Ho scritto in altre occasioni come mi sono avvicinato al mondo delle Camere Penali. Il merito è di Domenico Battista, decano dell'associazione, memoria storica, che mi ha introdotto ad un mondo a me, avvocato civilista, sconosciuto.
Le Camere Penali erano quelle che si battevano per il "Giusto Processo", per la difesa dei diritti e delle garanzie, che avevano combattuto una battaglia importante per la riforma dell'art. 111 della Costituzione, per l'effettività dei principi, pure costituzionali, della presunzione di non colpevolezza e del recupero del condannato. I penalisti, quelli che per la gente comune, colleghi civilisti compresi (per una buona parte almeno), sono i difensori dei delinquenti, e per questo anche un po' complici, avevano creato una associazione per combattere battaglie nobili, di civiltà e di democrazia.
La crisi profonda della professione, dovuta al numero esorbitante di coloro che la esercitano (o provano a farlo) e alla depressione economica, ha inevitabilmente influito sugli umori e le sorti di questa istituzione (mi piace chiamarla così, anche se il termine è improprio). Da aggiungere, come elementi assolutamente cogenti, il declino della classe politica, l'avanzamento di quella dei magistrati - con la scusa della supplenza - , il nodo berlusconiano (alibi comodo da non molto non più vigente) ...tutti fattori che hanno gravato ogni serio tentativo di una riforma della Giustizia, che pure tutti invocavano (e invocano) come ineludibile e irrimandabile, e vanificando gran parte degli sforzi che le camere penali - ma anche e tanto i radicali, va detto - hanno compiuto per sbloccare questo disgraziato empasse.
Nonostante tutto questo le singole Camere, e la loro Unione, restano un riferimento importante per chi crede nei valori ricordati all'inizio e le fortissime polemiche che da mesi si susseguono quasi senza tregua all'interno dell'associazione mi amareggiano e mi preoccupano.
L'altro giorno, mi ha scritto una collega che stimo moltissimo, per averla seguita in alcuni convegni della scorsa gestione dell'UCPI, Emilia Rossi, avvertendomi che né lei nè un altro amico che ho in grande considerazione, Mauro Anetrini, avrebbero partecipato al convegno in programma il prossimo 7 maggio a Torino. Avevo deciso di andare anche e soprattutto per incontrami con loro, ché Torino è la loro città, di qui il premuroso avvertimento.
Non riporto - non essendo autorizzato - le considerazioni di Emilia, anche se non sono certo segrete, esprimendole spesso l'autrice nel frequentato gruppo presente su FB. Pubblico invece la mia risposta
Carissima Emilia, ti ringrazio innanzi
tutto per aver pensato di scrivermi personalmente. Mi dispiace allo stesso
tempo infinitamente per quello che leggo, sia da te, che da Mauro, e per le
cose che sento da Domenico... Come ho scritto anche a Mauro , proprio ora, che
senza più il tabù comodo di Berlusconi, si poteva e doveva fare il possibile
per provare a riportare i magistrati in alvei consoni, premendo sui politici
perché si muovessero in tal senso...
Io che
da poco mi sono avvicinato al vostro mondo, scoprendolo e apprezzandolo per la
battaglia civile coraggiosa che portate avanti, per una sensibilità sociale
praticamente assente per quelli del civile...assisto disorientato a questa
implosione...
mi piacerebbe
fare qualcosa, ma non sono così presuntuoso e se persone capaci ed appassionate
come te, Mauro, il maestro Battista, Carmelo gettate la spugna...vuol dire che
veramente questa potrebbe essere la fine dell' Unione.
E questo mi rattrista
molto.
Spero che
accada qualcosa.
....
Certo è un peccato che la
vostra stagione, quella della vostra Giunta, abbia "governato" in
anni dove le priorità erano sempre ALTRE, con una crisi economica devastante, e
poi i processi di Berlusconi giunti al clou...
