Mi accorgo chiaramente - è facile dedurlo dal numero di lettori standard di articoli di politica estera - che della crisi egiziana a noi italiani ci frega assai poco. Forse sono un po' dispiaciuti quelli che erano abbonati alle vacanze sul Mar Rosso, dove era possibile coniugare alberghi semi lussuosi e prezzi che in Italia forse i tre stelle...Personalmente fin da ragazzo invece ho sempre provato forte curiosità per quello che accadeva fuori dai confini nazionali, anche per distrarmi un po' dalla palude italica (si può dire ? oppure qualcuno mi accusa di vilipendio alla nazione e trovo qualche giudice demente che mi condanna pure ?? ).
La vicenda egiziana mi colpisce sia perché ho a cuore la sorte di Israele e la possibilità che nel paese arabo più grande ai confini dello stato ebraico si scateni il caos, addirittura una guerra civile, non è certo una cosa buona per quella nazione, sia perché mi colpisce l'ennesima prova di disonestà intellettuale di tanti commentatori e concittadini.
Non c'è dubbio che in Egitto ci sia stato un golpe, reso possibile dall'Esercito. Questo non riescono a negarlo nemmeno quelli che sono ben felici della deposizione di Morsi, presidente eletto, e sostengono che bene hanno fatto i militari a dare sostanza alla volontà popolare che proveniva dalle piazze.
Ma la Democrazia ? Il Parlamento sciolto, perché a maggioranza islamista, e il Presidente arrestato sono istituzioni LIBERAMENTE ELETTE. Esattamente come era accaduto nella Spagna Repubblicana del 1936 e nel Cile nel 1973. Però quelli erano golpe cattivi, e così l'esercito che li aveva perpetrati....
Qual è l'elemento che distingue un colpo di stato da buono o cattivo ? Alla base, c'è che con la forza militare si sovverte un ordine costituito tramite il voto popolare. Forse che i militari egiziani sono bravi perché in linea coi desideri di P.za Tharir ? E le decine di migliaia di egiziani che le piazze le riempiono oggi , per ribellarsi al colpo di stato ? E i milioni di radicali Salafiti che possono dire che avevano ragione loro di non fidarsi, che era sbagliato perseguire una politica di islamismo moderato e adesso minacciano di scatenare una guerra civile ? E infatti, dopo l'euforia iniziale, molti dei commentatori entusiasti (sono gli stessi che brindavano alle prospettive magnifiche della Primavera Araba, per poi rimanerci malissimo nel federe i Fratelli Musulmani prevalere sia in Tunisia che in Egitto, e chissà cosa dicono del caos anarcoide libico) iniziano ad avere qualche timore. Imbarazzati anche gli USA, che non hanno mai smesso di finanziare l'esercito egiziano (anche per tenerlo buono in funzione pro Israele) e adesso si trovano a fare i conti con una loro leggina che dice che non si possono inviare aiuti economici a paesi il cui attuale governo è frutto di un golpe (non so quando l'hanno fatta e se in genere la rispettino, ho seri dubbi al riguardo, però c'è ! ).
La sensazione, magari sbagliata, è che a certa nostra sinistra radical chic tutto quello che non è laico (ateo ancora meglio) sta proprio indigesto, e quindi la linea di confine per loro si trova lì.
E quindi viva i giovani e le donne contro il "contado reazionario" (Michele Serra) .
Molti sostengono che la maggioranza è quella di P.za Tharir, ma non è dato sapere su che basi possano farlo. Quando si sono contati, ed è successo solo un anno fa, non era affatto così. Hanno cambiato idea vedendo che Morsi non aveva risanato l'economia ma anzi l'aveva peggiorata ? Può essere, però in democrazia l'opposizione chiede le dimissioni del governo, cerca di esercitare una pressione politica e dopodiché CI SI RICONTA. Se intervengono i militari, ebbé è un'altra cosa. E infatti , passando dalla pancia alla ragione, anche i favorevoli devono ammettere cose come : "ma della democrazia, quand'è d'impaccio, che ne facciamo ? (sempre Serra) " , oppure "Dolce, grigio, ma pur sempre golpe...( Ferrari sul Corsera)", "L'ondata di arresti è ingiustificabile...l'esercito è uscito dalle caserme e non sarà facile farcelo ritornare (Guetta sul'Internazionale) ". Insomma, è una brutta faccenda.
Specie se, come sembra, quella che fino a ieri era la maggioranza elettorale non abbozza a questo rovesciamento reclamato della maggioranza della piazza, e la cosa potrebbe precipitare in una guerra civile.
