La Direzione PD è stata infuocata, con interventi duri da parte di D'Alema, Bersani oltre a Civati, che ha paventato (ma non è la prima volta, quindi resterà) la sua uscita dal PD renziano. Eppure Renzi, dando retta ai pontieri ( e, secondo i soliti bene informati, anche a Napolitano), non era nemmeno stato intransigente come era apparso nei giorni scorsi. Reintrodurre i licenziamenti disciplinari è un annacquamento forte della proposta iniziale di sterilizzare l'art. 18, limitando la possibilità di reintegro a quelli discriminatori. Capisco che chi non conosce il diritto del lavoro, e soprattutto la giurisprudenza che lo flagella, possa pensare che si tratti di poca cosa, e invece è un passo indietro sostanziale. Certo, bisogna vedere se, nel riformare, la legge disciplini comunque in modo nuovo questa materia e quindi renda meno sindacabili dai giudici la cosa, rendendo meno tortuoso, di quanto non lo sia oggi, questo tipo di licenziamento. Come ha ricordato ieri il Premier, i padroni delle ferriere non sono più la regola, bensì l'eccezione, e sono pochi gli imprenditori e datori di lavoro che si privano di dipendenti validi. Il licenziamento disciplinare peraltro, per essere condotto in modo burocraticamente corretto, abbisogna di un ufficio personale apposito che solo le grandi aziende hanno. Un'impresa di 15 dipendenti, che è piccola, non si può permettere certo di avere del personale specifico addetto a queste cose, e quindi seguire gli iter farraginosi e tortuosi - la famosa burocrazia, aggravata dalla pervicacia sindacale, per la quale il lavoratore è perseguitato a "prescindere" - dei provvedimenti disciplinari, che sono stati, per decenni, la chiave di porco per i giudici per bocciarli sistematicamente. Come ho scritto in altri post, le cose sono un po' cambiate ultimamente, e c'è anche qualche giudice che entra nel merito, valutando se le mancanze commesse e dimostrate del lavoratore comunque giustifichino l'interruzione del rapporto, anche se l'iter disciplinare non sia stato percorso del tutto correttamente. Ma altri sono ben felici di attaccarsi alla forma, e disporre il reintegro.
Quindi quello di Renzi è un passo indietro, come era facile prevedere. A questo punto, anche se i risentimenti personali di gente come Bersani e D'Alema sono autentici, e si vede !, viene da pensare che nel PD vada in scena, ormai frequentemente, all'ammuina del poliziotto buono e di quello cattivo ( i ruoli sono intercambiabili), e alla fine il compromesso, la "sintesi", è sempre al ribasso, in senso conservativo.
Per dire, per motivi economici, già la legge Fornero aveva cambiato - in modo non peraltro chiarissimo, quindi magari migliorare i testi, anche alla luce di due anni di applicazione difficile della legge, con ogni Tribunale, per non dire ogni giudice, che fa come gli pare - di molto l'art. 18. Insomma, come al solito, rivoluzioni nisba.
In compenso abbiamo il vittimismo insopportabile di Bersani ( com'è peggiorato quest'uomo dopo la tranvata dello scorso anno alle elezioni...), che parla addirittura di metodo Boffo, mentre D'Alema è sempre sagace col suo puntuto sarcasmo, dimenticando però che quando era ai vertici degli escutivi, l'articolo 18 provò a cambiarlo anche lui, discutendo aspramente con Cofferati.
Ma si sa, memoria e coerenza non sono virtù politiche. Anzi, il contrario...
E allora, piuttosto che i resoconti della Meli, della Calessi o della Guerzoni, meglio sorridere con le ironiche pagelle di Massimo Bordin (chissà come rimarrà male l'amico Cataldo, tifoso di Renzi quanto del suo Milan, nel leggere che lo stimato opinionista gli ha affibbiato un mortificante 3 !).
Pagelle ( Si scherza , è chiaro )
RENZI
Parte bene con slancio economicista. Prima di tutto più salario per
tutti. Benissimo. Che ci frega dell'art. 18, che tanto riguarda una
minoranza ? Sulle ali dell'entusiasmo si fotte in tre mosse. Prima , la
libertà di licenziare. Già ce n'è abbastanza, non si vede la necessità
dell'enfasi , per di più da parte del segretario del partito che si
vuole di sinistra. Seconda, gli aumenti salariali sono una sóla.In
realtà intende fotterci la liquidazione, rateizzandola mensilmente senza
interessi. Terza mossa, esiziale, gli sfugge la cifra da destinare al
"welfare universalistico" : un miliardo e mezzo. Chi vuole far ridere ?
