Confesso subito il mio riflesso condizionato : come leggo Russia io sto dall'altra parte, identificandola - in parte sbagliando - con quella potenza dittatoriale ed illiberale che fu l'Unione Sovietica.
Ho letto abbastanza per sapere che la Russia odierna, forgiata da Putin, ha più riflessi zaristi che non sovietici. L'autocrazia di Putin è molto più centrata su un forte nazionalismo, e quindi di controllo (dominio ?) delle terre appartenute alla "santa madre Russia", che su un'ottica imperialista (ancorché, nel recupero di un ruolo di superpotenza, Putin difende i vecchi alleati, come Assad in Siria, e ne cerca di nuovi). Insomma, l'esportazione del comunismo non c'entra nulla : siamo molto più noi un paese affetto da faglie di "socialismo reale" che la Russia attuale.
Ciò onestamente ricordato, ho dunque spiegato in anticipo perché nel leggere la dichiarazione (chissà se letteralmente autentica ) del segretario generale Nato Jens Stoltenberg "Difenderemo l'Ucraina", ho provato un istintivo moto di approvazione.
La situazione da quelle parti ormai è chiara (complessa, assai, è invece la soluzione) : c'è un'Ucraina fortemente indipendente, che vuole affrancarsi del tutto dalla Russia e per questo trovare accoglienza nell'Unione Europea e nella Nato, e un'altra, a est, dove invece è forte la tentazione opposta. Le elezioni recenti hanno confermato il primo dato, smentendo tra l'altro tutte quelle persone che identificano gli ucraini indipendentisti e antirussi in nostalgici nazi fascisti. Le formazioni politiche accostabili a quei sentimenti hanno preso pochi voti. Dall'altra parte gli esiti elettorali sono resi non attendibili da uno status di guerra civile, e forte è il timore che la maggioranza della popolazione di quelle regioni, non filorussa, subisca il condizionamento quando non proprio le minacce della forte componente russofona.
Putin, con il pretesto dell'aiuto ai fratelli russi, viola i confini di uno Stato sovrano, convinto che l'occidente abbaierà ma non morderà (si limiterà a delle sanzioni, con tanti distinguo e sfilamenti), del tutto determinato ad impedire che l'Ucraina INTERA, non solo quella dell'Est, esca dall'egida antica e, peggio, finisca per iscriversi alla Nato (come si sono sbrigati a fare a suo tempo la Polonia e i paesi baltici).
Storicamente la Russia ha sempre sofferto del complesso dell'accerchiamento, e la perdita dei satelliti europei ha ovviamente acuito questa sindrome. Figuriamoci vedere Kiev, che nel passato per un certo tempo è stata addirittura capitale dell'impero zarista, finire nell'odiata alleanza atlantica.
Oltre che in Ucraina, dove proprio manda truppe e mezzi, Putin mostra i muscoli con navi ed aerei più intraprendenti negli spazi internazionali. Stoltenberg manda un messaggio : attenzione, non ci sfugge nulla, e ci stiamo preparando.
La prima cosa la posso credere, la seconda forse, ma manca un aggettivo rassicurante : "adeguatamente".
«Difenderemo l’Ucraina»
La Nato risponde alla Russia
«La Nato sostiene e sosterrà la piena integrità e sovranità dell’Ucraina». A dirlo, mostrando le prove dell’invasione russa, è il neosegretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg. «In un anno Mosca ha triplicato le sue azioni militari. E noi abbiamo quintuplicato le nostre operazioni e attività di controllo» spiega l’ex premier norvegese. «Il gruppo di azione rapida è al livello più alto dai tempi della Guerra fredda».
Stoltenberg mostra le prove dell’invasione militare russa Operazioni occidentali dal Baltico al Mar Nero quintuplicate
«Sono tanti. Anche adesso, li stiamo osservando dal cielo: carri armati, mezzi blindati, cannoni, batterie contraeree, autocarri. Senza insegne. Colonne che vanno e vengono, avanti e indietro, dalla Russia all’Ucraina Orientale e lungo il confine. Ce lo confermano da terra anche gli osservatori dell’Ocse e i reporter locali: questo è un notevole concentramento militare».
