sabato 2 luglio 2016

L'AUTOPILOTA SBAGLIA E IL PASSEGGERO MUORE. LE CAUTELE NECESSARIE CON LE AUTO "SENZA CONDUCENTE".

Risultati immagini per MUORE NELL'AUTO SENZA PILOTA

Pochi giorni fa avevo postato ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2016/06/compreresti-una-macchina-che-salva-i.html ) un articolo relativo alla futura auto senza conducente, i possibili problemi "morali" che dalla stessa potrebbero derivare.
Bè, non sono gli unici. L'invenzione è parecchio perfettibile, visto che recentissimamente, in Florida, il software "non ha visto" un camion che entrava sulla propria strada e, senza minimamente frenare, ha consentito l'impatto. Il trasportato dal robot è morto. Uno che si era fatto 11 anni di marina militare , pure nei Seals, muore perché ha pensato che potesse vedersi Harry Potter mentre il pilota automatico della sua auto lo portava a spasso.
Interessante e illuminante l'intervista all'Ingegnere Alberto Broggi, riportata oggi sul Corriere della Sera , che spiega come, allo stato, l'auto senza conducente non è quella fantasiosa che ci immaginiamo noi, che ordiniamo al software di portarci ad una certa destinazione e poi ci disinteressiamo completamente della guida.  Ci si arriverà, probabilmente, ma non oggi né domani.
AL momento si può già fruire di piloti automatici avanzati che possono parcheggiare al posto nostro - una salvata per tantissima gente no ? - e anche coadiuvare il conducente umano, soccorrendolo positivamente in caso di errore/distrazione.
Al limite, pare di capire, possiamo lasciar guidare il robot, inserendo il poliota automatico, ma stando comunque al posto di guida, mani sul volante, pronti ad intervenire nel caso succeda qualcosa di anomalo...(nella fattispecie, frenare, visto che il robot non lo faceva !).
Oppure ci si affida alla statistica. Pare che l'errore mortale del software si sia verificato dopo 130 milioni di miglia. Rapportato alle migliaia di incidenti mortali di ogni anno sulle strade, un rapporto più che accettabile.
In teoria. In pratica, meglio i suggerimenti dell'ing. Broggi.


Il Corriere della Sera - Digital Edition
 
«L’errore è stato togliere le mani dal volante»

 Risultati immagini per INCIDENTE MORTALE IN FLORIDA AUTO SENZA GUIDA

Alberto Broggi è docente di computer engineering e fondatore del Vislab, il laboratorio di visione artificiale e sistemi intelligenti, che da più di 20 anni a Parma progetta veicoli a guida autonoma. Nato da una costola dell’Università è stato comprato l’anno scorso da un’azienda americana, Ambarella, che produce componenti per telecamere ad altissima risoluzione.

Professore cosa è successo e come si spiega l’incidente?

«In base a quello che dichiara Tesla la telecamera non ha visto l’oggetto in avvicinamento, il camion. Però il guidatore non ha rispettato le regole e ha lasciato troppa libertà al sistema: la casa americana dichiara che il software è ancora in fase di sviluppo e bisogna restare con le mani sul volante».

Com’è possibile che il «pilota automatico» non abbia visto il camion?

«Ci sono situazioni ancora critiche come il sole diretto contro la camera che può rendere questi strumenti meno efficaci. Succede quando anche l’occhio umano fa fatica: per esempio in una zona con luminosità diverse, assolata con le ombre molto scure intorno. Se il programma ha un tasso di precisione del 99,9% vuol dire che un minimo di rischio c’è. Al rischio zero non si arriverà mai».

Come superare i limiti?

«In due anni sono stati fatti enormi progressi. Le nuove generazioni di sensori hanno una capacità di visione superiore a quella dell’uomo e si può migliorare molto».

Secondo lei è più colpa dell’uomo o della macchina?

«Dell’uomo. Si sa quali sono i limiti inserendo il sistema. È tutto scritto nel libretto: quello che si può e non si può fare».

Forse è il nome Autopilot scelto dalla Tesla ha creato un po’ di confusione?

«Indubbiamente. È un assistente alla guida, non un vero robot. Girano video dove la gente dorme in macchina o si mette sui sedili posteriori. Cose da pazzi. La tecnologia va introdotta gradualmente».

Daniele Sparisci

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