Il consenso mediatico - e femminile, soprattutto il secondo - che la coppia Tsipras Varoufakis va riscuotendo in giro per l' Europa e presto, immagino, negli USA, per il momento non comporta grandi aperture alle richieste greche. I tedeschi continuano a dire che i debiti vanno pagati, e per certi versi meno male che ci sono loro a fare la parte dei poliziotti cattivi, visto che noi italiani siamo esposti per ben 40 miliardi nei confronti di Atene, quasi quanti la BCE e il FMI messi insieme, tanto per dire.
La Francia ne ha fuori pochi di più, 46 mi pare, mentre la Germania sta sui 60. Con una differenza importante, tra noi e Berlino. Noi, quei 40 miliardi, NON li avevamo, e quindi sono andati a sommarsi al nostro cospicuo debito generale, sul quale ci paghiamo gli interessi. I tedeschi, invece, hanno un tasso negativo sui loro bund, quindi il loro esborso, ancorché maggiore, a loro non costa quello che costa a noi. Fossimo ricchi, vabbè, potremmo anche fare i signori coi fratelli del Mediterraneo, ma purtroppo non è la nostra condizione, e quindi dare una mano sì, regalare non ce lo possiamo permettere.
Anche la BCE ha garbatamente declinato il capo alle richieste greche, facendo presente Draghi che quello che veniva richiesto, e cioè continuare a finanziare le banche greche anche se Atene faceva venir meno l'accordo che consentiva quel tipo di sostegno, non era nella disponibilità statutaria della Banca Centrale. Insomma, cortesia e sorrisi a iosa, ma per ora il cappello greco continua ad essere vuoto.
Danilo Taino, tra i vari servizi che sul Corriere sono dedicati alla questione greca, ha scritto questo commento sagace sulla tattica del ministro delle finanze ellenico, il tenebroso Varoufakis che ritengo possa incuriosire.
Buona Lettura
La teoria dei giochi
e i passi falsi
del ministro
di Danilo Taino
Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è un economista esperto della Teoria dei giochi. I suoi studenti che lo osservano metterla in pratica nella trattativa di questi giorni con le istituzioni europee - un negoziato è il classico campo d’applicazione della Teoria - hanno però di che essere perplessi. Assieme al primo ministro Alexis Tsipras è stato in tour per le capitali europee: una settimana dopo, sembra essere senza più carte in mano.
Ieri, nella sua lettera di analisi, l’economista Anatole Kaletsy sosteneva per esempio che Varoufakis sta applicando la tattica di puntarsi la pistola alla tempia e minacciare di sparare se non vengono accettate le sue proposte. Un bluff che viene regolarmente chiamato, come ha fatto mercoledì sera la Bce davanti a una proposta greca che avrebbe fatto incorrere l’istituzione in una violazione dei trattati europei. Il punto chiave è che il governo greco aveva una carta forte in mano, il taglio d’autorità del suo debito pubblico. Avrebbe potuto usarla nei negoziati e rinunciarvi solo all’ultimo minuto, in modo da costringere gli avversari a cedere qualcosa di significativo in cambio. Invece, Tsipras e Varoufakis hanno gettato via quasi subito quell’asso, hanno abbandonato l’ipotesi: morta. Ora che le trattative sono iniziate davvero - a Francoforte, Berlino e Bruxelles - il governo di Atene è rimasto con poco in mano.
Ed è probabile che, per non finire in default, alla fine sia costretto a prolungare – con o senza troika - i patti di salvataggio che scadono il 28 febbraio, possibilità che finora ha nettamente escluso. È che l’incerta applicazione della Teoria dei giochi è rischiosa: può spingere verso la roulette russa.
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