Jens Stoltenberg, già primo ministro norvegese, è da poche settimane il nuovo segretario generale della Nato. Ma l’Ucraina, in queste ore quasi assediata dall’armata di Putin, non è membro della Nato.
Che cosa potrebbe fare quest’ultima se scoppiasse una guerra-invasione su vasta scala?
«Vero, l’Ucraina non è membro della nostra Alleanza. E noi siamo convinti che questo conflitto non possa avere una soluzione militare. Chiediamo alla Russia di rispettare il confine ucraino, di ritirarsi dall’Ucraina Orientale e di non appoggiare i separatisti, perché questo minaccia il cessate il fuoco e mina ogni soluzione politica: sembra un bis dell’operazione Crimea. Detto questo...».
Detto questo?
«Detto questo, la Nato sostiene e sosterrà la piena integrità e sovranità dell’Ucraina, confermate anche dall’accordo di Minsk».
Come?
«Per esempio, abbiamo già messo a disposizione di Kiev cinque fondi-trust (canali di finanziamento, ndr )».
State anche rafforzando i vostri dispositivi militari?
«Certo. La nostra attività è stata incrementata. La Russia ha triplicato le sue azioni militari rispetto a un anno fa. E noi abbiamo quintuplicato le nostre operazioni e attività di controllo, sempre rispetto al 2013».
Come, dove?
«Nella regione baltica è stato accresciuto il dispositivo di aerei e truppe imperniato sulla base di Lask, in Polonia. E abbiamo dispiegato più navi nel Mar Nero, più truppe nell’Est Europa. Abbiamo poi rafforzato il nostro gruppo di azione rapida, che oggi è al livello più alto dai tempi della Guerra fredda, in grado di intervenire ovunque con breve preavviso».
Questione di ore?
«Questione di giorni. Che comunque, in termini militari, non è poco».
Oggi Mosca ha annunciato di voler presidiare con i suoi bombardieri strategici i Caraibi, il Pacifico Orientale, insomma tutte le acque intorno agli Usa...
«Proprio come fa già ora intorno ai confini della Nato».
Continuano le vostre intercettazioni dei loro caccia e bombardieri?
«Non sono ancora entrati nel Mediterraneo, ma avvistiamo aerei russi verso Gibilterra o verso il Portogallo o la Svezia, e almeno cento volte li abbiamo intercettati con i nostri aerei inglesi, norvegesi, spagnoli, portoghesi. Questa è la solidarietà della Nato, le nostre forze si proteggono l’una con l’altra».
Ma qual è il vero scopo di queste «intrusioni» russe fra le nuvole?
«Difficile rispondere, possono esservi vari fattori in gioco. In sé non è illegale il volo di un aviogetto militare in uno spazio aereo internazionale. Ma è il modo in cui questo volo viene compiuto, a rappresentare un rischio. Perché questi piloti spesso non rispondono alle chiamate di altri aerei o delle torri di controllo, e soprattutto spengono il loro transponder (lo strumento che consente ai radar a terra di identificare il pilota e il suo piano di volo, ndr )».
I vostri aerei li intercettano, li tengono sotto controllo. Ma ancora una volta, proprio come con l’Ucraina che non è membro della Nato, potreste ritrovarvi con le mani legate se Mosca tramutasse queste dimostrazioni di forza in un vero attacco...
«Noi dobbiamo fare quello che dobbiamo fare: cioè essere vigilanti e pronti. Sempre».
Qual è il suo giudizio sulle elezioni appena svolte in Ucraina?
«Erano previste dall’accordo di Minsk. Ma quelle organizzate dai separatisti di Donetsk e dintorni dovremmo chiamarle “cosiddette elezioni”. L’accordo di Minsk prevedeva anche il rispetto del confine ucraino: non è stato rispettato. Quanto al cessate il fuoco, viene minato con i movimenti di truppe in queste ore. C’è qualcosa che dovremmo comprendere tutti, a cominciare dai russi».
Che cosa?
«È profondamente sbagliato pensare: se tu perdi, io vinco. O il contrario. Se invece troviamo una soluzione politica, nel rispetto di ogni nazione e dei confini aperti, allora vinciamo tutti».
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