Sarebbe
stato bello, mi viene da pensare, che fosse oggi la stagione degli Spigarelli,
dei Rossi a cui aggiungerei altri amici che sai... Purtroppo così non è e mi
chiedo, se l'Unione finisce, chi proverà ad arginare il partito dei magistrati ?
Non
andrò a Torino.
Un
abbraccio grande, spero di incontrarci presto comunque.
Come dici tu, da
qualche parte.
Sorriso
DOMENICO BATTISTA
RispondiEliminaStefano: vecchio, rimbambito, idiota, pedante, prolisso, geronto, psicopatico, tutto quello che vuoi. Ma decano di Ucpi proprio no ! Al massimo lo ero (quasi) della CPR.
ALDO CASALINUOVO
RispondiEliminaAmici miei, e dovremmo essere contenti perché un attento osservatore esterno come Stefano Turchetti prefigura la fine dell'Unione? O perché ci dice che colleghi che pure stimo, come Rossi e Anetrini, gli hanno comunicato, qualche giorno fa (prima quindi del Consiglio di ieri), che non parteciperanno al convegno del 7 maggio a Torino? Che oggi quindi - aggiungo io, ma il senso è questo - l'Unione è una sorta di "caricatura" che non rappresenta più nessuno, posto che Battista, Passanisi, Rossi, Anetrini, "hanno gettato la spugna"?
Fate vobis; a me tutto questo, certamente, "NON PIACE".
MAURO ANETRINI
RispondiEliminaIntanto, io non ho gettato nessuna spugna. Non fa parte del mio carattere. In secondo luogo, Stefano potra' confermarlo, io non manifesto mai pubblicamente i miei sentimenti, che non sono risentimenti. E' pubblico cio' che e' accaduto a Torino nei mesi scorsi e il mio atteggiamento (che e' solo mio, nella parte che mi riguarda) e' una conseguenza. Io mi sono messo, perche' quello e' il mio posto, in un cantuccio. Ma non opero, neppure col pensiero, in danno dell'Unione. Ho scritto apertamente del mio disagio, che non e' solo mio, e ho manifestato dissenso su temi specifici. Stefano e' un osservatore e interpreta le cose che vede. Una cosa, pero' vorrei dirla: io, quand'anche ritenessi di avere tutte le ragioni del mondo, se ricevessi una lettera come quella di Carmelo e proprio perche' scritta da Carmelo, e se leggessi cio' che scrive Domenico, alzerei il telefono e direi: bevine un bicchiere con me. Poi, ne riparliamo.
PAOLA REBECCHI
RispondiEliminaCaro Stefano, anche a me non piace affatto questa tua "prevedibile" orazione funebre (non è la prima, avevi già preannunciato l'eterno riposo della mia Camera Penale e, a dispetto di quanto ti viene raccontato, non è così). Le Camere Penali SONO ANCORA (non erano") quelle che si battono per il "Giusto Processo" e per la difesa dei diritti e delle garanzie. L'UCPI muore perchè stimati colleghi hanno "gettato la spugna"(cosa che ovviamente mi dispiace)? No caro, perchè quella "spugna" è stata raccolta da tanti...da tutti quelli che, pur senza cercare visibilità, lavorano per la nostra (non la tua) Unione. All'Ultimo Camerlengo non piace questo? pazienza...noi la spugna non la gettiamo comunque.