VOTO 4 . Considerata la camicia bianca senza giacca, e senza aver
servito nessuna pizza margherita VOTO 3.
D'ALEMA Argomenta con la bonomia di un Vishinskyi e la dialettica cingolata di un Suslov, ma il suo sarcasmo è sicuramente contemporaneo, anzi di stretta attualità. La citazione di Stiglitz è banalotta e non risolverebbe, ma si capisce in corso d'opera che è fatta non tanto per spiegare quanto per insultare meglio i consiglieri economici di Renzi. Sul miliardo e mezzo per il welfare universale fa il botto a colori arrivando a citare l'arci nemico Prodi e i sette miliardi stanziati dal suo secondo governo per il cuneo fiscale. Renzi colpito e affondato. A parole. VOTO 7. Anche lui in camicia bianca ma con sopra una giacca sportiva di ottimo taglio. Si vede la mano del sarto di Velardi. VOTO 8
GENTILONI Cita Bruno Manghi, che intervistato dal Corriere aveva detto cose di buon senso, e ne esce in modo pulito. Noblesse oblige. VOTO 6
BERSANI Dopo due minuti ho cominciato a temere che dicesse anche "chi va piano va sano e va lontano " ma mi ha deluso virando sul "metodo Boffo". Capisco l'amarezza, ma ha rischiato che qualcuno evocasse il metodo Penati.
VOTO 5=
SCALFAROTTO Decisamente più contemporaneo di Cuperlo ma non necessariamente è un pregio. Un po' troppo orgoglioso non tanto di aver lavorato in Inghilterra quanto di aver fatto il capo del personale. Eccesso di fighettismo se non di millanteria a proposito dei suoi esordi in Italia. Ha fatto passare una assunzione alla Commerciale come un suo essere pappa e ciccia con Raffaele Mattioli. VOTO 5 in omaggio alla contemporaneità.
GIACHETTI Lo conosco da quando militava fra i radicali. Anche nelle situazioni più tranquille i suoi interventi ponevano solide basi per una rissa coi fiocchi. Lo rimpiango ancora. Non è cambiato. Voto 7
D'ALEMA Argomenta con la bonomia di un Vishinskyi e la dialettica cingolata di un Suslov, ma il suo sarcasmo è sicuramente contemporaneo, anzi di stretta attualità. La citazione di Stiglitz è banalotta e non risolverebbe, ma si capisce in corso d'opera che è fatta non tanto per spiegare quanto per insultare meglio i consiglieri economici di Renzi. Sul miliardo e mezzo per il welfare universale fa il botto a colori arrivando a citare l'arci nemico Prodi e i sette miliardi stanziati dal suo secondo governo per il cuneo fiscale. Renzi colpito e affondato. A parole. VOTO 7. Anche lui in camicia bianca ma con sopra una giacca sportiva di ottimo taglio. Si vede la mano del sarto di Velardi. VOTO 8
GENTILONI Cita Bruno Manghi, che intervistato dal Corriere aveva detto cose di buon senso, e ne esce in modo pulito. Noblesse oblige. VOTO 6
BERSANI Dopo due minuti ho cominciato a temere che dicesse anche "chi va piano va sano e va lontano " ma mi ha deluso virando sul "metodo Boffo". Capisco l'amarezza, ma ha rischiato che qualcuno evocasse il metodo Penati.
VOTO 5=
SCALFAROTTO Decisamente più contemporaneo di Cuperlo ma non necessariamente è un pregio. Un po' troppo orgoglioso non tanto di aver lavorato in Inghilterra quanto di aver fatto il capo del personale. Eccesso di fighettismo se non di millanteria a proposito dei suoi esordi in Italia. Ha fatto passare una assunzione alla Commerciale come un suo essere pappa e ciccia con Raffaele Mattioli. VOTO 5 in omaggio alla contemporaneità.
GIACHETTI Lo conosco da quando militava fra i radicali. Anche nelle situazioni più tranquille i suoi interventi ponevano solide basi per una rissa coi fiocchi. Lo rimpiango ancora. Non è cambiato. Voto 7
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