Il recordman dei ritardatari è sospeso dal 26 giugno 2010. Da allora l'avvocato X non ha più versato un centesimo di iscrizione all'Albo del suo ordine professionale. E da quel giorno il suo nome è tra i "sospesi". Niente professione, fino a quando non salda il conto. In fondo basterebbe versare 251 euro per ogni anno saltato. Ma nel periodo della crisi, della grande depressione, il lavoro non è un problema solo per gli operai, i neolaureati, gli aspiranti artigiani. No. Anche tra i cosiddetti colletti bianchi la recessione si fa sentire sempre di più. "Certo - ammette il presidente dell'Ordine di Milano, Paolo Giuggioli - anche questo è il sintomo di una professione che sta vivendo la crisi economica".

Nella bacheca dell'Ordine, fino a qualche mese fa, erano inseriti solo i nominativi dei legali che subivano una radiazione, una sospensione, o addirittura una cancellazione. Dietro c'erano disavventure con la giustizia, in alcuni casi arresti, in altri, molto più banalmente scorrettezze professionali, atteggiamenti con i clienti poco o per nulla deontologici. I sospesi per il mancato versamento della quota annuale di iscrizione all'albo erano una prassi quasi sconosciuta. "Ora no - ammette Giuggioli - ora anche fra i colleghi c'è chi ha serie difficoltà a versare la quota annuale. Ma noi non possiamo fare altrimenti, applichiamo semplicemente la legge".

Che non sia una semplice dimenticanza, è dimostrato dall'iter che segue in queste circostanze l'Ordine. Nel caso un avvocato dimenticasse per una umanissima svista un versamento, l'Ordine dopo alcuni mesi invia una raccomandata in cui comunica che se entro 30 giorni non fa fronte all'onere, scatta la sospensione automatica. Che significa? Fino a quando non vengono versati i 251 euro, nessun atto può essere firmato - pena la sua decadenza - nessuna udienza può essere seguita. La professione viene di fatto congelata. L'ultimo aggiornamento - che risale al 26 settembre scorso - riferisce di 53 avvocati, la maggioranza civilisti, sospesi in base a una legge che risale al 1949. Qualcuno dirà un'inezia, rispetto ai circa 20mila professionisti iscritti. Vero. Fino a pochi mesi fa, però, queste sospensioni si contavano sulla punta delle dita.

"È un termometro che rispecchia perfettamente l'andamento della professione oggi - prosegue Giuggioli - Vengono all'Ordine ogni giorno un numero crescente di colleghi disperati, che ci dicono che non hanno più lavoro. Chiedono consigli, un aiuto". E se le cose non cambieranno, anche per i giovani aspiranti avvocati il futuro sarà nero. "Sono ancora tantissimi, forse troppi, i giovani che scelgono giurisprudenza e poi la carriera di avvocato -  conclude il presidente dell'Ordine - Ragazzi anche di 28 anni, quasi sempre preparati, che però non si accorgono che la professione sta diventando sempre più difficile e dura".