lunedì 6 luglio 2015

LE ULTIME BANDIERE DEL CALCIO : MARCHISIO CON LA JUVENTUS FINO AL 2020



Claudio Marchisio, chiamato  il "principino"  dai tifosi della Juventus, ha firmato il rinnovo fino al 2020. Nel calcio dove le bandiere non esistono più, ed esempi come Del Piero e Totti (ma anche Baresi, Maldini, Zanetti, per citarne solo alcuni) sembrano destinati a non trovare emuli, ecco che la storia del bravo centrocampista bianconero costituisce una bella eccezione alla triste regola del calcio odierno.
Conosco giovani tifosi bianconeri che si spellano le mani per Pogba e tremano all'idea della sua cessione. Mi fanno tenerezza, sapendo con assoluta certezza che MAI questo giovane talento francese diventerà una bandiera della Juventus. Se non sarà quest'anno, andrà via il prossimo. 
E Vidal ? Forse non sarebbe stato meglio partisse lo scorso anno ? Adesso ha vinto la Coppa America e le sue quotazioni, dopo una stagione non brillante, sono di nuovo in rialzo. Bene, non perderei l'occasione.
Per carità, si tratta di bravissimi calciatori (grandi, non saprei. Pogba forse lo sarà, se manterrà le promesse. Il "guerriero" è un ottimo gocatore, ma "grandi" sono altri, a mio avviso).
Claudio Marchisio rappresenta un po' il sogno di ogni bambino : a sette anni inizia nelle giovanili della Juventus e si fa tutta la trafila fino alla prima squadra. Conosce gli anni bui del dopo calciopoli, e ora il quadriennio d'oro dell'era Agnelli Terzo, con 4 scudetti di fila, una supercoppa italiana e di recente la coppa Italia (la decima della Juve, ennesimo primato nazionale).
Superando le 300 partite con la maglia bianconera è entrato di diritto nel J Museum che si trova nello Juventus Stadium, e con altri 5 anni di contratto, se veramente li disputerà tutti, magari chissà, andrà ad insidiare il record di presenze del grande Alex. 
Certo, parliamo di un giocatore che, per caratteristiche, non scalda il cuore. Sa fare molte cose bene ( buon tiro, eccellente corsa, uomo d'ordine e di rottura) e nessuna in modo eccezionale. 
Un "pretoriano", non un "Cesare". Però di quelli bravi e fedeli.
Non è poco, specie di questi tempi mercenari.






“Ho voglia di ripartire e vincere ancora con questa maglia”

Il “Principino” ha firmato il rinnovo fino al 2020. «Per me è un giorno bellissimo e pieno di emozioni, come nel 1993 quando mi presentai al primo allenamento alla Juve». 

 
ANSA
Claudio Marchisio
 
  gianluca oddenino


«Questo per me è un giorno bellissimo e pieno di emozioni, come nel 1993 quando mi presentai al primo allenamento alla Juve. L’ho sempre voluta questa maglia: ora ho tanta voglia di ripartire e vincere ancora». Claudio Marchisio sorride dallo Juventus Stadium nel giorno in cui si lega a vita con la società bianconera: ha firmato il rinnovo fino al 2020 e al suo fianco c’è il presidente Andrea Agnelli. Un momento magico per lui, che dall’età di 7 anni ha solo la Juve nel cuore. 

Claudio Marchisio, quanto è contato essere tifoso della Juve per resistere così a lungo?  
«Non è stato facile, uscire da un grande vivaio come la Juve non è facile. Ho sofferto la B, ma mi ha aiutato. Tutti gli allenatori mi hanno dato tanto e aiutato: io sono sempre stato disponibile, poi avere la Juve nel cuore aiuta a dare sempre il massimo. Anche in allenamento. Conta questo: non mollare mai e cerco di trasmetterlo anche agli altri».  

Ora lei è un senatore bianconero, che cosa dirà ai giovani e ai nuovi?  
«Poco, perché basta vivere lo spogliatoio. Siamo un gruppo forte ed entrano in un contesto preparato. Poi tutti noi sappiamo che si riparte da zero: arriviamo da 4 anni incredibili dove non è mai stato semplice vincere, ma abbiamo la testa e l’esperienza giusta per continuare». 

Non si è mai stufato di stare qui?  
«Stare sempre in un luogo non è mai facile, però ho carattere che mi porta a migliorarmi ogni anno. Questa è stata la mia forza: ho passato momenti belli e brutti, però bisogna trovare la forza dentro di se per farcela sempre. Poi io qui mi sento in una grande famiglia: conosco tutti e questo aiuta».  

Andrea Pirlo lascia la Juve dopo 4 anni, è pronto a prendere la sua eredità in campo?  
«Non si può essere un suo erede: è impossibile e poi io sono completamente diverso. Andrea ha dato tanto in questi anni: mi ha aiutato e io ho imparato molto da un campione come lui. Poi vedremo che cosa farà il mister a livello di posizione». 

Cosa perdete con Tevez?  
«Mancherà, è stato importante. Però Khedira e Mandzukic sono esperti e ci aiutano a livello di esperienza per la Champions che hanno già vinto». 

Che Champions si immagina?  
«Difficilissima, come ogni anno. Abbiamo raggiunto un grande obiettivo, ma guardiamo al percorso. Difficoltà nel girone, poi man mano seguendo il tecnico e con cambiamenti c’è stata una crescita importante. Ora mantenere questo livello è fondamentale». 

Terrà il numero 8?  
«Sono legato all’8 e poi il 10 è giusto che lo indossi in fuoriclasse che faccia divertire pubblico e porti gol. Sono legato ai valori dei numeri del calcio». 

Che cosa può avere la Juve in più quest’anno?  
«La consapevolezza di giocarcela con tutti in Europa. I grandi club ci portano rispetto ed ora dobbiamo proseguire, deve essere la normalità giocare partite così in Champions».

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