venerdì 26 febbraio 2016

DALL'OPPOSIZIONE 78 SENATORI IN "SOCCORSO" DELLA MAGGIORANZA DA INIZIO LEGISLATURA. MEGLIO IL SORTEGGIO CHE LE URNE.

Risultati immagini per verdini e renzi

Per ritrovare un personaggio politico inquietante tanto quanto Denis Verdini devo riandare con la memoria a Sbardella, lo "squalo" della DC romana. Come il toscano di oggi, il romano di ieri non solo era inaffidabile quanto Iago (quindi qualcosa di peggio di Giuda..., che in fondo faceva parte di un disegno divino) , ma suscitava anche un qual certo timore, perché ispira un senso di violenza (e infatti le cronache segrete riferiscono di un episodio in cui Brunetta, non proprio un gigante, venne preso per il collo dall'omone azzimato).
C'è una differenza importante tra Sbardella e Verdini però : il primo limitava la sua area di azione a Roma, massimo Lazio, il secondo invece imperversa in ambito nazionale.
Nella sua politica di trasformismo spinto all'ennesima potenza, un "credo" politico tra il machiavellismo e il mantra del peggior calcio per cui "vincere" è l'unica cosa, Renzi è pronto ad allearsi con tutti in questa legislatura, dove da solo, al Senato, non ha i numeri per fare quello che vuole. Con l'Italicum si è apparecchiato un'altra prospettiva, ma intanto bisogna vedere se la Corte Costituzionale, investita della cosa, glielo lascia così com'è, circostanza di cui è sperabile dubitare, e poi, visto che il 40% al primo turno se lo scorda, non è detto che vinca al ballottaggio, dove le alleanze "contro" , a volte anche contro natura (gli elettori di destra potrebbero saldarsi coi grillini per "odio" contro il premier, sia che il competitor fosse di centro destra che ortottero) potrebbero essergli fatali . Ad ogni modo ora va così, e quello che si vede da due anni a questa parte è roba da stomaci forti. La Transumanza parlamentare, brutta abitudine italica, ha da tempo battuto ogni record storico, e il toscano va da Berlusconi a Verdini, bussando del caso a Di Maio, con una promiscuità che manco sulla Salaria dei tempi belli delle giovanissime dell'est...
Si diceva ai tempi degli impresentabili, gente in fondo innocua, nel loro folklore, come Scilipoti e Razzi.
E Verdini e i suoi chi sono ? Se erano 40, il paragone sarebbe stato facile, ma sono di meno. Quelli che bastano però, e la professione resta la stessa.




Verdini è la spia che così non si va lontano

Il Parlamento sempre più distante dagli orientamenti del Paese






ugo magri
roma 

 

Anche l’ultima finzione è caduta: della maggioranza di governo farà parte quel Verdini che, per alcuni, è un buon diavolaccio ma secondo altri peggio di Belzebù. Per stabilire a quale categoria appartenga, bisognerà attendere la conclusione delle 4 inchieste a suo carico. Sul piano dei numeri Renzi ci guadagna sicuro, la sua fortezza diventa inattaccabile; su quello dell’immagine non si può dire altrettanto. Anche perché Denis entra in maggioranza accompagnato da certi senatori che prima stavano con Cosentino e con Totò Cuffaro.
Senza offesa: con Ala arrivano gli «impresentabili». 
 
L’eredità del «Porcellum»  
 
Il caso Verdini segnala pure qualcos’altro. Che l’intero sistema, così, non può durare. Siamo in presenza di un Parlamento eletto secondo regole bocciate dalla Consulta, e mantenuto al suo posto solo perché non si poteva rivotare subito daccapo. Dovremo attendere il referendum costituzionale e poi che entri in vigore l’«Italicum».
Nel frattempo, dall’inizio della legislatura, sono transitati nella maggioranza dall’opposizione la bellezza di 78 senatori sui 320 che ne contiene Palazzo Madama. I 19 di Ala sono soltanto gli ultimi della comitiva. 
 
L’Italia di qua, il Parlamento di là...  
In tre anni l’intera geografia politica è cambiata senza che nessuno abbia interpellato gli elettori. A sentire i sondaggi, l’area di governo vale non più del 40 per cento, l’opposizione tutta insieme il 60. Eppure grazie ai cambi di casacca Renzi controlla i due terzi del Parlamento, mentre il rimanente boccone se lo spartiscono berlusconiani, grillini, leghisti e sinistra-sinistra.
Non c’è più alcuna corrispondenza tra gli orientamenti del paese e la rappresentanza parlamentare. In questo modo si sfidano le forze di gravità della politica, a rischio che tutto precipiti nella delegittimazione. Quei renziani che cercano un plebiscito per il leader e immaginano di votare appena possibile, magari già nel 2017, forse hanno qualche freccia nel loro arco. 

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