LODOVICA GIORGI
RispondiEliminaCaro Stefano, apprezzo sempre moltissimo il tono ed i contenuti dei tuoi interventi. E mi sento - consentendomi la confidenza del lettore fedele e appassionato - di suggerirti caldamente di venire a Torino. Non troverai Emilia e non troverai Mauro, anche se io ancora spero non sarà così. Non so se troverai Valerio o Domenico. Spero che anche loro vorranno essere con noi. Se verrai troverai l'Unione di sempre, ferma nel denunciare la deriva autoritaria di questa nostra democrazia giudiziaria, ferma nel censurare le veline delle Procure e la mancata separazione fra stampa e P.M., ferma nel reclamare agli avvocati il ruolo di garanzia dei diritti e delle libertà. Le fratture, se così vogliamo chiamarle, nell'Unione ci sono sempre state (ricordo benissimo un congresso a Napoli in cui la Giunta Randazzo di vide messa alla berlina dalla precedente Giunta sulle colonne del Sole24Ore), ma sempre si sono ricomposte e noi ci siamo trovati sempre più forti. Perdere Torino, se non verrai, sarà voler chiudere gli occhi di fronte ad una realtà viva e solida, e capace di accogliere tutti. Le malignità non meritano di essere oggetto dei tuoi consueti ficcanti pensieri.
Apprezzo il commento di Lodovica, e anche il garbo di quello di Aldo. Io non posso ricordare la giunta Randazzo...essendo da pochi anni (tre direi) avvicinatomi al mondo delle camere penali. Da quando lo faccio, non ho mai registrato una frizione così forte come l'attuale. E questo è un fatto, non un'opinione. Quanto alla sorte dell'Unione, io ho espresso una preoccupazione, non certo un auspicio . Quanto a Rebecchi, non so di cosa parla, io manco so di quale camera penale faccia parte. So che , a differenza di altri, la trovo spiacevolmente polemica. Dopodiché io resto un osservatore esterno, che apprezza quanto fatto in passato dalle camere penali e confida che riusciranno a continuare a farlo. Se poi le persone che apprezzo e stimo di più oggi sono minoranza, mica sarà un problema no ?
RispondiEliminaREBECCHI
EliminaE lo so che non ti piace quello che dico...prevedibile anche questo.
No no, non mi piaci tu...è diverso
EliminaLODOVICA
RispondiEliminaGrazie Stefano, inutile dire che ti invito a conoscere anche coloro che stanno nella c.d. maggioranza. Nel riflettere su questa frizione ti invito però a pensare ad una cosa: oggi, quelle discussioni anche animatissime, quelle polemiche, quei dissapori che anni fa si facevano nei corridoi o nei convegni, sono su facebook, e questo amplifica, lo "scontro", ma non attesta uno "scontro" maggiore. La Giunta Randazzo passò i suoi guai e visse per anni con la paura del nemico, la Giunta Dominioni visse l'ultimo anno sotto attacco continuo, la Giunta Spigarelli non è certo andata esente da critiche da parte di coloro che non si sentivano rappresentanti. Insomma, la storia dell'Unione è piena di cantori e di delusi. Non era l'epoca di fb, ma la sostanza cambia poco. Se abbiamo superato quelli, supereremo anche questo. Ne sono certa.
Io ve lo auguro, e me lo auguro, da cittadino
EliminaEMILIA ROSSI
EliminaSe mai fosse come dici, Lodovica, vorrebbe dire che in realtà non abbiamo mai superato un bel niente: se ogni volta ci sono cantori e delusi e ogni volta allo stesso modo, vuol dire che qualcosa non funziona come deve, da sempre.
Se poi vogliamo rassicurarci con l'idea che sia FB ad amplificare lo scontro nell'apparenza, facciamolo pure. Ma FB e questa pagina esistevano già all'epoca della giunta Spigarelli e prima il dibattito si svolgeva (magari con minore intensità di partecipazione ma non con minore passione) sul Forum del sito dell'Unione.
Io non credo nè l'una nè l'altra cosa. Credo che questa volta stia succedendo qualcosa di diverso e che la frattura sia più scomposta, diciamo così. E credo anche che negare un dato di fatto e non occuparsene non aiuti granché. Salvo pensare che il superamento del contrasto interno si realizzi semplicemente azzittendolo o lasciandolo suonare in sordina.
Confidando nel fatto che prima o poi, le persone, spugne in mano o meno, nel cantuccio, come dice Mauro, ci si mettono da sole.
