lunedì 2 febbraio 2015

PANEBIANCO : E SE RENZI AVESSE VINTO "TROPPO" ?



LO avevo accennato ieri, nel post http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/02/trionfo-di-renzino-il-centro-destra.html : Renzi probabilmente non voleva stravincere, confidava che Mattarella, che escludeva nomi indigesti come Prodi, Bersani, D'Alema (vabbé, quest'ultimo sarebbe stato indigesto assai anche per lui ! ci si scanna da 4 anni ! ), potesse andare bene a Berlusconi ed Alfano. Il Cavaliere avrebbe preferito Amato, nome che pare avesse ottenuto anche il placet di Bersani, in questo frangente portavoce della minoranza democratica, ma Renzi è uno che sta attento all'impopolarità, e se Mattarella per la gente era, fino a 24 ore fa, un quasi sconosciuto (c'è chi si chiede "ma non era morto?" pensando al fratello...) Amato invece è quello del "furto" nottetempo dei soldi nei conti correnti degli italiani ! E' l'Andreotti in salsa socialista...Insomma, sicuramente un politico più capace e abile di Mattarella (e anche questo, si sa, al Premier non piace...) ma certo non popolare, anzi.
In più, era il preferito da Berlusconi, e già questo suonava come "patto del Nazareno", qualcosa che Renzino usa alla bisogna, ma dalla quale deve sempre conservare una certa distanza per tenere a bada i suoi. 
E' quindi verosimile che nell'imporre Mattarella - perché questo ha fatto, altro che "proporre" - Renzino abbia pensato che fosse qualcosa di accettabile anche per gli alleati, ufficiali e non.
Alla reazione rigida di questi ultimi, ha replicato al suo modo, quello che abbiamo ben imparato ai tempi di Letta (il quale continua a non salutarlo. I miei complimenti Enrico, non ti ci facevo così coerente !).
Naturalmente ha vinto lui, però Alfano e Berlusconi ne sono usciti umiliati ( le giustificazioni del primo sono poi talmente penose da richiamare l'immagine popolare della toppa peggiore del buco ) e questa non era una conseguenza voluta. Infatti Angelo Panebianco, nel suo editoriale odierno sul Corriere, pone il quesito :  " e se avesse vinto troppo ?" .
Il problema non è solo e tanto il mandare giù lo "sgarbo" ( i forzisti parlano addirittura di "tradimento", il che fa ipotizzare che forse le cose dette nelle segrete stanze fossero un tantino diverse da quanto poi accaduto, ma sono solo ipotesi, ancorché Verdini, notoriamente l'uomo di Renzi presso Berlusconi, si sia mostrato assai incazzato al calo del  Jolly del Premier), quanto alla delegittimazione della politica dello stanco leader degli azzurri, e quindi la difficoltà, se non addirittura l'impossibilità del Cavaliere di tenere uniti i suoi e continuare con questa solfa del Nazareno. 
Panebianco è chiaro e drastico al riguardo : la destra per i prossimi anni è condannata alla marginalizzazione. Crescerà dietro a Salvini una opposizione corposa ma non influente, mentre molti liberali e moderati continueranno o ad astenersi, in attesa del nuovo messia, o a votare Renzi, percepito come uno che comunque ha una volontà riformatrice non spianata sulle icone tipicamente di sinistra (si guardi alla riforma del Lavoro, indigesta alla CGIL e alla Fiom, al basso profilo tenuto finora sul tema dell'evasione fiscale, con una Orlandi molto meno televisiva e arcigna del suo predecessore, Attilio Befera). 
Ovviamente questo fenomeno avrà una sua durata, che potrà essere più o meno lunga anche in conseguenza degli eventuali errori del leader della scena del momento. Aggiungerei, a questa analisi, condivisibile, la valutazione di quello che sarà l'andamento economico dell'Italia. Negli appuntamenti politici Renzi la spunta sempre, sia per abilità sua che per debolezza e insipienza altrui. Ma i dati economici, dopo un anno circa dal suo insediamento, continuano ad essere negativi : crescita assolutamente inadeguata, pressione fiscale esacerbata, disoccupazione grave (anche se si parla di  circa 100.000 nuove assunzioni nell'ultimo periodo), spesa che non si riesce a intaccare, debito quindi che aumenta. Ovviamente non è che ci si possa aspettare in pochi mesi la guarigione da una situazione così difficile, però al momento sfuggono alla percezione anche segni di inversione della tendenza (guardare per esempio i giudizi delle agenzie di rating, e anche le parole preoccupate, nei nostri riguardi, di Draghi, per non parlare di qualche capoccione della UE).  E infatti nei sondaggi più recenti - antecedenti alla vittoria "quirinaria" che probabilmente porterà nuovo ossigeno - sia Renzi che il PD sono in calo  ( Pagnoncelli, lo scorso 18 gennaio : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/01/lega-al-12-pd-al-34-rispetto-alle.html...).
Il 40% delle europee è un miraggio, ma non a caso l'Italicum prevede il piano B, il ballottaggio, dove la debolezza degli altri farà la differenza. Insomma, l'uomo se le è acchitate tutte. Verrà il giorno, sono pronto a scommettere, che il vento cambierà, e sarà qualcun altro che col 30% dei voti, e un quarto se non un quinto degli elettori aventi diritto, sarà in grado di prendersi la maggioranza assoluta. Quel giorno sentirete quelli del PD, o come si chiameranno, che parleranno di legge truffa e di dittatura. E se ciò accadesse non lontano nel tempo, alla testa di queste voci urlanti ci sarà proprio il padre dell'Italicum, Renzino.

