Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
giovedì 4 dicembre 2014
SE (FINALMENTE) ANCHE IN UN ROMANZO IL FISCO E' NEMICO
"Lo stato mi chiedeva dei soldi che non gli dovevo, e per dimostrare di avere ragione dovevo farmi un gran culo. Il principio sembrava essere questo: io ti chiedo tutti i soldi che posso chiederti sfruttando ogni equivoco e ogni cavillo, se poi tu riesci a dimostrare che non devi pagare...bé, come non detto.
Con questo sistema, l'Agenzia delle Entrate era sicuro che almeno qualcuno avrebbe ceduto alla paura pagando balzelli illegittimi. E se un bel giorno ti accorgevi di aver pagato per errore, quei soldi non li avresti mai più rivisti. "
.....
"Poi c'erano le nuove leggi e leggine e decreti e ordinanze e delibere comunali del cazzo...Leggi retroattive se dovevi pagare per gli anni passati, e non retroattive se dovevi recuperare dei pagamenti ingiusti. Sembrava di vivere sotto una dominazione straniera. Mi veniva voglia di prendere la doppietta e di salire in montagna. Ormai mi sembrava l'unica soluzione per difendersi dai veri ladri, quelli che governavano, quelli che rubavano più di tutti e che non sarebbero mai andati in galera"
Di chi è questo sfogo ? Una delle tante lettere scritte vanamente ad un giornale ? Uno Status sui social network ?
No, è la pagina di un romanzo, esattamente la 57 del racconto di Marco Vichi, titolato La Sfida.
Perché lo riporto ?
Perché questa pagina non c'entra NULLA col libro, la sua trama, i suoi personaggi. Eppure l'autore l'ha scritta.
Oltretutto Marco Vichi, più famoso per essere l'inventore del commisario Bordelli (molti i suoi finto gialli con questo personaggio), è di Firenze, e come molti della sua terra ha simpatie sinistrorse, è per esempio un cultore dei partigiani , insomma non un anti statalista come quei pericolosi aderenti e/o simpatizzanti del Tea Party, per dire.
Come mai dunque scrive così ? Forse nei giorni in cui stava completando il suo libro, gli era arrivata una cartella pazza ?
Non lo so, ma istintivamente mi ha colpito, positivamente, che anche in un romanzo un autore senta il bisogno di denunciare consistenza e modus operandi del nostro sistema fiscale.
Una piccola ma buona notizia.
Almeno, io l'ho vissuta così
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