legge elettorale. 
La svolta dei due leader del Movimento Cinque Stelle arriva a sorpresa e spiazza anche i militanti. «Sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario», spiegano Grillo e Casaleggio. La prima: «Il M5S ha una legge» elettorale «approvata dai suoi iscritti». Quindi c’è una base da cui partire per discutere con il Pd. La seconda, invece, è un’apertura al premier: Renzi «è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato», scrivono i leader M5S. «All’incontro eventuale con il Pd, che speriamo ci sia, parteciperanno - annunciano Grillo e Casaleggio - i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera».  
Nel post i leader del M5S ripercorrono la vicenda della riforma elettorale a partire da quando (il post indica erroneamente come data il gennaio 2013, invece che 2014) «Renzie e i giornalai chiedevano a gran voce che il M5S andasse a “vedere le carte” della legge elettorale di Renzie, se no il Paese andava a sbattere. Altrimenti Renzie con chi altro poteva fare la legge se non con Berlusconi? E Berlusconi fu! Il pregiudicato sbattuto fuori dal Senato per merito esclusivo del M5S che chiese il voto palese e accelerò la discussione in aula, fu in seguito accolto in gran pompa da Napolitano al Quirinale come novello padre costituzionale. E chi altri poteva fare le riforme della P2 se non un condannato in via definitiva nonché ex iscritto alla P2 (tessera 1816, ndr)? La logica in questo è impeccabile». Poi il M5S, ricordano, avviò «una discussione on line con gli iscritti, seguita da un voto, su ogni singolo punto possibile di una nuova legge elettorale con l’aiuto del professor Giannulli. La legge M5S è stata quindi depositata in Parlamento e siamo arrivati prima della legge elettorale di Renzie e Berlusconi, primi con il passo della tartaruga, ma della democrazia partecipata». 
«E ora? Ora sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato. La legge M5S - sottolineano Grillo e Casaleggio invitando Renzi a «battere un colpo» sulla loro proposta - è di impronta proporzionale, non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere». L’amo è lanciato. Ora la parola passa a Renzi. Intanto il “mediatore” grillino Di Maio frena anche sullo streaming di un eventuale incontro con il premier: «Non credo sia essenziale», spiega ai microfoni di Skytg24 il vicepresidente della Camera. Dal Pd «aspettiamo una risposta, lasciamo trascorrere la domenica, poi vediamo che succede», aggiunge.  
Risposta che non tarda ad arrivare. I primi commenti in casa dem sono positivi. Spiega il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina: «Se davvero questa apertura di Grillo è sincera sarebbe impossibile sottrarsi a questo confrontarsi. Sono certo che il Pd deve avanzare anche da questo punto di vista. Se Grillo ha deciso di scongelare i suoi voti e di metterli veramente a disposizione di una discussione sul merito dei cambiamenti necessari per questo Paese, bisogna andare a vedere le carte, verificare fin dove vuole arrivare e sperare che non sia un bluff». Ancora più netto il segretario del Pd Puglia, Michele Emiliano: «Da 2 anni chiedo al M5S un dialogo e finalmente Casaleggio e Grillo chiedono di incontrare Matteo Renzi per legge elettorale: sono felice».

1 commento:

  1. E' proprio vero!
    Per imparare a vivere ci vogliono le BATOSTE; infatti dopo la "mancata vittoria" alle elezioni europee, grillo e c. hanno capito che è meglio collaborare e discutere che continuare a strepitare..
    Forse c' é più "buon senso" nei piani bassi del m5s che in quelli alti dove albergano strampalate idee di onnipotenza.

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