Lo sgarbo e il futuro del patto
di Angelo Panebianco
 

È una domanda, a volte implicita e altre volte esplicita, presente in quasi tutti i commenti sulla brillante operazione con cui Renzi, da campione di tattica quale è, ha portato alla presidenza della Repubblica Sergio Mattarella: e se avesse vinto «troppo»? Se la sua vittoria di oggi si rivelasse un boomerang domani? Il punto, naturalmente, riguarda il futuro della collaborazione fra Renzi e Berlusconi. Certo, è assai probabile che, digerita la sconfitta, fattosi una ragione dello «sgarbo» subito (la politica è il luogo per eccellenza della sopraffazione: il più forte impone la sua volontà e il più debole subisce), Berlusconi sia di nuovo pronto, tra qualche tempo, a puntellare Renzi sulle riforme.
Come è stato osservato da tanti, egli non ha vere alternative. Ma se poi non ci riuscisse? Se, già debole per un insieme di ragioni, fosse ora diventato debolissimo a causa della botta inflittagli dal premier? Un Berlusconi troppo debole non servirebbe nemmeno a Renzi, perché non avrebbe più la capacità di trascinarsi dietro un numero di parlamentari sufficiente per sostenerne la politica. A quel punto Renzi che farebbe? Fin qui ha usato Berlusconi come un machete per colpire i suoi nemici interni di partito e per aprirsi un varco nella boscaglia (parlamentare) attraverso cui far passare le riforme: legge elettorale, Senato, Jobs act, eccetera. Se in futuro questa possibilità, a causa dell’eccessivo indebolimento politico di Berlusconi, non ci fosse più, che ne sarebbe delle sue riforme ?

In quel caso, i veri vincitori della partita sulla presidenza della Repubblica risulterebbero essere non i renziani ma i nemici di Renzi, e del patto del Nazareno.
Non sappiamo, naturalmente, se quella inferta da Renzi a Berlusconi sia la botta definitiva ma sappiamo che il centrodestra, sulla cui condizione di sbandamento ha scritto lucidamente Pierluigi Battista sul Corriere di ieri, difficilmente potrà bloccare il processo che lo spinge verso la frammentazione, il caos, e l’insignificanza politica.
Non è soltanto una questione di leadership: un capo in declino e nessun sostituto in vista.
È anche questione di uno spostamento verso Renzi di rilevanti segmenti societari che in passato avevano guardato a Berlusconi. Ci sono sia ai piani alti (le élite economiche) che ai piani bassi (certi settori del ceto medio) una attenzione e una disponibilità a seguire Renzi, a prenderlo in parola, a scommettere sul suo riformismo, che automaticamente toglie spazio al centrodestra, ne riduce drasticamente il serbatoio elettorale. Lo stesso successo (relativo) di Matteo Salvini, su posizioni estremiste, è in realtà una dimostrazione che, a causa dell’affermazione della leadership di Renzi, lo stritolamento elettorale della destra, e la sua ghettizzazione, non sono al momento contrastabili.
La politica, naturalmente, è imprevedibile. Ma è forse possibile scommettere che fin quando non si sarà esaurita (come disse Enrico Berlinguer della Rivoluzione d’Ottobre) la «spinta propulsiva» di Matteo Renzi, non ci sarà spazio per una rinascita del centrodestra. Quella spinta propulsiva un giorno finirà e la parte della società italiana che, culturalmente, non ha nulla in comune con la sinistra, ma che è tuttavia oggi disposta a scommettere su Renzi, gli ritirerà improvvisamente la delega. E si metterà a cercare un nuovo cavallo su cui puntare a destra. Solo a quel punto una destra di governo, ossia una destra in grado di sconfiggere elettoralmente la sinistra, potrà forse rinascere. Verosimilmente, ciò non accadrà molto presto. La spinta propulsiva si esaurirà forse solo fra qualche anno. A meno che, tirando troppo la corda, e per eccesso di fiducia in se stesso, Renzi non si trovi, involontariamente, ad accelerare i tempi. 

