Divertente e curiosa la notizia dell'opzione di Google che consente l'annullamento di una mail inviata e di cui ci siamo pentiti subito dopo.
I tempi sono stretti, non più di 30 secondi, però a volte possono bastare per salvare una situazione !
Sicuramente il suggerimento del giornalista - rileggere sempre prima di inviare - è pieno di saggezza, però avere un'ultima chance, sia pur minima, non è male.
Secondo me saremo in molti a munirci di questa ratio extrema.
Un clic per bloccare le mail inviate.
E cambiare la storia
«Voce dal sen fuggita / poi richiamar non vale» scriveva il
Metastasio, riprendendo l’oraziano «nescit vox missa reverti», «la
parola detta non sa tornare indietro». Da oggi non è più vero. O almeno
non lo è più per i miliardi di messaggi inviati ogni giorno attraverso
Gmail, il servizio di posta elettronica offerto da Google. I suoi 900
milioni di utenti dispongono infatti di un’opzione innovativa: quella di
annullare una mail inviata. In realtà l’opzione era già attiva su Gmail
a livello sperimentale, nella sezione «Labs», ma ora è inserita tra le
impostazioni generali dell’account, alla portata di tutti. Chi di noi
non ha rimpianto, almeno una volta nella vita, di aver inviato una certa
lettera? Le parole dettate da un impeto di passione o di rabbia si
fissano sulla carta, permangono anche quando il moto dell’animo che le
ha ispirate è cessato da tempo. Così una nostra lettera d’amore scritta a
vent’anni giace oggi, magari, nel cassetto di una donna che ormai per
noi è una perfetta estranea. Per non parlare di certe mail partite per
sbaglio, o funestate da un distratto copia-e-incolla che inserisce in un
messaggio aziendale frasi d’amore rivolte a una giovane stagista (a un
mio amico è successo, con problemi sia sul lavoro che fra le mura
domestiche). L’opzione «annulla invio» introduce di fatto nel mondo
della posta elettronica il fattore «Sliding Doors»: le mail perdono il
crisma dell’irrevocabilità ed entrano nell’universo heisenbergiano
dell’indeterminazione. Ad ogni mail annullata il nostro mondo si
sdoppierà, prendendo binari divergenti: quello in cui la tua lettera di
dimissioni è partita e hai perso il lavoro e quello in cui sei riuscito a
bloccarla all’ultimo momento (e chissà quale sarebbe stato il mondo
migliore). Attenzione, però: per annullare una mail — anzi, una gmail —
bisogna essere veloci come razzi: il tempo utile per la cancellazione
del messaggio può essere infatti impostato da un minimo di 5 a un
massimo di 30 secondi. Trenta secondi, per un computer, sono un tempo
lunghissimo. Molto meno per noi umani. Non sarebbe più bello avere a
disposizione, che ne so, 30 minuti? O, meglio ancora, 3 giorni? Anche a
pagamento, magari. Trenta secondi sono davvero pochi. E poi non vorrei
che in futuro, nell’intento di migliorare il servizio, venissero
attivate altre opzioni a tutela di chi invia il messaggio. Immagino già
un servizio di posta elettronica che mentre scrivi una mail per mandare a
quel paese il tuo capo ti chiede «sei proprio sicuro di volerla
scrivere? Guarda che quello ti licenzia» o interviene nella stesura di
un messaggio alla tua ragazza ricordandoti che le stesse frasi smielate
le hai scritte il mese scorso ad un’altra, che le ha postate su
Facebook. Continuo a pensare che il miglior antidoto all’invio di una
mail sbagliata sia rileggere quello che si è scritto e riflettere bene
prima di premere il tasto INVIO. Con una precauzione a costo zero come
questa, il tasto «annulla» potremmo lasciarlo ai politici quando
(raramente) scrivono una lettera di dimissioni. Correndo, come diceva
acutamente Flaiano, il rischio che vengano accettate
Nessun commento:
Posta un commento