Io non so di che pasta siano fatti i Salafiti, ho osservato in genere che gli egiziani non siano stati mai, nel recente passato, dei grandi combattenti (il che può anche essere una qualità, specie se non devi fare delle guerre) . Però se sono tosti e bastardi la metà dei talebani in Afghanistan, per l'Egitto si preparano anni molto bui.
Perché in fondo le elezioni, se si truccano un po', i "buoni"stavolta magari le vincono . Potrebbero stabilire, che so...che a votare vadano solo gli abitanti del Cairo e di Alessandria, con titolo di studio superiore, di età compresa tra i 18 e il 30 anni. Potrebbe andar bene.
Ma se quelli rimasti fuori sparano ?
Egitto, manifestazioni pro Morsi
Mansour scioglie il Parlamento
Le forze contrarie a Morsi negano di avere ucciso tre uomini
La folla verso il luogo dove è custodito il presidente deposto
I supporter del presidente deposto Morsi (Upi)
Piazze infiammate in Egitto. Sono in corso grandi manifestazione
organizzate dagli islamisti sostenitori del presidente destituito,
Mohamed Morsi, nel venerdì della rabbia dei Fratelli Musulmani. Il
popolo pro Morsi è sceso in piazza al Cairo e in altre città per
manifestare la propria rabbia dopo il golpe che ha portato
all'insediamento di Adly Mansour a presidente ad interim, che nel
pomeriggio di venerdì ha sciolto il Parlamento e nominato il nuovo capo
dell'intelligence.
PRIMO ATTO DEL NEO PRESIDENTE - Con un decreto Mansour ha
sciolto il Parlamento (di fatto solo il Consiglio della Shura, la camera
alta, l'unico ramo rimasto attivo dopo lo scioglimento della Camera ad
opera della giunta militare o scorso anno) guidato dalla maggioranza
islamista dei Fratelli Musulmani (Partito Libertà e Giustizia) e dei
salafiti (al Nour) e ha nominato il nuovo capo dei servizi segreti
Mohamed Ahmed Farid al posto di Mohamed Raafat Shehat, voluto da Morsi.
Shehat è stato nominato consigliere del presidente, incarico
esclusivamente onorifico.TRE MORTI - Il clima di tensione è alle stelle, tanto che alcuni gruppi pro e anti Morsi si sono affrontati a colpi di arma da fuoco vicino all'università del Cairo dove si stavano radunando i supporter dell'ex presidente egiziano: tre le vittime tra i sostenitori di Morsi. Testimoni hanno accusato i soldati di aver sparato pallini da caccia ad altezza d'uomo, ma l'esercito ha assicurato che i suoi uomini hanno usato solo colpi a salve e lacrimogeni. Un altro morto è segnalato anche nella zona di Luxor, dove a causa del cambio dell'esecutivo, si sono riaccesi gli scontri tra musulmani e cristiani. I primi hanno dato alle fiamme alcune case del la città nell'Egitto del sud.
IN MARCIA - Un gruppo di manifestanti si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia Repubblica al Cairo, dove sarebbe trattenuto l'ormai ex presidente. È quanto si legge sul sito web dei Fratelli Musulmani d'Egitto, in cui si precisa che la folla è partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell'Università del Cairo, a Giza.
Il leader dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie (Ap)
LEADER LIBERO - Venerdì i Fratelli Musulmani hanno
anche smentito la notizia circolata nei giorni scorsi sull'arresto della
loro guida suprema, Mohammed Badie. Secondo quanto appreso giovedì,
Badie è stato arrestato a Marsa Matrouh, città nel nord del paese vicino
al confine con la Libia. Un portavoce del movimento religioso
islamista, Ahmed Aref, ha comunicato che Badie terrà un discorso alle
18:30, durante la manifestazione in corso al Cairo. Secondo le forze di
sicurezza egiziane invece la guida suprema è stata arrestata su ordine
della procura con l'accusa di istigazione all'omicidio di manifestanti.
CONDANNA TURCA - Il premier turco Recep Erdogan ha definito
«antidemocratica» la deposizione del presidente egiziano Morsi
sottolineando che i «colpi di stato sono chiaramente in contrasto con la
democrazia». E punta il dito sui paesi occidentali che «hanno mancato
una prova di sincerità» nel non considerare l'intervento dell'esercito
egiziano come «un colpo di stato». «Coloro che si affidano alle armi, al
potere dei media non possono costruire la democrazia» che nasce solo
«dalle urne», ha aggiunto.
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