venerdì 5 dicembre 2014

"LORIS ERA ANCORA VIVO"



Proseguiamo con la cronaca nera, il delitto di Loris Stival, visto che ogni giorno le "fonti attendibili", vale a dire qualcuno degli inquirenti che soffia le notizie all'amico cronista, ne tirano fuori una nuova.
A volte in realtà sono approfondimenti su notizie in parte già apprese. Fin dall'inizio infatti era stato ventilato che Loris, quel sabato, non si trovasse in auto con la madre, in quanto dalle immagini delle varie telecamere poste sulle strade del paese del ragusan, il bambino non si vede. 
Ora ci sarebbe una conferma dal fatto che l'auto di Veronica Panarello, negli orari in cui la madre dice di aver accompagnato il figlio a scuola, non appare mai nelle registrazioni recuperate dalla polizia giudiziaria.
Eppure Veronica continua a sostenere che quella mattina lei Loris l'ha lasciato vicino alla scuola.
Poi ci sono le fascette di plastica, del tipo di quella che potrebbe essere stata utilizzata per uccider eil bimbo,  riconsegnate alle maestre come materiale scolastico cosa che invece non è. 
Sicuramente una cosa strana, ma perché allora tirarle fuori e ridarle, attirando i sospetti ?
Poi l'altra notizia, non certa ma che serve a suscitare emozione : probabilmente Loris non era morto quando il suo corpo viene gettato nel canale. La "fonte" precisa che probilmente era in fin di vita, però intanto non era morto, e quindi inorridite un altro po'.
DI notizie "mezze", e insinuazioni varie ( il cacciatore pensionato che prevede grandi sorprese dagli esami del DNA...)  ne trovate diverse altre nell'articolo di cronaca del Corriere.
Sicuramente piaceranno. 




«Loris era ancora in vita quando
è stato gettato nel canale»

La macchina della madre non è mai stata davanti alla scuola: ci sarebbe un buco di 15 minuti nel racconto che la mamma del piccolo ha fatto su quel che accadde sabato


L’uscita della madre dalla Questura (Ansa) L’uscita della madre dalla Questura (Ansa)
Dall’autopsia emergono nuovi drammatici dettagli sulla storia già nera di Loris. Secondo i medici legali il bambino avrebbe potuto essere «verosimilmente ancora in vita» quando è stato gettato nel canale vicino al mulino. «Gli accertamenti ci suggeriscono che probabilmente non era clinicamente morto anche se comunque sarebbe stato difficile se non impossibile salvarlo» rivela al Corriere una fonte investigativa qualificata. Intanto un nuovo sopralluogo della Polizia Scientifica è è stato effettuato nelle campagne di Santa Croce Camerina dove il 29 novembre scorso è stato trovato il corpo di Loris Stival,e in particolare nella struttura del Mulino Vecchio.
Buco nel racconto della madre
Nel racconto che Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris, ha fatto ad investigatori ed inquirenti su quel che accadde la mattina di sabato 29 novembre, il giorno in cui è scomparso il bimbo poi trovato morto nel fosso a Molino Vecchio ci sarebbe un buco di 15 minuti. Viene quindi confermata la versione che Corriere.it aveva anticipato, seconda la quale quella mattina il bambino non sarebbe mai salito in auto con la madre.


Il giallo delle fascette
Sarebbero compatibili con quelle utilizzate per strangolare il piccolo Loris le fascette di plastica che il padre del bambino ha consegnato nel pomeriggio di lunedì scorso, assieme ad altro materiale scolastico che apparteneva al piccolo, alle sue due maestre che erano andate a casa di Loris per fare le condoglianze. Per avere un riscontro definitivo occorreranno però giorni. I primi accertamenti effettuati dalla Scientifica e dal medico legale farebbero ritenere le fascette di plastica compatibili con i segni trovati sul collo di Loris. Il responso però non è ancora definitivo perché esami sono in corso per avere un esito certo.


