Filippo Facci prova a dirlo ad alta voce : ma se non mi piace l'Islam, lo posso dire ? Anche se moderato, anche se non c'entra nulla coi terroristi, semplicemente perché non è democratico, perché intollerante con le donne, con i gay, con i dissidenti.
Posso dire che non approvo queste genuflessioni in nome della permalosità altrui, per cui a tavola, nelle cene istituzionali, c'è chi propone di non mettere il vino se tra gli ospiti ci sono dei musulmani (bravo Hollande che si è rifiutato di cedere a simile consiglio), e che mi auguro delle sanzioni significative (Magris sul Corriere invocava addirittura il licenziamento) per quel preside e/o insegnanti che hanno abortito una visita culturale ad una mostra di Chagall sempre per non urtare, con immagine di fede cristiana, la suscettibilità degli allievi islamici ?
La vogliamo finire con l'abolizione dei presepi, con la epurazione dai testi scolastici di parole come "maiale", carne di maiale e giù giù per li rami ?
Facci non difende un primato cattolico cristiano, che ha molto sui gioielli di famiglia anche il vaticano e il suo corollario, semplicemente rivendica la laicità dello Stato, sancita in Costituzione, e che non prevede tutto questo isterico buonismo, sotto il quale peraltro si cela, in molti casi, una debordante viltà.
Credo che molti cosiddetti opinionisti, sui giornali e in tv, dovrebbero esprimersi solo su temi sui quali possano esercitare una pur infinitesimale influenza. Invece vedo colleghi che si atteggiano a consiglieri della Nato dopo aver compulsato un paio di blog: ma ad ascoltarli non c' è Obama, forse neppure il ministro Pinotti, semmai ci sono dei cittadini ordinari che vorrebbero capire che cosa potrebbero fare nel loro vivere civile, nelle loro vite ordinarie, che poi sono le stesse vite degli opinionisti illuminati; capire se qualcosa stia davvero cambiando - prima e dopo i fatti di Parigi - e se davvero ci sia un problema «culturale», come direbbero gli stessi opinionisti.
Partiamo dai dati di fatto accessibili a tutti.
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