lunedì 13 luglio 2015

DOTTOR SPATARO NON FACCIA IL FURBO

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Qualche giorno fa avevo pubblicato il pensiero di Davide Giacalone in merito ai provvedimenti cautelari che avevano portato al sequestro e quindi al blocco del cantiere di Monfalcone della Fincantieri.
 Il bravo opinionista aveva, tra l'altro, giustamente riproposto il problema della irresponsabilità, in caso di grave errore, di uomini che con provvedimenti incauti causano danni di milioni se non quando di miliardi. Nel caso di specie, il provvedimento di sequestro sarebbe intervenuto a distanza di due anni dall'apertura delle indagini, il che crea qualche perplessità sul carattere del pericolo grave improvvisamente insorto...Chi vuole, può leggere più compiutamente il pensiero del giornalista http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2015/07/monfalcone-esempio-dei-danni.html .
Ieri, prendendo spunto dalle parole del Procuratore di Torino, Armando Spataro, è intervenuto l'amico e collega Mauro Anetrini osservando che il problema non è nei termini banali proposti dal magistrato. Nessuno sano di mente pospone il diritto costituzionale alla salute a quello, pur importante (lo è dr. Spataro, lo è...ché il suo lauto stipendio non viene certo pagato con le tasse dei soli dipendenti pubblici) della operatività economica. Più sobriamente, come ricorda Anetrini, si tratta di ricordare alle toghe che i pericoli da loro paventati nei loro provvedimenti non devono essere gravi ed urgenti "potenzialmente", ma concretamente ed attualmente. 
Se no il sequestro finisce, come nel caso della custodia cautelare, ad anticipare processo, accertamento delle prove e decisioni.
E anche questo la Costituzione NON lo vuole.
Buona Lettura




Diritti, non parole.

 

Il Procuratore della Repubblica di Torino, in una lettera al Corriere della sera, interviene da par suo nel dibattito sui rapporti tra Economia e Giustizia, e, in particolare, nella discussione sui provvedimenti cautelari di sequestro di aziende ritenute pericolose per la salute dei cittadini. Dice, il dr. Spataro, che i magistrati non devono -non dovrebbero - considerare le eventuali ripercussioni delle loro iniziative, ma applicare la legge in conformita' ai precetti costituzionali e a protezione dei diritti enunciati dalla Costituzione medesima.
Prima di dire che ha torto, o che non siamo d'accordo, facciamo una constatazione.
Il tema delle relazioni tra Giustizia ed Economia non differisce affatto da quello dei rapporti tra Giustizia e Politica. Forse, ma potrei sbagliare, e' addirittura sovrapponibile a quello dei rapporti tra Giustizia e Fede.
Mettiamola cosi': se affrontiamo la questione in questi termini, il dr. Armando Spataro non ha tutti i torti. Anzi: forse ha ragione, perche' rivendica il primato della legge e ci ricorda il principio di uguaglianza.
Ma noi non stiamo parlando di questo. Noi stiamo discutendo delle conseguenze che derivano non dai principi astratti, ma dalla loro applicazione, ovvero, piu' in concreto, dalla loro interpretazione e dalle modalita' attuative.
Su questo, forse, qualche cosa da dire c'e'. Io non credo, infatti, che vi sia, tra noi, una sola persona che antepone la logica del profitto al diritto alla salute. Piuttosto, noi ci chiediamo se alcuni interventi giudiziari si traducono davvero in atti di protezione della salute, ovvero non si rivelano, piuttosto, vere e proprie aggressioni al diritto di proprieta' e a quello di libera iniziativa economica.
Noi chiediamo che anche i provvedimenti cautelari reali - analogamente a quelli personali - rispondano a requisiti rigorosi e non ad un generico fumus, giuridicamente impalpabile e, in concreto, evanescente. Noi vogliamo regole chiare per evitare che, in concreto, quegli interventi ablativi (pur se provvisori) diventino insindacabili petizioni di principio e producano conseguenze irreversibili.
Non facciamo una scala di priorita' tra diritti, noi; sappiamo bene che il diritto alla vita, o alla salute, prevale sulle pretese economiche.
Ma, proprio perche' la pensiamo in questo modo, noi chiediamo che alla base di ogni provvedimento che incide su diritti - su tutti i diritti - vi siano regole e garanzie precise, chiare, percepibili e, soprattutto, misurabili.
Quindi, la domanda non e' se Armando Spataro ha ragione o torto, ma se il nostro sistema fornisce protezione a tutti i diritti, o se si presta, invece, a strumentalizzazioni politiche che riportano ogni discussione ad un confronto ideologico simile a quello su cui si fonda, fin dai tempi di Galileo, l'apparente conflitto tra Scienza e Fede.

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