martedì 20 marzo 2018

SALVA DELLE VITE, INCRIMINATO PER VIOLAZIONE DELLE LEGGI SULL'IMMIGRAZIONE

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Un guida alpina soccorre degli immigrati spersi sulla neve delle montagne al passo del Monginevro, salvandoli dall' assideramento , e rischia fino a 5 anni per complicità nel reato di immigrazione clandestina.
La notizia l'avevo orecchiata sul canale delle news di sky (però pago il canone..., così contribuisco a finanziare trasmissioni come quelle di Fazio, Vespa, Sciarelli...) ma ho pensato - sperato - di aver capito male.
Invece è vero. Succede in Francia, e giustamente Feltri, nel riportare la cosa nella sua rubrica su La Stampa di Torino, la biasima come testimonianza dell'inverno umano che ci avvolge.
Ha ragione. Però poi fa un altro esempio, e forse qui ha un po'meno ragione. 
A Venezia sarebbe stato stabilito uno strano protocollo, tra Tribunale ed avvocati, secondo il quale se all'udienza in cui si discute sulla concessione o meno dell'asilo politico ad un immigrato, l'avvocato non si presenta, si procede in sua assenza.
Non discuto certo io l'essenzialità del diritto ad un difensore, e non credo lo discutano i colleghi di Venezia. 
Quindi al posto di Feltri approfondirei la questione. Io lo farò, con il collega Bortolotto, che mi fa il piacere ogni tanto di leggermi. 
Questo nel particolare. In generale, Feltri è chiaramente pro accoglienza, non dico sempre e comunque, ma per lo più.
Io no. E gli italiani, per la grande maggioranza, nemmeno. 
Da qui, ad una cosa disumana come quella della guida alpina francese, ci passa un mare, e confido che non ci sarà seguito all'improvvida iniziativa della polizia francese. 

LaStampa.it

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Un lungo inverno

MATTIA FELTRI

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Prima notizia, Francia. Una guida alpina si imbatte in una famiglia nigeriana che cammina nella neve vicino al passo del Monginevro, 1900 metri. Ci sono il padre, la madre incinta di otto mesi e due bambini di quattro e due anni. Li carica in macchina per portarli all’ospedale di Briançon ma è fermato dalla polizia che lo incrimina per violazione delle leggi sull’immigrazione: rischia fino a cinque anni di carcere. La donna viene condotta in ospedale e lì partorisce. Seconda notizia, Italia. Il presidente del tribunale e quello dell’Ordine degli avvocati di Venezia hanno sottoscritto un protocollo secondo cui, se l’avvocato non si presenta all’udienza per la concessione a un immigrato dell’asilo politico, l’udienza si terrà lo stesso, senza avvocato.  

«Stante la natura urgente dei procedimenti», l’immigrato difenderà la sua causa da solo. In un periodo in cui ci si chiede, con comprensibile allarme, quanto l’immigrazione cambierà il nostro modo di vivere, le due notizie forniscono una risposta. È già successo. Non è stato imposto alla donna europea il velo, né il divieto di bere alcolici agli uomini: siamo cambiati da soli. La legge prevarica il diritto naturale, cioè umanamente, intrinsecamente giusto di soccorrere chi rischia la morte; l’urgenza e l’emergenza eliminano uno dei due piatti della bilancia, cancellando il diritto scolpito nel marmo, da secoli, di essere assistiti da un avvocato. Nei nostri codici sono entrati uomini un po’ meno uomini. Domani comincia la primavera, ma sarà un lungo inverno.  

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