domenica 1 maggio 2016

LA RAI DI SAN MARINO DA LA PAROLA AGLI AVVOCATI, E I GRILLINI LOCALI INSORGONO

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I giudici possono esternare, ancorché una volta l'anno i presidenti della Repubblica - e anche del consiglio superiore della magistratura -  di turno , nonché quelli della cd. suprema corte di cassazione (inaugurazione anno giudiziario) mettano in guardia dall'esposizione mediatica, ricordando vanamente il principio, ormai desueto ma non per questo non valido, che i giudici dovrebbero parlare con le sentenze e non con i giornalisti.
Senza tener conto dell'altro problema, scandaloso nelle sue dimensioni e perché concretante un reato permanentemente impunito : la pubblicazione sistematica sui giornali dei verbali teoricamente coperti da segreto istruttorio.
E' una cosa che mi manda al manicomio questa. Un giornale serio come il Corsera che tranquillamente, esattamente come il Fatto, pubblica paginate di giornali coi verbali di gente appena arrestata ( mi vengono in mente, ma solo per fare un esempio, le dichiarazioni di Foffo subito dopo l'omicidio Varani). Questa cose accadono anche per pilotare le inchieste, lo sappiamo bene, e quindi è ben facile comprendere chi "facilita" l'approdo dei verbali sulle redazioni dei giornali.
Insomma, il processo è lontanissimo dall'iniziare nella sua sede unica e naturale, l'aula, ed è già assolutamente in corso sui media e sulla rete.
Bene, in questo malcostume imperante, e pericoloso, se a partecipare al giochino sono gli avvocati, che cercano di controbilanciare - impresa impossibile - il fuoco mediatico dell'accusa, comparendo a loro volta su tv e giornali, ecco che i malnati giustizialisti insorgono gridando alla lesa maestà, accusando le toghe "minori" (quelle di noi avvocati, quelle pregiate le indossano i magistrati...) di criticare i giudici e questo non si fa.
Accade a San Marino, dove nel loro piccolo hanno messo su da un po' una piccola tangentopoli, e dove i bravi avvocati - e cari amici - Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai hanno il torto di rilevare come le accuse nei confronti degli imputati appaiano fuffa, tanto sono poco supportate da prove. Naturalmente i magistrati inquirenti non ci fanno una gran figura, e in loro difesa insorgono gli ortotteri san riminesi, quelli che se parli di limitare le intercettazioni si imbavagliano subito la bocca ma se a parlare, senza ledere alcun segreto istruttorio ma per criticare legittimamente l'operato di una controparte, sono i difensori, allora si ricordano che i processi non si fanno in tv...
Il giustizialismo dei grillini e loro imitatori è per me insopportabile, e non c'è renzino antipatico - a me tanto - che possa portarmi a votarli.
Il putto toscano, rispetto a loro, sarà inevitabilmente il male minore.




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San Marino: «Basta avvocati in tv, criticano i giudici»

Il caso sollevato da un movimento locale simile ai cinquestelle a proposito della “tangentopoli” che vede a giudizio alcuni ex ministri. I legali avevano solo fatto notare la fragilità delle accuse

di Errico Novi

 
A San Marino la chiamano, con un certo orgoglio, Tangentopoli del Titano, dal nome della rocca su cui sorge la Repubblica. A giudizio per il “processo Mazzini” c’è un drappello di politici locali, a cominciare dagli ex ministri Fiorenzo Stolfi, Claudio Podeschi e Giovanni Lonfernini. Accuse gravi: associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla corruzione. Quasi due anni di misure cautelari in carcere, «in condizioni disumane» secondo lo stesso direttore del penitenziario. In udienza sfilano gli investigatori.
I difensori fanno domande e viene fuori la debolezza dei teoremi: nelle accuse di riciclaggio, per esempio, manca il reato presupposto, cioè la prova che la provenienza del denaro fosse illecita. Al che gli avvocati osano dirlo a giornali e tv. In particolare a San Marino tv, l’emittente di Stato. Apriti cielo.

Si scatena la controffensiva di Civico 10, una specie di M5s della Rocca. «Qui come in Italia si sta sviluppando la tendenza a fare processi sugli organi di stampa anziché in tribunale», si legge in una nota dell’11 aprile. Lo schema è ribaltato: niente intercettazioni che massacrano gli indagati prima del processo, piuttosto «avvocati delle persone incriminate» che danno interviste «persino alla tv di Stato». Che sostengono come «tutto l’impianto accusatorio scricchioli, e come molte cose siano state inventate». I grillini sammarinesi sono preoccupati. Temono le «incursioni mediatiche» dei legali, spesso italiani come i fiorentini Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai.

Urgono rimedi: «Norme per evitare che funzionari pubblici di indubbia professionalità possano essere liberamente messi alla berlina come fossero dilettanti allo sbaraglio». E ancora: «Gli operatori della giustizia devono operare negli ambiti loro propri: le aule dei Tribunali». Cioè gli avvocati non devono parlare. Non devono criticare i giudici. San Marino tv reagisce con una nota: «La storia dei processi, nel mondo, è lastricata di dichiarazioni da parte degli avvocati», ricorda la redazione. Carlo Romeo, direttore generale indicato dalla Rai, che possiede il 50% dell’azienda, la definisce «una posizione incomprensibile nella sua assurdità». Certo che a proposto di processi mediatici in Italia pensavamo di averle sentite tutte.

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