La ricostruzione
«Il papà di Loris, su pressioni della mamma, ci ha dato una confezione, aperta, di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui era scomparso» ha ricordato la maestra Teresa Iacona, confermando così la ricostruzione fornita dalla dirigente della scuola Falcone e Borsellino, Giovanna Campo. «Noi - ha aggiunto la maestra - siamo rimaste sorprese perché non avevamo mai chiesto di portarle, perché sono pericolose, e non era previsto il loro utilizzo a scuola. La mia collega ha chiamato la polizia e successivamente le abbiamo consegnate in questura. Nessuno mai a scuola ha chiesto fascette per esperimenti». «Mentre parlavamo con la madre - ha ricordato l’insegnante - ci ha detto che c’erano queste fascette che a suo dire noi avevamo chiesto di comprare per fare esperimenti, era una confezione aperta. È stata la madre a sollecitare il padre dicendogli: valle a prendere. Lui le ha portate e noi ci siamo molto sorprese, meravigliate, non avevamo mai chiesto una cosa del genere, per questo abbiamo deciso di informare gli investigatori. È importante fare chiarezza - ha aggiunto Teresa Iacona - perché a scuola materiale pericoloso non è mai entrato».


Tracce organiche isolate sulle forbicine
Tracce organiche, ora sottoposte a esame genetico, sarebbero state poi individuate sulle forbicine trovate nell’abitazione di Loris Stival e sequestrate dagli investigatori. Secondo quanto si apprende il campione genetico sarebbe stato isolato con il luminol dagli esperti. Va detto che, se si tratta di forbicine utilizzate per la cura personale, le tracce potrebbero appartenere anche ad altri membri della famiglia di Loris.

Gps
La rivelazione aggiunge un nuovo elemento d’indagine e fa seguito alla nuova mossa degli inquirenti sul giallo di Ragusa. La polizia venerdì mattina ha infatti acquisito anche il gps della macchina di Veronica Panarello.

La mossa degli inquirenti è stata fatta per avere conferme sul percorso in auto che lei sostiene di aver fatto la mattina di sabato, in particolare per verificare se si sia recata o meno al Mulino vecchio, dove è stato recuperato il corpo del bambino. L’avvocato della donna, Francesco Villardita, sostiene che da parte della famiglia c’è la massima collaborazione. «Aver consegnato il navigatore dimostra che non abbiamo nulla da nascondere». In questo momento è molto importante per gli inquirenti valutare tutte le prove a disposizione. «La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l’acquisizione del Gps», spiega l’avvocato Francesco Villardita, «che era stato installato nella sua auto nell’ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisita agli atti dell’inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti».

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La madre di Loris esce dalla questura

Il cacciatore: «I miei nipoti non mi hanno guardato per 2 giorni»
Intanto continua nel paese teatro del delitto il via vai dei cronisti in cerca di informazioni su quanto accaduto. Orazio Fidone, il cacciatore indagato come atto dovuto nell’inchiesta sulla morte di Loris Stival, ha invitato al bar i giornalisti presenti in piazza a Santa Croce Camerina. Sul suo stato di indagato ha detto: «Se questo è il prezzo che devo pagare per dare pace alla mia comunità, sono pronto a subire tutto. Sono contento della solidarietà che ho ricevuto», ha sottolineato, «ma lasciate in pace i bambini delle scuole: sono molto scossi. Ho due nipoti che per due giorni non solo non mi hanno parlato, ma non mi hanno neppure guardato». Scambiando altre battute con i cronisti, Fidone ha poi aggiunto: «Un caffè lo offro con piacere a voi giornalisti, purché lasciate in pace il resto del mio paese. Se volete, parlate con me che oramai mi trovo in questa situazione....». A proposito delle indagini, e delle strade che stanno seguendo, venerdì mattina, in una intervista a «Mattino 5» Fidone aveva pronunciato una frase sibillina: «L’autopsia e il Dna daranno tantissime risposte».

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