giovedì 20 novembre 2014

MAMBRO E FIORAVANTI : DUE MILIARDI DI RISARCIMENTO PER BOLOGNA. PERCHE' NON 10 O 100 ? PER QUELLO CHE VALE SPARARE CIFRE A VANVERA !




Perché solo due miliardi ? Gia' che c'era il giudice civile, che trasuda indignazione dalla sua sentenza, poteva scrivere 5 o 10, tanto queste cifre stratosferiche, e per ciò assurde, nessuno le pagherà mai.
Certo, ci può essere sempre un matto come il piddino Bolognesi che se ne esce con dichiarazioni demenziali, ad uso e consumo di tv e fan, tipo : " una bella notizia, così se non altro per i colpevoli e i loro eredi il discorso della strage rimarrà una macchia indelebile, costantemente, anche dal punto di vista economico, quello che capiscono meglio. Questa condanna dimostra che finalmente le coperture sono finite».
Ora, a parte il fatto che, come osserva banalmente Bianconi, nessuno vedrà il becco di un quattrino, che i due ergastolani da poco a piede libero sono nullatenenti, e se è col quinto della loro attuale busta paga che lo Stato vuole risarcirsi, bisogna tutti affidarsi alla reincarnazione di Fioravanti e Mambro non si sa per quanti secoli a venire., ma che c'entrano gli eredi ????  La macchia indelebile che deve gravare sui figli e i figli dei figli...Ma che, oltre che bevuto qualcosa di cattivo, aveva letto qualche passo truculento della bibbia sto signore qua ?
Tutto questo a prescindere dai mille dubbi che continueranno a gravare su questo fatto drammatico della storia d'Italia, ché sono tanti quelli che dubitano della comoda semplificazione della strage compiuta da due terroristi neri. Senza contare che Fioravanti e Mambro, che hanno ammesso spontaneamente una serie di delitti commessi e che da soli già gli erano valsi la pena massima, hanno invece sempre negato qualsiasi responsabilità con l'eccidio della stazione bolognese del 1980. Perché negarlo con tanta veemenza visto che non avrebbe influito sul periodo di prigione da scontare, che questa storia del risarcimento, in questi termini, fa ridere, mentre quella della maledizione sul "sangue del loro sangue" (già che c'era, Bolognesi poteva esprimersi così, sai gli applausi !!) si commenta da sola... Insomma, io gli credo, così come credo a Sofri, tanto per ricordare a quelli come Bianconi che le sentenze possono dire la loro verità, ma poi la storia è un'altra cosa. 



Due miliardi di risarcimento 
chiesti a Mambro e Fioravanti
 

Con quella cifra, se davvero potesse incassarla, lo Stato potrebbe finanziare la cassa integrazione e le altre spese per gli ammortizzatori sociali dell’anno 2015: due miliardi, 134 milioni e 273.000 euro. Tanto dovrebbero risarcire all’Erario gli ex terroristi neri Giuseppe Valerio Fioravanti, all’epoca detto «Giusva», e sua moglie Francesca Mambro, giudicati colpevoli per la strage alla stazione di Bologna avvenuta trentaquattro anni fa, 2 agosto 1980. Ottantacinque morti e duecento feriti.
Ma c’è un problema: i due condannati risultano «incapienti»; dispongono cioè del reddito garantito da due contratti Co.co.co (collaborazione coordinata continuativa) e niente più. Il che significa che lo Stato potrà limitarsi a prelevare un quinto dei loro stipendi: poche centinaia di euro al mese; per arrivare alla cifra stabilita dalla terza sezione civile del tribunale di Bologna dovrebbero vivere molte vite. Chissà quante.
È l’ultimo paradosso del processo per l’eccidio più grave nella storia del terrorismo italiano, contestato e messo in dubbio nelle sue conclusioni da molti. In primo luogo dagli imputati, che si sono sempre proclamati innocenti per quel delitto, ammettendo invece molti altri omicidi per cui hanno ricevuto altrettanti ergastoli. Un particolare del tutto irrilevante di fronte al verdetto definitivo di colpevolezza, giunto nel ‘95 dopo l’abituale altalena di condanne e assoluzioni, tipica nei processi per strage. Nel frattempo Mambro e Fioravanti hanno finito di scontare la pena (come in Italia è consentito anche agli ergastolani), sono tornati completamente liberi, si occupano di una figlia ormai adolescente e lavorano all’associazione del partito radicale Nessuno tocchi Caino , che si batte per l’abolizione della pena di morte nel mondo.
Resta dunque il valore soprattutto simbolico della sentenza civile, immediatamente esecutiva in attesa del giudizio d’appello, che fa dire a Paolo Bolognesi, deputato pd e presidente dell’associazione familiare delle vittime: «È una bella notizia, così se non altro per i colpevoli e i loro eredi il discorso della strage rimarrà una macchia indelebile, costantemente, anche dal punto di vista economico, quello che capiscono meglio. Questa condanna dimostra che finalmente le coperture sono finite».
Replica a stretto giro l’avvocato Pino Pisauro, che ha difeso Mambro e Fioravanti nei processi penali: «Bolognesi dovrebbe smetterla con queste dichiarazioni inutilmente aggressive tirando in ballo addirittura gli eredi. Anche perché nei confronti dei condannati da una sentenza ingiusta non c’è mai stata alcuna protezione». E Francesca Mambro, in un commento riferito da un’agenzia di stampa, dice: «Non so se un giorno anche lontano la verità verrà fuori. Però, nonostante tutto, in fondo al cuore ho un sentimento di pietas per tutti coloro che non saranno pronti dovendosi ricredere. Io sono pronta perché la verità me la porto dentro e continuerò a dirla con tutta la forza che avrò».
Alla quantificazione del danno, i giudici civili sono arrivati sommando le spese legali (155.671 euro) ai 59 milioni e 800.000 euro di costi legati alle operazioni di soccorso, i funerali solenni con spostamento delle autorità, le manifestazioni politiche, i risarcimenti erogati ai familiari delle vittime e ai feriti, più un miliardo stimato come «valutazione equitativa» del danno d’immagine «permanente» subito dallo Stato con la strage: un attacco terroristico «di livello senza pari nella storia d’Italia, secondo in ambito europeo, per numero delle vittime, solo agli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004 — scrivono i giudici civili —. L’Italia apparve agli occhi dei propri abitanti incapace di proteggere la loro incolumità, nello svolgersi della vita quotidiana». Si arriva così a un miliardo e 60 milioni, ma la cifra raddoppia calcolando la rivalutazione di lira ed euro dal 1980 ad oggi, più gli interessi legali.

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