mercoledì 3 dicembre 2014

LA MORTE DEL PICCOLO LORIS E QUELLE IMMAGINI DOVE LUI NON COMPARE NELL'AUTO DELLA MADRE

 

Come spesso accade quanto sulle persone e le famiglie viene puntata la lente d'ingrandimento (per di più distorta com'è quella della stampa) niente è normale. E così accade per la morte di Loris, il piccolo di 8 anni, mai entrato a scuola il suo ultimo giorno di vita, nonostante che la mamma lì lo avesse accompagnato. Ma è vero che lo aveva portato a scuola ? Perché, scrivono i cronisti, nei video delle telecamere disseminate per la città, nell'auto della madre Veronica, pure ripresa in più punti, il bimbo non si vede... Un investigatore giustamente spiega che l'assenza dalle immagini non certifica con certezza l'assenza dalla vettura di Loris, magari è l'angolazione che è sbagliata, o l'immagine non chiara. 
Però non si vede, mentre la madre ha detto di averlo accompagnato insieme al fratellino. 
Di sicuro, in classe non è entrato.
Altro elemento strano, ma anche questo da verificare, perché dedotto dalle dichiarazioni raccolte e che domani magari saranno smentite (in pochi giorni se ne sono registrate già parecchie, come il "vado lì e l'ammazzo" del padre di Loris, come se avesse delle certezze sul colpevole, e invece pare mai pronunciate), il fatto che la prima reazione di Veronica al non aver trovato suo figlio all'uscita di scuola non sia stata di chiedere al personale della stessa, maestre e/o bidelle, ma ai vigili urbani della piazza. 
Poi si scoprirà, per dire, che i vigili in quel momento transitavano proprio all'ingresso della scuola, e in questo caso la domanda immediata d'informazione della madre diventa estremamente logica e naturale : "per caso, avete mica visto...?". Ricevuta la risposta negativa, Veronica chiede a quelli della scuola. 
Insomma, più da approfondire il primo aspetto (l'apparente assenza dalla vettura), che il secondo.
Intanto, effetto come detto della lente di cui parlavamo in principio, leggiamo che Veronica è persona psicologicamente assai fragile, che avrebbe tentato il suicidio due volte...
Chi la descrive in questi giorni, parla di una donna senza vita, con qualcuno sempre vicino a lei, forse anche per scongiurare gesti tragici. Sono sicuro che qualcuno penserà "è il rimorso". 
Io invece provo solo compassione per un dolore che non riesco nemmeno ad immaginare.





Il Corriere della Sera - Digital Edition


I video senza il bambino 
e la versione di Veronica
Come mai nessuna telecamera ha inquadrato la vittima?
Le fragilità e l’allarme dato ai vigili, tutti gli interrogativi
 
DALLA NOSTRA INVIATA RAGUSA Ci sono dettagli che non tornano nel racconto di questa madre che sembra l’affresco del dolore. C’è, tanto per citare il più importante, che non si può raccontare di essere andata a scuola ad accompagnare i suoi figli e comparire poi nei video delle telecamere disseminate in ogni angolo con uno solo dei due bambini e con l’altro, quello ucciso, che non si vede mai dove in teoria dovrebbe essere.
Ma c’è anche il racconto dei vigili urbani davanti alla scuola: «Venne da noi a chiedere aiuto per il figlio scomparso», dicono. È una reazione comprensibile, certo. Ma una mamma, qualsiasi mamma, dopo aver aspettato invano l’uscita del proprio figlio, non vedendolo arrivare avrebbe chiesto per prima cosa informazioni alle maestre all’interno della scuola. Non aiuto agli agenti della polizia municipale in piazza.
Basterebbero questi due soli particolari a giustificare la convocazione di ieri sera in questura e verbali chilometrici. Ma Veronica non ci è rimasta a lungo: solo il tempo di chiarire qualche aspetto che agli investigatori è sembrato un’incongruenza (va ricordato, non è né indagata né sospettata). Probabilmente avrà sciolto il nodo misterioso degli slip ritrovati ieri mattina proprio davanti alla scuola Falcone e Borsellino che Loris frequentava. Di colore blu con un disegno inciso sul davanti. La funzionaria della polizia scientifica che glieli ha descritti ha parlato di indumento «simile» con quelli che Loris indossava la mattina della scomparsa e che non aveva addosso quando è stato ritrovato ucciso. Quel «simile» veniva dalle risposte di Veronica, ovvio, che però sembra abbia poi fatto marcia indietro, non è chiaro se dopo averli visti fisicamente oppure semplicemente ripensando alla descrizione della poliziotta.
La parte più strana di questa storia è paradossalmente la più verificabile, anche se per farlo ci vorrà molto tempo. Parliamo delle telecamere e delle registrazioni che i carabinieri stanno passando al setaccio ormai da quattro giorni e che sono tantissime perché Santa Croce Camerina fa parte di un progetto di sicurezza telematica che è finanziato dalla Comunità Europea e che ha trasformato le vie del comune in una specie di luogo da Grande Fratello.
La questione è semplice. In nessuno dei video fin qui visionati si vede il bambino camminare, né solo né in compagnia, vicino al punto in cui sua madre dice di averlo lasciato. Ma il fatto è che non lo si vede nemmeno sull’auto di Veronica che mille «occhi» elettronici osservano da quando esce di casa a quando rientra. Può darsi che sia pura sfortuna: magari le inquadrature riprendono il passaggio della Polo dal lato sbagliato o non sono abbastanza nitide da individuare la sagoma del ragazzino. Eppure il fratellino più piccolo si vede.
Anzi, contrariamente a quanto era stato detto nei giorni scorsi, sarebbe soltanto il bimbetto di quattro anni, e non tutti e due i fratellini, a comparire nel filmato iniziale: cioè quando Veronica esce, carica il piccolo in macchina e parte, verso le 8.15-8.20.
«Il fatto che Loris non si vede non significa che non ci sia» spiega un investigatore. Ed è proprio per cercare conferme definitive su quest’aspetto che ieri pomeriggio il capo della squadra mobile, Nino Ciavola, si è fatto portavoce dell’ennesima richiesta di aiuto della procura: segnalateci eventuali telecamere non visionate o particolari che vi sembrano interessanti per le indagini.
Quelle che oggi sembrano contraddizioni potrebbero essere semplicemente il frutto dell’angoscia, prima, e della disperazione dopo la morte di Loris. Ma l’eventuale conferma della mancanza del bambino in auto aprirebbe certo interrogativi e dubbi sull’intera versione di Veronica. Che senso avrebbe dire che ha portato il bambino a scuola? E a quel punto gli inquirenti sarebbero autorizzati a ipotizzare scenari e luoghi diversi per ricostruire le ultime ore di vita del bambino.
A Santa Croce si racconta della fragilità psicologica di Veronica e delle due volte che avrebbe tentato il suicidio, la prima tanti anni fa e l’altra più di recente.
In questi giorni non la lasciano sola nemmeno un istante, lei sembra il fantasma di se stessa, cammina sempre sorretta da qualcuno e non sa più la differenza fra il giorno e la notte. Il sole e il buio sono diventati la stessa cosa.

@GiusiFasano

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