7 commenti:

  1. UGO CALO'

    In politica chi vince non diventa dittatore e vince o perchè è il più bravo, o perchè gli altri fanno finta di contrastarlo o perchè gli altri sono polli , scegliete voi

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  2. ROBERTO NATALI

    Sai com'è: quando hai una certa dimestichezza con la guida dell'auto e il tu osenso di sicurezza ti permette anche certe "spavalderie", è il momento che vai a sbattere!

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    1. UGO

      Ma scusate gli unici che facevano opposizione a Renzi erano i leghisti, FDI ormai è a rimorchio della Lega, e i pentastellati; quindi i numeri per vincere li ha. Se si prende tutto è perchè ha i numeri

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    2. Senza voler scomodare personaggi "alti" che parlavano della dittatura della maggioranza, e premesso che il post non parla di questo, ancorché la foto ironicamente utilizzata mostri un Renzino ducetto, anche sui numeri qualcosa si può obiettare. Se, come scrvi tu Ugo, li avesse, Renzi non dovrebbe fare gli slalom cui assistiamo, ma andrebbe dritto per la sua strada. Invece lui, con grande abilità senza dubbio, si districa tra alleanze ufficiali (Alfano e co) , appoggi eventuali dei trasfughi grillini, e la convergenza con il Cav sulle riforme. Notoriamente, è roba di nemmeno 10 giorni fa, l'Italicum ha avuto bisogno del supporto decisivo dei voti di Forza Italia. Se non li avesse avuti, facilmente il premier avrebbe fatto inversione ad U e cercato un compromesso diverso per avere i voti di Sel e dei grillini disponibili. Insomma, si sa, al Senato la maggioranza è risicata assai. Quindi non è questione di forza dei numeri, che a mio avviso non c'è, quanto politica. TUTTI, tranne forse la Lega, temono le elezioni come la peste, e questa debolezza intrinseca aiuta Renzi. Del resto accadde lo stesso, per quasi due anni, anche all'ultimo governo Berlusconi, che galleggiava nonostante la diaspora finiana grazie ai "responsabili".

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    3. UGO

      allora o Forza Italia è con Renzi o sono dei polli. Scegli tu Se Renzi ha l'appoggio di una parte dell'opposizione in una logica di do ut des, in politica funziona sempre così, non vedo particolari problemi

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    4. Francamente non sarei in grado di dire dove finisca la debolezza e dove inizia la stoltezza di Forza Italia. La sensazione, ma solo di questo si tratta, è che, cosa per lui non inconsueta, il Cav cerchi di barattare vantaggi personali (aziende, situazioni giudiziarie) a fronte della convergenza sulle cd. riforme. Ho difficoltà altrimenti a spiegarmi tanta sostanziale acquiescenza. Forse al centro destra converrebbe andare alle elezioni ORA, con il consultellum, quindi un proporzionale senza premio di maggioranza, piuttosto che perfezionare l'Italicum. Renzi si ritroverebbe ancora col bicameralismo, SENZA più maggioranza assoluta alla Camera, costretto ad alleanze in una posizione meno forte dell'attuale, garantitagli dal defunto porcellum. Il giocatore, Renzi, è bravo e spregiudicato, ma sicuramente nel suo successo attuale gioca anche l'insipienza altrui.

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  3. SALVATORE DOMENICO ZANNINO

    Stefano lo avevo scritto in un primo commento che si distingueva dal coro di peana. Oggi lo rileva Panebianco. Va bene ha asfaltato il nulla. E poi? Chi gliele vota le riforme indigeste chieste da Bruxelles? Fassina e Vendola? Non avrà messo i cabasisi in mano a Bersani? Con questi che non sono uomini di mondo come Verdini è più difficile negoziare. .E se il calcolo come appare dalle prime dichiarazioni è quello di usare ancora Forza Italia come scendi letto esisterà ancora Forza Italia dopo che gli hai dato il colpo di grazia? Su quanti voti in parlamento potrà contare ancora Berlusconi? Se invece il disegno è andare a votare quadra di più, ma butti nel cesso tutto il percorso delle riforme costituzionali e soprattutto molli la legge elettorale perfetta? E poi proprio adesso che un refolo di ripresa soffia e si vedrà fine 2015/2016?

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