CATERINA SIMON
RispondiEliminaNon mi permetto chiaramente di entrare nel merito di queste decisioni di sicuro profondamente e anche dolorosamente meditate, inoltre non avrei veramente alcun titolo né competenza per farlo. Ciò che però mi preoccupa è il notare come questo "cedere le armi" sia, e sempre di più, una realtà comune a moltissimi settori della nostra società. Penso per esempio alla rinuncia da parte della Brigata Ebraica a sfilare nel corteo del 25 Aprile a Roma ( a Milano sfilerà "scortata" dal servizio d'ordine PD), scoraggiata dalla preponderanza e prepotenza dei "pro-palestinesi", come se la contrapposizione in questo caso avesse alcun senso. In entrambi i casi il problema che si trovano ad affrontare i soggetti, gli avvocati penalisti e la Brigata Ebraica, non è "di categoria" ma politico, in sintesi di visione liberale o illiberale della società e del Paese. Dovrebbe essere il momento di lasciar perdere i distinguo, i cavilli e i sofismi e unirsi una volta per tutte.
MAURO
RispondiEliminaNon dovrebbe essere un problema, Stefano, indipendentemente - o, forse, proprio per motivi derivanti - dal fatto che Tu nutra simpatia verso alcuni di noi. Io mi sforzo sempre di vedere le cose con distacco e di non personalizzare i contrasti, specialmente quando le ragioni del dissenso non sono riducibili ad un conflitto, appunto, personale. Comprenderai, dunque, il mio rincrescimento nel leggere commenti circoscritti a giudizi sulla mia persona o su altri. Quindi, Ti dirò una cosa, accodandomi ad una considerazione fatta ieri da Enrico Trantino. Proprio perchè di "Unione" si tratta, io ho sempre pensato, e continuo a pensare in una prospettiva di inclusione di tutte le diverse anime dell'Associazione. Possiamo dissentire, differenziarci, discutere, ma sappiamo - o abbiamo sempre saputo - che cosa siamo e ciò che vogliamo. Su questi presupposti, io ho detto che, di fronte ad una lettera come quella di Carmelo, sarebbe stato necessario riflettere ed essendo un po' gigione ho chiesto che mi venissero dati 5 osservatori ed il Marongiu. Mi si è risposto come se il dissenso fosse una questione di "poltrone". Io non voglio poltrone; non le ho mai volute. Ho scritto cose che altri si sono intitolati; ho organizzato eventi senza chiedere (non dico pretendere) che sulla locandina apparisse il mio nome; non ho mai condotto una battaglia per ottenere qualche cosa. Io non voglio - ho detto: non voglio - lasciare l'Unione e neppure la mia camera penale. Emilia, sono certo, la pensa come me. A dirla tutta, credo che la pensino allo stesso modo anche quelli che, in privato, mi chiedono di "tornare" e altrove dicono cose , diciamo, un po' diverse. Non sono mai andato via. Come potrei, dunque, tornare? Ho detto, e lo ripeto, che attraversiamo una crisi grave e che la flessione del numero di iscritti e di partecipi è un fatto politico al quale non si può reagire soltanto con qualche convegno. Ho manifestato perplessità su alcune "uscite" che non condividevo. Ma non ho chiesto poltrone e non le chiedo ora. Quindi, se ribadisco che voglio 5 osservatori ed il Marongiu, non pretendo posti, ma rivendico la possibilità di dire qualche cosa nel momento più difficile della nostra Storia. Le mie personali opinioni, stanne certo, non mancherò di manifestarle, quando verrà il momento. Ma non oggi. Non ancora.
TANIA RIZZO
EliminaMauro, spero di ricredermi ma, da tutto quello che è emerso negli ultimi due giorni, non credo proprio che ci sarà "qualcuno" che avrà la lungimiranza di chiamare chicchessia e provare a ricomporre.
Questi sono tempi di vincitori e vinti....