giovedì 7 aprile 2016

GRAMELLINI ASSOLVE VESPA : ASSURDA LA CENSURA DELL'INTERVISTA A RIINA JR.

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Non credo di poter essere accusato di essere un fan del premier, anzi semmai ho amici piddini che si dispiacciono dei toni molto critici e non di rado sarcastici nei confronti di renzino.
Però qualche merito anche questo benedetto uomo ce l'ha (del resto, sono poche le persone negative al 100%). Tra questi, l'emarginazione di una vecchia classe dirigente di sinistra, tra cui esponenti indigeribili come Rosy Bindi.
Regnante Bersani, l'esponente "più bella che intelligente" stava quasi tutte le sere in  televisione, specie ospite di quel Vespa che oggi, ormai - fortunatamente - accantonata, la Bindi biasima aspramente accusandolo nientedimeno che di "negazionismo" per lo scoop giornalistico dell'intervista al figlio di Riina (in precedenza gli alti lai si erano sprecati per quella ai Casamonica).
La censura dei "cattivi", parenti compresi. Un'assurdità, specie nei confronti dei giornalisti, eppure avallata anche da quei pupazzoni dell'Usigrai e della FNSI.
Gramellini, non uno nel mio cuore, ironizza abilmente sulla cosa (splendida la riflessione finale) e lo propongo, non senza prima ricordare, a certi sepolcri imbiancati parcheggiati a gauche, che quando le interviste furono fatte a Ciancimino jr o a Provenzano, siccome erano stati i "loro" a farle ( Santoro),  andavano bene...
In realtà la censura è stupida e dannosa, pressoché sempre.
E in casi come questi, incomprensibile.






VESPA SIAMO

massimo gramellini
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Intervistare il figlio di Totò Riina è un colpo giornalistico. Non come lo sarebbe una conversazione col padre, ma quasi. Eppure, appena lo fa Bruno Vespa, diventa subito una cosa immonda. Rosy Bindi parla di negazionismo, la sorella di Falcone è costernata e Bersani per protesta annulla la sua presenza a «Porta a Porta», gettando sicuramente nella disperazione legioni di fan. Vespa ha tante colpe, dai risotti di D’Alema alla criminologa Bruzzone incombente sulle nostri notti come un incubo. Ma come già accadde coi Casamonica, incontrare il Male Assoluto fa parte del suo mestiere. Quale giornalista sarebbe così pazzo da rifiutare una chiacchierata col califfo dell’Isis? Fallaci, Biagi e Montanelli intervistarono tiranni e banditi alla macchia. Ora quelle interviste si studiano nelle scuole. La tv è uno strumento più potente della parola scritta e il pubblico della tv si presume più fragile di quello dei giornali. Ma l’importante resta non sdraiarsi sull’ospite e inquadrarlo in un contesto che non lo trasformi in eroe. Alla fine è questo il comprensibile lamento dei parenti delle vittime: che i «cattivi» intrigano più degli esempi positivi, di solito morti ammazzati e quindi nell’impossibilità di essere intervistati da Vespa. 

Non è colpa sua, però, ma della natura umana. Al cinema si va più volentieri a vedere la storia di uno squalo di Wall Street che quella di un missionario d’Africa. Il bene stimola paragoni nobilitanti, ma anche maledettamente scomodi. Mentre il male ha questo di buono: che fa sentire dalla parte giusta e, al confronto, migliori. 

1 commento:

  1. La piu' grossa porcata alla faccia del Popolo Onesto Italiano... e fatta da uno che costa troppo alla collettivita'

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