Era questa formula dubitativa dei RIS l'elemento che l'ufficio della Procura doveva evidenziare al GIP e invece non ha fatto ? Parliamo della vicenda Yara e della tracce di DNA che hanno condotto a Massimo Bossetti e che forse non sono così inequivocabili come fin qui è stato sostenuto.
Testualmente, come riportato dall'ANSA e ripreso da La Stampa on line, la scientifica dei carabinieri, i famosi RIS, hanno scritto " NON E' INEQUIVOCA LA TRACCIA DI IGNOTO 1".
E ancora : " Una logica prettamente scientifica, che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede, non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da ignoto 1 sui vestiti di Yara"
Ecco, forse queste parole spiegano perché l'accusa continua ad indagare per trovare altri riscontri a carico di Bossetti, temendo che la "prova regina" in dibattimento poi non si dimostri tale.
Peraltro, al Gip queste considerazioni dubitative non hanno fatto cambiare idea, e ha respinto l'istanza di scarcerazione dell'indagato "per pericolo di reiterazione del reato".
Non il pericolo di fuga, non l'inquinamento delle prove, non se l'è sentita il Giudice di richiamare questi altri elementi giustificativi del carcere preventivo, comprendendo anche lei come nel caso di specie non reggessero. No, ha detto che Bossetti potrebbe di nuovo uccidere.
Ma anche in questo caso, su che basi fa questa asserzione ? Nei 4 anni trascorsi ci sono state altre vittime nella zona che si sospetta possano essere ricondotte all'azione di Bossetti, che magari potrebbe essere un serial killer ?
Mah...vedremo che ne pensano quelli del riesame, però inevitabilmente il pensiero corre al processo Pistorius, uno che il processo, durato un anno e mezzo, se lo è fatto a piede libero ( è vero che lì c'è l'istituto della cauzione...introdurlo anche da noi ? ) e che ha goduto del principio antico che il "dubbio" è "pro reo", un elemento favorevole al sospettato.
Da noi è l'esatto contrario. Non per legge, semplicemente di fatto.
Caso Yara, i Ris: “Non è possibile una diagnosi certa sulle tracce del Dna ritrovate sui vestiti”
I legali di Bossetti, nell’istanza di scarcerazione rigettata dal
gip, citano il documento del reparto di investigazione scientifica dei
carabinieri: «Non è inequivoca la traccia di ignoto 1»
ANSA
«Una logica prettamente scientifica, che tenga conto dei non
pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede, non
consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da
ignoto 1 sui vestiti di Yara». È una dei punti della relazione del Ris
su cui poggia l’istanza di scarcerazione, rigettata dal gip, dei legali
di Bossetti.
Nell’istanza di scarcerazione, rigettata dal gip ma i cui argomenti saranno con tutta probabilità riproposti al Tribunale del Riesame di Brescia gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni cercano di smontare quello che per l’accusa costituisce il «faro dell’indagine», ovvero il Dna trovato su corpo di Yara.
I legali riportano anche quella parte della relazione in cui è scritto che «pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del Dna». Questo per sottolineare come per la difesa il Dna «non sia un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai medesimi Ris come “quantomeno discutibile”.
«In buona sostanza - scrivono i legali - a parere della scrivente difesa, le enunciate certezze scientifiche paiono espresse secondo un criterio di ragionevolezza, principio più tipico del disquisire giuridico che dell’argomentare scientifico».
Nell’istanza di scarcerazione, rigettata dal gip ma i cui argomenti saranno con tutta probabilità riproposti al Tribunale del Riesame di Brescia gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni cercano di smontare quello che per l’accusa costituisce il «faro dell’indagine», ovvero il Dna trovato su corpo di Yara.
I legali riportano anche quella parte della relazione in cui è scritto che «pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del Dna». Questo per sottolineare come per la difesa il Dna «non sia un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai medesimi Ris come “quantomeno discutibile”.
«In buona sostanza - scrivono i legali - a parere della scrivente difesa, le enunciate certezze scientifiche paiono espresse secondo un criterio di ragionevolezza, principio più tipico del disquisire giuridico che dell’argomentare scientifico».
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