mercoledì 24 giugno 2015

FACCI E I BIZANTINI INVINCIBILI DELLA BUROCRAZIA

 

Quando si parla di burocrazia metifica e letale ci si riferisce a quello che, tra i pur tanti che vessano la nostra nazione, è forse il male peggiore.
E non se ne esce. Anzi, in tanti, poveracci, sono convinti che per combattere per esempio la corruzione, bisogna fare regole più stringenti, controlli più severi...Come se il ginepraio normativo, con il florilegio tracimante, le leggi astruse, cervellotiche quando non in contrasto tra di loro, non fosse un ottimo viatico per favorirla, semmai, quella corruzione, e mettere fuori gioco i disorientati onesti.
Io sono un amante degli animali, assai meno degli uomini, però non posso non concordare con Filippo Facci quando denuncia l'incasinamento che, al solito, siamo capaci di creare anche laddove il proposito è buono, come nel'esempio che sotto riporta.
Vanno anche bene i controlli, purché, nel prevederli, ci si doti di organismi efficienti, in grado di rispettare i tempi e di dare responsi validi.
Tutta roba che latita. 
Non parliamo poi dei casi dove le imprese e le loro idee non decollano per il solito certificato che manca.
Le solite, desolanti, cose di casa nostra. 




 Figli di Bisanzio

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Facci: Figli di Bisanzio
Non ci sono solo le estenuanti procedure sugli appalti per prevenire la corruzione, roba che ha finito per facilitarla grazie a infiniti passaggi burocratici. Primo esempio. La startup D-Orbit è una geniale impresina italiana che ha convinto la Nasa e l'Agenzia spaziale europea e ha raccolto milioni di euro per «ripulire» la stratosfera dai satelliti in pensione: bene, ora ha i finanziamenti bloccati (spiega il Corriere) perché dopo quattro mesi non gli è ancora arrivato il certificato antimafia. 
Tempi della burocrazia: perché sapete com' è, non sia mai che la Nasa sia stata complice della «trattativa». 
Secondo esempio. Il governo, l' anno scorso, ha deciso che ogni sperimentazione sugli animali dovrà essere autorizzata dal ministero della Salute: questo entro 40 giorni dall' invio della domanda. Ebbene, ieri il farmacologo Silvio Garattini ha spiegato (sulla Nazione) che molti gruppi di ricerca non ricevono una risposta nemmeno nel doppio del tempo: ergo ricerche paralizzate, finanziamenti europei a rischio, collaborazioni internazionali che saltano: senza contare che ci sono malati e pazienti che attendono nuove terapie. 
La procedura dei 40 giorni in teoria è il recepimento di una direttiva europea, in pratica l' Italia ha introdotto delle norme molto più restrittive (ci vuole anche l' ok del Comitato etico e del Comitato per il benessere animale, roba che esiste) col risultato che il nostro Paese è sotto procedura d' infrazione. 
Per fare i rigorosi ci incasiniamo e basta.

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